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lunedì 2 luglio 2018

GAY PRIDE A POMPEI / sabato 30 giugno e sett. XII° T.O.

Il 30 giugno si ricordano i primi martiri della Chiesa di Roma, memoria molto cara al mio cuore perché, da studente a Roma, abitavo nella Parrocchia dei Santi Protomartiri e avevamo il privilegio di celebrare quel giorno nella cappella a loro dedicata in Vaticano, e anche perché sono il segno che la Chiesa è una comunità e che non basta la testimonianza dei “grandi campioni”. Il fatto che gente comune abbia preferito morire piuttosto che rinnegare la propria fede deve riaccendere nel nostro cuore la volontà di dare per Cristo tutto il nostro possibile, fino alla fine, anche se ci sentiamo miseri.
Oggi c'è stato il Gay Pride a Pompei. Qualche mese fa, il Sindaco di Pompei si era lamentato di essere stato messo davanti al fatto compiuto: tutto deciso, tutto annunciato senza che l’Amministrazione comunale sia stata interpellata. Ha saputo dell’evento dalla Stampa. In suo sostegno c'è stata qualche protesta dei Fratelli d’Italia: “non lasceremo che …” Eravamo in campagna elettorale. Non so se c'è stato poi un seguito. Quello che è certo è che non è bello che chi “lotta contro le discriminazioni” usi lo spauracchio delle “discriminazioni” per imporsi, discriminando di fatto chi non la pensa come loro. Questo per il metodo.
Comunicato della diocesi d Pompei.

Inoltre, credo sinceramente che non sia giusto dire: “ogni amore è uguale” per giustificare le cosiddette “famiglie arcobaleno” che sono invece “famiglie monocolore”, che sarebbe come dire che non sono famiglie ma un’altra cosa. E quindi non siamo d’accordo sui valori, prove scientifiche in mano. Trovo anche strano che sempre facciano vistosamente parte dei Gay Pride travestimenti e atteggiamenti sopra le righe, di cattivo gusto,  provocatori se non persino osceni, e questo non da l'immagine di persone che lottano per diritti civili che possano unire un popolo nel rispetto delle differenze.

C'è però anche il “pendant” cattolico che, in modo abbastanza imbarazzante, ha tuonato perfino contro il vescovo di Pompei che non era cristiano! senza sapere cosa ha fatto, cosa poteva fare, senza sapere quali scelte ha preso né perché le ha prese. Il vescovo di Pompei, che conosco per un uomo saggio e santo, ha rilasciato un comunicato ufficiale in cui afferma che la Chiesa rispetta ogni persona ma che la famiglia è una sola, quella tra un uomo e una donna e i loro figli. Tutto molto chiaro.
È evidente che l’immagine di Gesù che scaccia i venditori dal Tempio non calza per dire che bisognava impedire una manifestazione sulla via pubblica che è di competenza dell’Autorità Civile. Gesù non ha invitato alla ribellione contro i Romani, nemmeno Giovanni Battista. È vero, per le vicissitudini della Storia, la Chiesa è stata per lungo tempo titolare della religione di Stato, e ha, di conseguenza, preso atteggiamenti, anche in buona fede, di cui alcuni sono nostalgici. Ma la Storia non torna indietro. Mai. E se la Chiesa vuole ritrovare forza nel cuore delle persone e nella Società, lo può fare solo con la testimonianza e l’evangelizzazione, come fu nei primi secoli con i martiri appunto: Pietro e Paolo e tutti i loro compagni di Roma e in altri luoghi. Il Vangelo è la nostra salvezza, la nostra vera forza. La Chiesa è cominciata duemila anni fa, non cinquecento anni fa. Il Concilio Vaticano II non è stata un’operazione di “lifting” della Chiesa ma un ritorno alle origini cristiane, ai suoi fondamenti veri.

Prima Lettura   Lam 2, 2.10-14. 18-19
Grida dal tuo cuore al Signore, gemi, figlia di Sion.
Dal libro delle Lamentazioni
Il Signore ha distrutto senza pietà
tutti i pascoli di Giacobbe;
ha abbattuto nella sua ira
le fortezze della figlia di Giuda,
ha prostrato a terra, ha profanato
il suo regno e i suoi capi.
Siedono a terra in silenzio
gli anziani della figlia di Sion,
hanno cosparso di cenere il capo,
si sono cinti di sacco;
curvano a terra il capo
le vergini di Gerusalemme.
Si sono consunti per le lacrime i miei occhi,
le mie viscere sono sconvolte;
si riversa per terra la mia bile
per la rovina della figlia del mio popolo,
mentre viene meno il bambino e il lattante
nelle piazze della città.
Alle loro madri dicevano:
«Dove sono il grano e il vino?».
Intanto venivano meno come feriti
nelle piazze della città;
esalavano il loro respiro
in grembo alle loro madri.
A che cosa ti assimilerò?
A che cosa ti paragonerò, figlia di Gerusalemme?
A che cosa ti eguaglierò per consolarti,
vergine figlia di Sion?
Poiché è grande come il mare la tua rovina:
chi potrà guarirti?
I tuoi profeti hanno avuto per te visioni
di cose vane e insulse,
non hanno svelato la tua colpa
per cambiare la tua sorte;
ma ti hanno vaticinato lusinghe,
vanità e illusioni.
Grida dal tuo cuore al Signore,
gemi, figlia di Sion;
fa’ scorrere come torrente le tue lacrime,
giorno e notte!
Non darti pace,
non abbia tregua la pupilla del tuo occhio!
Àlzati, grida nella notte,
quando cominciano i turni di sentinella,
effondi come acqua il tuo cuore,
davanti al volto del Signore;
alza verso di lui le mani
per la vita dei tuoi bambini,
che muoiono di fame
all’angolo di ogni strada.

Salmo Responsoriale  
  Dal Salmo 73 
Non dimenticare, Signore, la vita dei tuoi poveri
O Dio, perché ci respingi per sempre,
fumante di collera contro il gregge del tuo pascolo?
Ricòrdati della comunità
che ti sei acquistata nei tempi antichi.
Hai riscattato la tribù che è tua proprietà,
il monte Sion, dove hai preso dimora. 
Volgi i tuoi passi a queste rovine eterne:
il nemico ha devastato tutto nel santuario.
Ruggirono i tuoi avversari nella tua assemblea,
issarono le loro bandiere come insegna. 
Come gente che s’apre un varco verso l’alto
con la scure nel folto della selva,
con l’ascia e con le mazze frantumavano le sue porte.
Hanno dato alle fiamme il tuo santuario,
hanno profanato e demolito la dimora del tuo nome. 
Volgi lo sguardo alla tua alleanza;
gli angoli della terra sono covi di violenza.
L’oppresso non ritorni confuso,
il povero e il misero lodino il tuo nome.  

Canto al Vangelo   Mt 8,17
Alleluia, alleluia.
Cristo ha preso le nostre infermità e si è caricato delle nostre malattie. Alleluia.
Vangelo   Mt 8, 5-17
Molti verranno dall'oriente e dall'occidente e sederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe.
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, entrato Gesù in Cafàrnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava e diceva: «Signore, il mio servo è in casa, a letto, paralizzato e soffre terribilmente». Gli disse: «Verrò e lo guarirò». Ma il centurione rispose: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Pur essendo anch’io un subalterno, ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa».
Ascoltandolo, Gesù si meravigliò e disse a quelli che lo seguivano: «In verità io vi dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande! Ora io vi dico che molti verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli, mentre i figli del regno saranno cacciati fuori, nelle tenebre, dove sarà pianto e stridore di denti». E Gesù disse al centurione: «Va’, avvenga per te come hai creduto». In quell’istante il suo servo fu guarito.
Entrato nella casa di Pietro, Gesù vide la suocera di lui che era a letto con la febbre. Le toccò la mano e la febbre la lasciò; poi ella si alzò e lo serviva.
Venuta la sera, gli portarono molti indemoniati ed egli scacciò gli spiriti con la parola e guarì tutti i malati, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa:
“Egli ha preso le nostre infermità e si è caricato delle malattie”.  

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