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mercoledì 14 novembre 2018

MA COME PUOI DIRMI: "SOTTOMETTITI!" / mercoledì XXXII° sett. T.O.

Comunità dei Monaci di Thibirine (Algeria) che saranno beatificati il prossimo 8 dicembre.

Come accettare la prima lettura di oggi? In particolare come fare ingoiare l’amara pillola della parola “sottomissione” a questa nostra generazione? Chi mi governa è forse meglio di me? Spesso la Storia ha dimostrato che chi governa – anche quando parte da buoni sentimenti e propositi – è rapidamente governato lui stesso da un ego gonfiato, da orgoglio ed egoismo,  quando non dal senso di onnipotenza che può finire in delirio.
Al tempo di Paolo questa era la situazione generale: i sovrani orientali erano divinizzati. Proprio al momento in cui il capo dello Stato più grande, potente, ricco, moderno, quello romano, vuole essere divinizzato anche lui, Dio dà il segno opposto, incarnandosi nell’umiltà! E nessuno più di un ebreo come Paolo poteva sentire ripugnanza di fronte all’autoesaltazione dell’uomo e al suo dominio su altri uomini, ancor più dopo aver conosciuto Cristo.
Perché allora questo invito alla sottomissione alle autorità (come l’invito alla sottomissione reciproca tra i membri della comunità cristiana, e tra gli sposi)? Forse è una tattica di conquista politica: sono sottomesso fino a quando arrivo io al potere? Sarebbe un calcolo sensato che funziona bene, in modo quasi universale. Perfino un Papa del Rinascimento, quel Sisto IV avversario di Lorenzo de’ Medici, fu un religioso esemplare  finché, eletto Papa, cambiò così tanto da stupire tutti e finire poi nel discredito universale. L’Islam raccomanda ai musulmani di conquistare tutti con l’esempio e le buone opere fin quando sono in minoranza. Una volta in posizione di forza, devono imporre a tutti la Legge di Dio.
Gesù invece, e i suoi discepoli, danno la vita gratuitamente e attraggono con la testimonianza. Il sottomettersi alle autorità, all’altro in generale, non proviene da tattica di potere, ma dallo Spirito Filiale di Cristo e dal sapere che Dio ha tutto nelle sue mani e quindi anche l’autorità umana è nelle mani di Dio. L’essere docile significa quindi collaborare con la volontà di Dio. Questo non significa non avere un’identità e delle idee proprie. La presenza del cristiano è una presenza profetica, vuole migliorare la società, la sua comunità o la sua famiglia. Ma la violenza, le contrapposizioni, l’incitamento all’odio, le invidie, i disordini, la corruzione, anche se permettono vittorie effimere, non servono il vero bene comune.
La nostra ribellione continua viene anche dal non saper vedere e ringraziare per i benefici ricevuti. L’ingratitudine, che denuncia Gesù nel vangelo di oggi, genera malcontento, tristezza, ripiegamento su se stesso.  Saper fare memoria grata dei benefici di Dio rende più bella la vita, ma dona anche l’energia per migliorarla. Com'è possibile che un consacrato, una consacrata, non ringrazi continuamente per la sua vita? Il nostro culto si chiama Eucaristia, cioè Ringraziamento. Infatti Dio ci ha dato Gesù Cristo, il Figlio Unigenito, e siamo stati rigenerati dall’acqua e dallo Spirito Santo. Vuoi rendere interessante e bella la tua vita? Offriti come strumento a Dio per il suo Regno e vedrai … Cioè  sottomettiti!

Prima Lettura   Tt 3, 1-7
Eravamo insensati, ma Dio ci ha salvati per la sua misericordia.
Dalla lettera di san Paolo apostolo a Tito
Carissimo, ricorda [a tutti] di essere sottomessi alle autorità che governano, di obbedire, di essere pronti per ogni opera buona; di non parlare male di nessuno, di evitare le liti, di essere mansueti, mostrando ogni mitezza verso tutti gli uomini.
Anche noi un tempo eravamo insensati, disobbedienti, corrotti, schiavi di ogni sorta di passioni e di piaceri, vivendo nella malvagità e nell’invidia, odiosi e odiandoci a vicenda.
Ma quando apparvero la bontà di Dio, salvatore nostro,
e il suo amore per gli uomini,
egli ci ha salvati,
non per opere giuste da noi compiute,
ma per la sua misericordia,
con un’acqua che rigenera e rinnova nello Spirito Santo,
che Dio ha effuso su di noi in abbondanza
per mezzo di Gesù Cristo, salvatore nostro,
affinché, giustificati per la sua grazia,
diventassimo, nella speranza, eredi della vita eterna.

Salmo Responsoriale  
 Dal Salmo 22 
Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla.
Il Signore è il mio pastore:
non manco di nulla.
Su pascoli erbosi mi fa riposare,
ad acque tranquille mi conduce. 
Rinfranca l’anima mia,
mi guida per il giusto cammino
a motivo del suo nome. 
Anche se vado per una valle oscura,
non temo alcun male, perché tu sei con me.
Il tuo bastone e il tuo vincastro
mi danno sicurezza. 
Davanti a me tu prepari una mensa
sotto gli occhi dei miei nemici.
Ungi di olio il mio capo;
il mio calice trabocca.
Sì, bontà e fedeltà mi saranno compagne
tutti i giorni della mia vita,
abiterò ancora nella casa del Signore
per lunghi giorni.
  
Canto al Vangelo 
  1Ts 5,18
Alleluia, alleluia.

Alleluia, alleluia.
In ogni cosa rendete grazie:
questa infatti è volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi.
Alleluia.

Vangelo
   Lc 17, 11-19
Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero. 
Dal vangelo secondo Luca
Lungo il cammino verso Gerusalemme, Gesù attraversava la Samarìa e la Galilea.
Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza e dissero ad alta voce: «Gesù, maestro, abbi pietà di noi!». Appena li vide, Gesù disse loro: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono purificati.
Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano.
Ma Gesù osservò: «Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?». E gli disse: «Àlzati e va’; la tua fede ti ha salvato!». 

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