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domenica 4 novembre 2018

ASCOLTARE PER ESSERE FELICE / XXXI° domenica T.O.

Ascolta Israele, il Signore è il nostro Dio, il Signore è Uno.

Un Vangelo sconcertante. Gesù viene interrogato su qual è il più grande tra i comandamenti. Siamo in un contesto in cui si cerca di prendere Gesù in fallo. Egli da una risposta che può sembrare ovvia. Infatti Gesù risponde con lo Shemà, una professione di fede che gli ebrei recitano quotidianamente. Lo scriba che lo interroga approva e Gesù di rimando conferma che quell’uomo ha parlato saggiamente. Tutto ovvio dunque, quasi inutile potremmo dire.
Infatti perché fare tali domande? E perché questa conclusione: “E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo”?
Il contesto è di grande tensione e di turbamento perché Gesù sconvolge gli equilibri e le interpretazioni comuni della Legge. Quindi la domanda è anch’essa una trappola o per lo meno polemica. Come certe domande fatte a papa Francesco. La risposta di Gesù svela di nuovo agli orecchi dei presenti il fondamento di tutti i comandamenti. Lo scriba, che è sincero, rimane colpito e non può che approvare, e così anche gli altri sono colpiti e nessuno più ha il coraggio di interrogare Gesù. Avevano perso di vista ciò che era sotto i loro occhi ogni giorno.
Perché nella Chiesa troppo abbiamo dimenticato la prima parte dello Shemà, del primo comandamento? Perché abbiamo dimenticato di insegnare ai nostri bambini: “Ascolta, il Signore è il nostro Dio, unico è il Signore. Egli è il Dio fedele, è Colui che ha amato Abramo che non aveva figli né terra e gli ha dato tutto questo mettendolo in cammino, insegnandoli a vivere appoggiato sull’ascolto e la fede. È Colui che ha liberato il popolo dalla schiavitù e l'ha condotto nel deserto, che ti ha dato la vita e ti ha reso gratuitamente suo figlio col battesimo, ti vuole dare la vita buona del Vangelo, e ti ha promesso il Paradiso. Non smettere mai di confidare in Lui, di ascoltare la sua voce e di lasciarti guidare da Lui, di comportarti come figlio della Luce. Ascolta e non indurire il tuo cuore”?
 
Un bambino Ebreo recita lo Shema' prima di addormentarsi.
Prima Lettura   Dt 6, 2-6
Ascolta, Israele: ama il Signore tuo Dio con tutto il cuore. 
Dal libro del Deuteronomio
Mosè parlò al popolo dicendo: «Temi il Signore, tuo Dio, osservando per tutti i giorni della tua vita, tu, il tuo figlio e il figlio del tuo figlio, tutte le sue leggi e tutti i suoi comandi che io ti do e così si prolunghino i tuoi giorni.
Ascolta, o Israele, e bada di metterli in pratica, perché tu sia felice e diventiate molto numerosi nella terra dove scorrono latte e miele, come il Signore, Dio dei tuoi padri, ti ha detto.
Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, unico è il Signore. Tu amerai il Signore, tuo Dio, con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutte le forze.
Questi precetti che oggi ti do, ti stiano fissi nel cuore». 

Salmo Responsoriale 
   Dal Salmo 17
Ti amo, Signore, mia forza.
Ti amo, Signore, mia forza,
Signore, mia roccia,
mia fortezza, mio liberatore.
Mio Dio, mia rupe, in cui mi rifugio;
mio scudo, mia potente salvezza e mio baluardo.
Invoco il Signore, degno di lode,
e sarò salvato dai miei nemici.
Viva il Signore e benedetta la mia roccia,
sia esaltato il Dio della mia salvezza.
Egli concede al suo re grandi vittorie,
si mostra fedele al suo consacrato.

Seconda Lettura 
  Eb 7, 23-28
Egli, poiché resta per sempre, possiede un sacerdozio che non tramonta. 
Dalla lettera agli Ebrei
Fratelli, 
[nella prima alleanza] in gran numero sono diventati sacerdoti, perché la morte impediva loro di durare a lungo. Cristo invece, poiché resta per sempre, possiede un sacerdozio che non tramonta. Perciò può salvare perfettamente quelli che per mezzo di lui si avvicinano a Dio: egli infatti è sempre vivo per intercedere a loro favore.
Questo era il sommo sacerdote che ci occorreva: santo, innocente, senza macchia, separato dai peccatori ed elevato sopra i cieli. Egli non ha bisogno, come i sommi sacerdoti, di offrire sacrifici ogni giorno, prima per i propri peccati e poi per quelli del popolo: lo ha fatto una volta per tutte, offrendo se stesso.
La Legge infatti costituisce sommi sacerdoti uomini soggetti a debolezza; ma la parola del giuramento, posteriore alla Legge, costituisce sacerdote il Figlio, reso perfetto per sempre. 

Canto al Vangelo
   Gv 14,23 
Alleluia, alleluia.
Se uno mi ama, osserverà la mia parola, dice il Signore,
e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui.
Alleluia.
 Vangelo   Mc 12, 28-34
Amerai il Signore tuo Dio. Amerai il prossimo tuo. 
Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?». Gesù rispose: «Il primo è: "Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l'unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza". Il secondo è questo: "Amerai il tuo prossimo come te stesso". Non c'è altro comandamento più grande di questi». 
Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all'infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l'intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici». 
Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.  


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