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martedì 3 luglio 2018

ESISTE LA COMUNITA' PERFETTA? / 3 luglio San Tommaso


Pellegrini trentini a Lourdes.
Scrivendo agli Efesini san Paolo dice: “In lui (Cristo) tutta la costruzione (la comunità) cresce ben ordinata per essere tempio santo nel Signore”. Ho pensato: “di slancio non mi verrebbe da dire che la Chiesa di oggi è ben ordinata, e, anche san Paolo, come fa a dirlo allora sapendo le difficoltà che viveva con le sue comunità che “partoriva di nuovo nel dolore finché non sia formato Cristo in loro” (Galati 4, 19), lui confrontato con coloro che predicano Cristo con spirito di rivalità e intenzioni non pure, trovando orecchi compiacenti e seminando zizzania nella comunità (Filippesi 1,17)?” Oltre ai Galati (chiamati “stolti” da Paolo) e ai Filippesi, ci sono problemi molto grossi a Corinto, e non mancano a Colossi, a Tessalonica, a Roma, ovunque … In parole povere non esiste la comunità idilliaca. Dall’esperienza sappiamo che le “comunità perfette” sono delle Sette, unite sotto un “capo carismatico”  e quando scoppia il sistema di controllo o di seduzione, vengono fuori le cose peggiori.

Cosa ci sta dicendo allora Paolo?
San Paolo non si riferisce alla meraviglia che prova l’ “innamorato” al tempo del primo entusiasmo passeggero, né ai benefici evidenti ricevuti da chi, convertendosi per opera del kerigma, abbandona vizi o atteggiamenti chiaramente peccaminosi. Questo è un dono grandissimo ma non è quello che Paolo ci dice oggi.
San Paolo ci parla dell’opera dello Spirito Santo che,senza mai annullare la libertà, costruisce in modo ordinato e meraviglioso che non significa uniformità o appiattimento ma comunione. La realtà umana e spirituale è poliedrica.
Nella misura in cui siamo sensibili e docili all’opera dello Spirito Santo sentiamo questa armonia, e ne diventiamo collaboratori. Nella misura in cui non c'è ascolto dello Spirito Santo, ognuno cerca di imporre la sua idea, o almeno di difenderla resistendo alla visione diversa degli altri. È una tentazione di tutti ma specialmente dei Superiori di comportarsi come se la loro visione personale fosse tutto. Cioè credendo che quello che pensano è tutto ciò che il Signore pensa e vuole per la comunità loro affidata.
L'armonia è un dono che però esige collaborazione libera e piena, fino a morire per la comunità alla quale il Signore ci ha mandato come fratelli, come discepoli e come servi.


Prima Lettura   Ef 2, 19-22
Edificati sopra il fondamento degli apostoli.
Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesini
Fratelli, voi non siete più stranieri né ospiti, ma siete concittadini dei santi e familiari di Dio, edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, avendo come pietra d’angolo lo stesso Cristo Gesù.
In lui tutta la costruzione cresce ben ordinata per essere tempio santo nel Signore; in lui anche voi venite edificati insieme per diventare abitazione di Dio per mezzo dello Spirito.

Salmo Responsoriale 
  Dal Salmo 116
Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo.
Genti tutte, lodate il Signore,
popoli tutti, cantate la sua lode. 
Perché forte è il suo amore per noi
e la fedeltà del Signore dura per sempre. 

Canto al Vangelo   Gv 20,29
Alleluia, alleluia.

Perché mi hai veduto, Tommaso, tu hai creduto;
beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!
Alleluia.
 
Vangelo   Gv 20, 24-29
Mio Signore e mio Dio!
Dal Vangelo secondo Giovanni
Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».
Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi 
hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!». 


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