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sabato 14 luglio 2018

ESSERE COME GESU'?, DIO CE NE SCANSI E LIBERI! / sabato XIV° sett. T.O.

Tanti, importanti, discutono, uno nell'angolo, con la ramazza, serve - J. Tissot.

Servo e Padrone.
Lo sgomento di Isaia per la sua indegnità si applica molto bene a san Camillo che ricordiamo oggi. Egli ne ha combinate di tutti i colori in gioventù e il Signore l’ha chiamato lo stesso e lo ha fatto diventare santo. Questo ci incoraggi! Infatti, il nostro vanto è solo nel Signore! Chi invece ringrazia Dio perché è questo ed è quello, magari meglio di qualche altro, nel Vangelo è solo il fariseo che non viene giustificato. Chi non dovesse peccare solo per paura di perdere la faccia e non per amore di Dio e del prossimo, non diventerà mai santo. Ci sono molti devoti nella Chiesa che vivono la fede solo come un rifugio e non si giocano la vita. Signore, liberaci da questa tentazione.
Del Vangelo di oggi, credo che si possa leggere in chiave umoristica la frase di Gesù: “è sufficiente per il discepolo diventare come il suo maestro e per il servo come il suo signore”. Se si chiede ad un ragazzino: “chi è il tuo idolo, il tuo modello?” dirà: Cristiano Ronaldo, per esempio, o se gioca a tennis, Federer o Nadal, ecc. “Vorresti diventare come lui?” – “magari” risponderà con un sguardo sognante e umile insieme perché consapevole di quanto sia difficile. A livello universitario sarà la stesso cosa: il sogno è diventare professore al posto del gran professore dopo essere stato discepolo, magari più grande di lui, con più pubblicazioni e riconoscimenti… Il servo vorrebbe essere padrone al posto del suo padrone e comandare.
Il paradosso è che noi chiamiamo Gesù nostro maestro, e lo è veramente, ma diventare come lui, per carità, Dio ce ne scansi e ce ne liberi! Questo è la nostra triste condizione: di essere cristiani ma non voler essere come Cristo, nostro modello. Vogliamo essere cristiani a condizione di non essere troppo disturbati, di avere tante grazie tranne quelle della croce, dell’umiltà, del perdere la nostra vita, e sopratutto di non essere rispettati. Qualcuno però ha tentato di essere come Gesù, anzi, molti lo hanno fatto, ma sempre una esigua minoranza riportata al numero dei battezzati. Uno che ha tentato seriamente, seguendo Gesù “unico modello” è Charles de Foucauld. Gesù dice che è sufficiente che il discepolo diventi come il maestro ma egli ha cercato di fare meglio di Gesù, di “rubargli l’ultimo posto”, più in basso di Lui, cercando l’obbrobrio subito da Gesù. Lo veneriamo come santo.

Prima Lettura   Is 6, 1-8
Uomo dalle labbra impure io sono eppure i miei occhi hanno visto il re, il Signore degli eserciti.
Dal libro del profeta Isaia
Nell’anno in cui morì il re Ozìa, io vidi il Signore seduto su un trono alto ed elevato; i lembi del suo manto riempivano il tempio. Sopra di lui stavano dei serafini; ognuno aveva sei ali: con due si copriva la faccia, con due si copriva i piedi e con due volava. Proclamavano l’uno all’altro, dicendo:
«Santo, santo, santo il Signore degli eserciti!
Tutta la terra è piena della sua gloria».
Vibravano gli stipiti delle porte al risuonare di quella voce, mentre il tempio si riempiva di fumo. E dissi:
«Ohimè! Io sono perduto,
perché un uomo dalle labbra impure io sono
e in mezzo a un popolo
dalle labbra impure io abito;
eppure i miei occhi hanno visto
il re, il Signore degli eserciti».
Allora uno dei serafini volò verso di me; teneva in mano un carbone ardente che aveva preso con le molle dall’altare. Egli mi toccò la bocca e disse:
«Ecco, questo ha toccato le tue labbra,
perciò è scomparsa la tua colpa
e il tuo peccato è espiato».
Poi io udii la voce del Signore che diceva: «Chi manderò e chi andrà per noi?». E io risposi: «Eccomi, manda me!».

Salmo Responsoriale  
  Dal Salmo 92 
Il Signore regna, si riveste di maestà.
Il Signore regna, si riveste di maestà:
si riveste il Signore, si cinge di forza. 
È stabile il mondo, non potrà vacillare.
Stabile è il tuo trono da sempre,
dall’eternità tu sei. 
Davvero degni di fede i tuoi insegnamenti!
La santità si addice alla tua casa
per la durata dei giorni, Signore. 

Canto al Vangelo   
1Pt 4,14
Alleluia, alleluia.

Beati voi, se venite insultati per il nome di Cristo,
perché lo Spirito di Dio riposa su di voi.
Alleluia.


Vangelo
   Mt 10, 24-33
Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo.
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli:
«Un discepolo non è più grande del maestro, né un servo è più grande del suo signore; è sufficiente per il discepolo diventare come il suo maestro e per il servo come il suo signore. Se hanno chiamato Beelzebùl il padrone di casa, quanto più quelli della sua famiglia!
Non abbiate dunque paura di loro, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto che non sarà conosciuto. Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all’orecchio voi annunciatelo dalle terrazze.
E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l’anima e il corpo.
Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri!
Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli».

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