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giovedì 8 novembre 2018

SENZA PIU' FOSCHIA! / giovedì XXXI° sett. T.O.


Anania apre gli occhi a Saulo - Pietro da Cortona, convento dei Cappuccini.
San Paolo era pieno di zelo, cosciente dell’importanza del servire Dio e delle sue promesse. Su questo punto di vista si sentiva un privilegiato fin dalla sua nascita. Eppure, qualcosa non funzionava. Questa sua tensione di fronte a Dio non colmava il suo cuore, non lo pacificava. Anzi. Più si impegnava più vedeva che molti non seguivano a dovere la Legge, nemmeno se richiamati, anzi, sempre da qualche parte sorgevano proposte empie, errate. L’impegno di dover raccogliere tutti nell’obbedienza alla Legge per conquistare tutta l’umanità a Dio generava invece sempre più esclusi, diventava un compito impossibile. Tutti i privilegi di Paolo, la sua eccellente formazione, lo portavano sempre più lontano dalla metà, perché non aveva lo Spirito giusto. Per questo, in Gesù che compie la Legge e dona gratuitamente lo Spirito atteso, Paolo considera tutto quello che ha ricevuto prima come spazzatura, perdita. Non che la sua formazione sia spazzatura o perdita. Ma vede che, ricevendo lo Spirito Santo, il più ignorante dei pagani, in un attimo, comprende meglio il disegno di Dio di lui prima della conversione. Dopo, illuminato dalla sublimità della conoscenza di Cristo, saprà usare bene la sua formazione anteriore, in particolare la sua conoscenza della Scrittura, e vedere il filo dell’ispirazione che conduce i veri progressi della riflessione dei Maestri d’Israele e non perdersi più nei particolari aggiunti dall’uomo (Galati capitolo 4).
La scoperta fondamentale è che l’uomo non si salva con le sue forze, non viene reso giusto dalle osservanze (vado sempre a Messa, faccio i Primi Venerdì, le Orazioni di santa Brigida …) ma che la Legge è un pedagogo che, pur insegnandogli a fare cose buone, rivela sopratutto all'uomo che non è perfetto in nulla e senza la misericordia di Dio è comunque condannato. “Dio infatti ha rinchiuso tutti nella disobbedienza, per usare a tutti misericordia!” (Romani 11,32; vedi anche Galati 3,23). Le varie devozioni, perfino i Sacramenti in qualche modo, sono solo un’occasione per aprire il cuore a Dio, per ricevere la sua grazia. San Michele Garicoits, (1793 – 1863) fondatore dei Preti del Sacro Cuore di Betharram, nato durante il Terrore della Rivoluzione francese e cresciuto durante la Restaurazione francese molto moralizzatrice, insegnava tutte le devozioni usuali, ma affermava: “se dovessi trovarmi di notte, su una strada di campagna, e sentirmi sul punto di morire, pieno di peccati mortali, senza soccorsi né possibilità di confessarmi, mi raccomanderei con tutto il cuore alla Misericordia di Dio e mi troverei in un ottimo stato!”
Il primo atteggiamento di Paolo di fare proselitismo e cercare di imporre a tutti l’osservanza della Legge è, in fondo, un atteggiamento musulmano. Un Mistico musulmano, al Bistami (804 – 874), partito da questo atteggiamento nella sua ricerca di Dio esprimeva così il suo percorso: “quando ero giovane, mi sono così entusiasmato per la tua Legge, Signore, che ti chiedevo la forza di convertire il mondo intero, vent’anni dopo ti chiedevo la forza di convertire almeno la mia città, dopo dieci anni ti chiedevo di convertire la mia famiglia, oggi che ho già un piede nella tomba ti chiedo di convertire me! E se avessi fatto solo questa preghiera fin dall’inizio, oggi sarei a buon punto!” (ho cercato di verificare questa citazione che ricordavo a memoria e ho trovato su Wikipedia solo questa frase che esprime però lo stesso concetto: A chi gli chiedeva la sua età, egli rispose: “Ho quattro anni. Per settanta ero offuscato. Mi sono accorto della foschia solo quattro anni fa”.)
Tutti peccatori salvati per grazia e quindi tutti fratelli, tutti inclusi nel progetto di misericordia e di gioia di Dio.

Prima Lettura   Fil 3, 3-8
Queste cose, che per me erano guadagni, io le ho considerate una perdita a motivo di Cristo. 
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippési
Fratelli, i veri circoncisi siamo noi, che celebriamo il culto mossi dallo Spirito di Dio e ci vantiamo in Cristo Gesù senza porre fiducia nella carne, sebbene anche in essa io possa confidare.
Se qualcuno ritiene di poter avere fiducia nella carne, io più di lui: circonciso all’età di otto giorni, della stirpe d’Israele, della tribù di Beniamino, Ebreo figlio di Ebrei; quanto alla Legge, fariseo; quanto allo zelo, persecutore della Chiesa; quanto alla giustizia che deriva dall’osservanza della Legge, irreprensibile.
Ma queste cose, che per me erano guadagni, io le ho considerate una perdita a motivo di Cristo. Anzi, ritengo che tutto sia una perdita a motivo della sublimità della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore.

Salmo Responsoriale   Dal Salmo 104
Gioisca il cuore di chi cerca il Signore.
Cantate al Signore, a lui inneggiate,
meditate tutte le sue meraviglie.
Gloriatevi del suo santo nome:
gioisca il cuore di chi cerca il Signore. 
Cercate il Signore e la sua potenza,
ricercate sempre il suo volto.
Ricordate le meraviglie che ha compiuto,
i suoi prodigi e i giudizi della sua bocca.
Voi, stirpe di Abramo, suo servo,
figli di Giacobbe, suo eletto.
È lui il Signore, nostro Dio:
su tutta la terra i suoi giudizi.    

Canto al Vangelo
    Mt 11,28
Alleluia, alleluia.

Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi,
e io vi darò ristoro, dice il Signore.
Alleluia.


Vangelo   
Lc 15, 1-10
Vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte. 
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro».
Ed egli disse loro questa parabola: «Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova? Quando l’ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini e dice loro: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta”. Io vi dico: così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione.
Oppure, quale donna, se ha dieci monete e ne perde una, non accende la lampada e spazza la casa e cerca accuratamente finché non la trova? E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, e dice: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la moneta che avevo perduto”. Così, io vi dico, vi è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte»

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