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sabato 21 luglio 2018

IMPOSE LORO DI NON DIVULGARLO / sabato XV° sett. T.O.


Gesù guarisce.
Gesù impone a coloro che egli ha guarito di non divulgarlo. Che frase strana. Per quale motivo?
I farisei meditano l’iniquità, ci pensano e ripensano, ne parlano tra loro. Certo, noi non teniamo consiglio come loro per uccidere Gesù o qualcun altro. Forse vogliamo solo soffocare la verità (che però è Gesù). Quasi certamente rimuginiamo pensieri negativi, problemi, offese ricevute, fallimenti, subiti, organizziamo dispetti e piccole guerre e anche grandi, invece di dedicarci al Regno di Dio. Il malumore costante è un’arma potente del demonio.
Anche se Gesù si allontana perché minacciato e la gente lo sa, molti lo seguono. Chi sono questi coraggiosi che seguono Gesù mentre comincia a non essere più così facile essere suo amico? Sono gli ammalati che egli guarisce, i poveri che hanno bisogno del suo aiuto. Non sono coraggiosi ma bisognosi. Sono quelli che hanno il coraggio della necessità.
Se noi non siamo di quelli che tramano di uccidere, se non siamo dei corrotti presi dalla sete di guadagno o di potere, troppe volte non siamo neppure quei poveri che vanno verso Gesù, costi quel che costi, perché hanno solo lui come ricorso. O piuttosto non accettiamo di riconoscere la nostra povertà. E questo è “un grande male sotto il cielo”.
Gesù minacciato di morte perché ha svelato ai farisei la loro doppiezza, continua umilmente la sua missione di consolazione e di salvezza, imponendo ai suoi beneficati di non parlane in giro. Gesù non forma un partito dei poveri a suo favore, non aizza i poveri contro i potenti corrotti suoi nemici, non aizza nessuno contro nessuno, porta nel silenzio il peso del peccato di tutti.

Prima Lettura   Mi 2, 1-5
Sono avidi di campi e li usurpano, di case e se le prendono.
Dal libro del profeta Michèa
Guai a coloro che meditano l’iniquità
e tramano il male sui loro giacigli;
alla luce dell’alba lo compiono,
perché in mano loro è il potere.
Sono avidi di campi e li usurpano,
di case e se le prendono.
Così opprimono l’uomo e la sua casa,
il proprietario e la sua eredità.
Perciò così dice il Signore:
«Ecco, io medito contro questa genìa
una sciagura da cui non potranno sottrarre il collo
e non andranno più a testa alta,
perché sarà un tempo di calamità.
In quel tempo
si intonerà su di voi una canzone,
si leverà un lamento e si dirà:
“Siamo del tutto rovinati;
ad altri egli passa l’eredità del mio popolo,
non si avvicinerà più a me,
per restituirmi i campi che sta spartendo!”.
Perciò non ci sarà nessuno
che tiri a sorte per te,
quando si farà la distribuzione
durante l’assemblea del Signore».

Salmo Responsoriale  
  Dal Salmo 9
Non dimenticare i poveri, Signore!
 Perché, Signore, ti tieni lontano,
nei momenti di pericolo ti nascondi?
Con arroganza il malvagio perseguita il povero:
cadano nelle insidie che hanno tramato! 
Il malvagio si vanta dei suoi desideri,
l’avido benedice se stesso.
Nel suo orgoglio il malvagio disprezza il Signore:
«Dio non ne chiede conto, non esiste!»;
questo è tutto il suo pensiero. 
Di spergiuri, di frodi e d’inganni ha piena la bocca,
sulla sua lingua sono cattiveria e prepotenza.
Sta in agguato dietro le siepi,
dai nascondigli uccide l’innocente. 
Eppure tu vedi l’affanno e il dolore,
li guardi e li prendi nelle tue mani.
A te si abbandona il misero,
dell’orfano tu sei l’aiuto. 

Canto al Vangelo   2 Cor 5,19
Alleluia, alleluia.

Dio ha riconciliato a sé il mondo in Cristo,
affidando a noi la parola della riconciliazione.
Alleluia.


Vangelo
   Mt 12, 14-21
Impose loro di non divulgarlo, perché si compisse ciò che era stato detto. 
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, i farisei uscirono e tennero consiglio contro Gesù per farlo morire. Gesù però, avendolo saputo, si allontanò di là. Molti lo seguirono ed egli li guarì tutti e impose loro di non divulgarlo, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa:
«Ecco il mio servo, che io ho scelto;
il mio amato, nel quale ho posto il mio compiacimento.
Porrò il mio spirito sopra di lui
e annuncerà alle nazioni la giustizia.
Non contesterà né griderà
né si udrà nelle piazze la sua voce.
Non spezzerà una canna già incrinata,
non spegnerà una fiamma smorta,
finché non abbia fatto trionfare la giustizia;
nel suo nome spereranno le nazioni». 


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