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venerdì 13 luglio 2018

DICE GESU': "NON ESPONETEVI INUTILMENTE!" / venerdì XIV° sett. T.O.

S. Francesco e il Sultano - mosaico di P. Rupnik.

Nelle due letture di oggi c'è il peccato, il male, l’opposizione al Regno di Dio, ma Osea annuncia subito la pacificazione, l’abbondanza e la gioia riservate a coloro che Dio accoglie, e sui quali Egli veglia come una mamma il suo neonato.
Il Vangelo parla di opposizione all’evangelizzazione, di odio contro i missionari, di tradimenti e ferocia contro di essi nella loro stessa famiglia. Come i missionari dovranno affrontare questo? Si tratta della Verità assoluta, della Volontà di Dio di cui sono ambasciatori, si tratta della Salvezza eterna di coloro che ascoltano, salvezza che Dio desidera con tutta la passione del suo amore dimostrato sulla croce, con tutta la forza delle sue viscere di misericordia. Il missionario è tale se ha zelo, non può essere pigro o pensare che sia indifferente accogliere o meno il Vangelo, convertirsi o meno.

Eppure anche lì, Gesù che ha gli occhi di una mamma per i suoi amici vede anche gli altri come figli ed esseri liberi, e dice: “andate con coraggio, con fiducia audace, ma non esponetevi inutilmente, siate prudenti e semplici e sappiate staccarvi, addirittura fuggire in altri luoghi se incontrate la persecuzione”. Sappiamo che lo stile mite dei cristiani può essere un pretesto per i meno spirituali per nascondersi, per adagiarsi. Ma meglio questo della violenza di chi vuole imporre agli altri la sua religione o la sua idea, di chi vuole che il Cristianesimo comandi nella Società mentre ha solo la vocazione di fermentarla con la sua testimonianza autentica.
Dio è Padre di tutti gli uomini, che essi si aprano a Lui o meno e come figli li tratta. Negli altri noi non vediamo fratelli ma spesso nemici e Gesù lo sa per cui ci dona consigli di prudenza per preservarci. La Jihad è profondamente contro Dio. E' una profonda contraddizione da parte di chi dice di credere in un Dio unico e onnipotente. Dio ha forse bisogno di essere difeso? Spesso nel passato noi cristiani abbiamo fatto guerre sante con armi e sangue versato. Riconosciamo che, anche oggi, facciamo spesso quotidiane “guerre sante”, per avere ragione, per “aiutare” l’altro a cambiare, ecc. Davvero è un elemento difficile da comprendere e mettere in pratica perché la fermezza associata all’amore specie nell’educazione dei giovani è una qualità, non un difetto, l’ordine e la chiarezza sono virtù necessarie alle famiglie e alle comunità cristiane. Ma fondamentalmente l’uomo è stato creato libero e responsabile. E la libertà, anche di dannarsi, fa parte della dignità che Dio gli ha dato e mai rinnegherà. Per evangelizzare come Dio vuole bisogna mettere le persone al primo posto e non le leggi. Se penso che Dio mi manda per instaurare il suo Regno attraverso dei precetti, un giorno o l’altro “tirerò fuori la spada”. È inevitabile. Se penso che Gesù è venuto a salvare dei figli, quei figli di Dio dispersi, fratelli miei, comprenderò il Vangelo e il Cristianesimo.
Quando san Francesco andò alla Crociata non voleva che parlassero solo le armi ma annunciare ai musulmani l’amore di Dio che non conoscevano. Con un suo compagno, totalmente indifesi, andarono dal Sultano di Damietta. Appena usciti dal campo videro un gregge di pecore e agnelli e san Francesco esclamò: “questo, fratello, è un segno che Dio ci manda come agnelli in mezzo a lupi e ci accompagna. Coraggio dunque”. L’incontro col Sultano, arrivando disarmati, fu disarmante per tutti e permise al Sultano e ai suoi di conoscere questi cristiani, di dialogare con loro e di farsi conoscere. Non erano così tanto lupi come si temeva, e diventarono amici.  San Francesco non diventò musulmano né perse la purezza della sua fede, ma uscì arricchito da questo incontro.

Prima Lettura  Os 14, 2-10
Non chiameremo più dio nostro l'opera delle nostre mani.
Dal libro del profeta Osèa
Torna dunque, Israele, al Signore, tuo Dio,
poiché hai inciampato nella tua iniquità.
Preparate le parole da dire
e tornate al Signore;
ditegli: «Togli ogni iniquità,
accetta ciò che è bene:
non offerta di tori immolati,
ma la lode delle nostre labbra.
Assur non ci salverà,
non cavalcheremo più su cavalli,
né chiameremo più “dio nostro”
l’opera delle nostre mani,
perché presso di te l’orfano trova misericordia».
«Io li guarirò dalla loro infedeltà,
li amerò profondamente,
poiché la mia ira si è allontanata da loro.
Sarò come rugiada per Israele;
fiorirà come un giglio
e metterà radici come un albero del Libano,
si spanderanno i suoi germogli
e avrà la bellezza dell’olivo
e la fragranza del Libano.
Ritorneranno a sedersi alla mia ombra,
faranno rivivere il grano,
fioriranno come le vigne,
saranno famosi come il vino del Libano.
Che ho ancora in comune con gli idoli, o Èfraim?
Io l’esaudisco e veglio su di lui;
io sono come un cipresso sempre verde,
il tuo frutto è opera mia».
Chi è saggio comprenda queste cose,
chi ha intelligenza le comprenda;
poiché rette sono le vie del Signore,
i giusti camminano in esse,
mentre i malvagi v’inciampano. 

Salmo Responsoriale
   Dal Salmo 50 
La mia bocca, Signore, proclami la tua lode.
Pietà di me, o Dio, nel tuo amore;
nella tua grande misericordia
cancella la mia iniquità.
Lavami tutto dalla mia colpa,
dal mio peccato rendimi puro. 
Tu gradisci la sincerità nel mio intimo,
nel segreto del cuore m’insegni la sapienza.
Aspergimi con rami d’issòpo e sarò puro;
lavami e sarò più bianco della neve. 
Crea in me, o Dio, un cuore puro,
rinnova in me uno spirito saldo.
Non scacciarmi dalla tua presenza
e non privarmi del tuo santo spirito. 
Rendimi la gioia della tua salvezza,
sostienimi con uno spirito generoso.
Signore, apri le mie labbra
e la mia bocca proclami la tua lode. 

Canto al Vangelo 
  Gv 16,14
Alleluia, alleluia.

Quando verrà lo Spirito della verità,
vi guiderà a tutta la verità,
e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.
Alleluia.

Vangelo  
 
Mt 10, 16-23
Non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro.
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli:
«Ecco: io vi mando come pecore in mezzo a lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe.
Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani. Ma, quando vi consegneranno, non preoccupatevi di come o di che cosa direte, perché vi sarà dato in quell’ora ciò che dovrete dire: infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi.
Il fratello farà morire il fratello e il padre il figlio, e i figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno. Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato.
Quando sarete perseguitati in una città, fuggite in un’altra; in verità io vi dico: non avrete finito di percorrere le città d’Israele, prima che venga il Figlio dell’uomo».

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