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venerdì 20 luglio 2018

L'UOMO PIU' GRANDE DEL TEMPIO? / venerdì XV° sett. T.O.

Sabato e Legge - Incisione Gustave Doré.
La prima lettura con la guarigione del re Ezechìa, che la chiede nella preghiera, illustra bene la volontà del Signore di avere misericordia e non sacrifici. Gesù nel Vangelo non mette solo lui stesso al di sopra del Tempio ma anche tutti noi, mette l’uomo al di sopra delle regole e delle cose mentre i farisei attaccano in nome delle regole gli apostoli che hanno fame.
Eppure, nell’avventura di amore lungo i secoli che si chiama Chiesa, i vari fondatori, grandi e piccoli, veri e finti, i vari Capitoli, generali e non, hanno scritto volumi e volumi di regole, regolamenti, direttive, non sempre tutte utili e ispirate allo stesso grado, sicuramente qualcuno di troppo … .
L’altro giorno si scherzava sulla frase di sant’Agostino: “Ama e fa’ ciò che vuoi!” (Ama et fac quod vis): “Allora faccio quello che voglio, posso cambiare marito e moglie, tutto è lecito, basta che io lo desideri, che lo ami, questo è un bel Cristianesimo!”
Ma davvero sant’Agostino ha scritto questo? Sì, e tale quale ad un amico scrupoloso che, volendo fare la volontà di Dio con tutte le forze, si perdeva nella lettera dei precetti vari. Se questa frase stupendamente vera di sant’Agostino viene però tolta dal suo contesto può giustificare tutti i caprici. Se è detta da chi vuole seguire il Signore, è una spada che trafigge tutti gli egoismi dilatando il cuore e rassicurandolo. Dio vuole misericordia e non sacrifici.
Non c'è contraddizione tra l’amore e la regola nella misura in cui l’uomo è creato secondo una natura e amarlo significa rispettarne la natura. Ma Dio è venuto a salvare le persone che sono tutte imperfette e in cammino e non le regole o le dottrine.
In Nicaragua, il Dittatore Ortega si scaglia da mesi contro il suo popolo in un crescendo inquietante. Reprime e uccide le persone, e siccome la Chiesa è fonte di protezione e di resistenza alla dittatura, sono stati attaccati preti, vescovi, chiese nelle quali si trovavano fedeli rifugiati e anche ci sono state profanazioni del Santissimo Sacramento. Questa domenica in particolare preghiamo per il Nicaragua e il suo popolo come ci hanno chiesto i vescovi di tutta l’America Latina e anche i nostri vescovi: siamo di fronte ad un odio totale che non esita a colpire i credenti, anche attraverso i segni della loro fede.

Prima Lettura  Is 38, 1-6.21-22.7-8
Ho udito la tua preghiera e ho visto le tue lacrime.
Dal libro del profeta Isaìa
In quei giorni Ezechìa si ammalò mortalmente. Il profeta Isaìa, figlio di Amoz, si recò da lui e gli disse: «Così dice il Signore: “Da’ disposizioni per la tua casa, perché tu morirai e non vivrai”». Ezechìa allora voltò la faccia verso la parete e pregò il Signore dicendo: «Signore, ricòrdati che ho camminato davanti a te con fedeltà e con cuore integro e ho compiuto ciò che è buono ai tuoi occhi». Ed Ezechìa fece un gran pianto.
Allora la parola del Signore fu rivolta a Isaìa dicendo: «Va’ e riferisci a Ezechìa: “Così dice il Signore, Dio di Davide, tuo padre: Ho udito la tua preghiera e ho visto le tue lacrime; ecco, io aggiungerò ai tuoi giorni quindici anni. Libererò te e questa città dalla mano del re d’Assiria; proteggerò questa città”».
Isaìa disse: «Si vada a prendere un impiastro di fichi e si applichi sulla ferita, così guarirà». Ezechìa disse: «Qual è il segno che salirò al tempio del Signore?». «Da parte del Signore questo ti sia come segno che il Signore manterrà questa promessa che ti ha fatto. Ecco, io faccio tornare indietro di dieci gradi l’ombra sulla meridiana, che è già scesa con il sole sull’orologio di Acaz». E il sole retrocesse di dieci gradi sulla scala che aveva disceso.  

Salmo Responsoriale
   Is 38,10-12.16
Tu, Signore, hai preservato la mia vita dalla fossa della distruzione.
Io dicevo: «A metà dei miei giorni me ne vado,
sono trattenuto alle porte degli inferi
per il resto dei miei anni». 
Dicevo: «Non vedrò più il Signore
sulla terra dei viventi,
non guarderò più nessuno
fra gli abitanti del mondo. 
La mia dimora è stata divelta e gettata lontano da me,
come una tenda di pastori.
Come un tessitore hai arrotolato la mia vita,
mi hai tagliato dalla trama. 
Il Signore è su di loro: essi vivranno.
Tutto ciò che è in loro
è vita del suo spirito.
Guariscimi e rendimi la vita».

Canto al Vangelo   Gv 10,27
Alleluia, alleluia.

Le mie pecore ascoltano la mia voce, dice il Signore,
e io le conosco ed esse mi seguono.
Alleluia.

Vangelo  
 
Mt 12, 1-8
Il Figlio dell'uomo è signore del sabato.

Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù passò, in giorno di sabato, fra campi di grano e i suoi discepoli ebbero fame e cominciarono a cogliere delle spighe e a mangiarle.
Vedendo ciò, i farisei gli dissero: «Ecco, i tuoi discepoli stanno facendo quello che non è lecito fare di sabato».
Ma egli rispose loro: «Non avete letto quello che fece Davide, quando lui e i suoi compagni ebbero fame? Egli entrò nella casa di Dio e mangiarono i pani dell’offerta, che né a lui né ai suoi compagni era lecito mangiare, ma ai soli sacerdoti. O non avete letto nella Legge che nei giorni di sabato i sacerdoti nel tempio vìolano il sabato e tuttavia sono senza colpa? Ora io vi dico che qui vi è uno più grande del tempio. Se aveste compreso che cosa significhi: “Misericordia io voglio e non sacrifici”, non avreste condannato persone senza colpa. Perché il Figlio dell’uomo è signore del sabato».

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