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lunedì 9 luglio 2018

DOV'E' IL DESERTO DOVE MI VUOLE PORTARE IL SIGNORE? / lunedì XIV° sett. T.O.



Così dice il Signore: «Ecco, io la sedurrò, la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore.
Dov’è questo deserto dove il Signore conduce coloro che ama?
Il deserto sono tutti gli eremi (éremos: deserto, in greco) nei quali il credente può vivere un tempo o tutta la vita per affrontare, non distratto da nulla, l’unica battaglia vera: quella del cuore. Chi approfitterà dell’estate per fare un’esperienza di silenzio e solitudine, anche breve, fa qualcosa di buonissimo per sé e per chi lo circonda. La generosità di san Francesco nel percorrere le strade al fine di predicare il Vangelo può essere paragonata solo al tempo da lui dedicato alla preghiera in solitudine. Ovunque san Francesco è passato si ricorda qualche luogo dove si ritirava in preghiera, silenzio e mortificazione. Talvolta basta una notte per dare una svolta alla vita di una persona. Facendo ritiri con le famiglie mi sorprendeva all’inizio l’emozione, il più delle volte gioiosa, delle persone perché avevo chiesto loro di stare tre ore da soli con la Bibbia: era la prima volta della loro vita che passavano tanto tempo da soli e senza parlare, tranne che con il Signore.
Ma il Signore non porta tutto il popolo d'Israele in un eremo. Dov’è quel deserto dove lo conduce?
Deserto è anche la malattia della emorroissa del Vangelo di oggi che invece di inasprirla rende la sua fede umile e vincente. È l’angoscia di quel padre che ha appena perso la sua figlioletta per cui non ha altra speranza e appoggio che nel Signore. È ogni spina nel fianco che ti schiaffeggia (seconda lettura di ieri 2 Corinzi 12,7-10) e ti fa comprendere la tua debolezza, per cui san Paolo che ne ha scoperto la ricchezza dice che si compiace negli oltraggi, nelle difficoltà, nelle persecuzioni, nelle angosce, purché tutto questo sia riportato a Cristo. È anche, semplicemente, ogni momento in cui, uscendo dalla routine che uccide, il credente prega pensando a quello che dice e a chi lo dice, pensa al sacramento che vive e riceve. Riguardo alle distrazioni, san Carlo Borromeo raccomandava ai preti che si lamentavano delle troppe occupazioni, di meditare ciò che facevano nel ministero e se il Signore accendeva una fiammella di amore nel cuore di non esporla al vento ma di proteggerla perché cresca. Il Curato d’Ars diceva: grande infelicità e che non pensiamo a ciò che facciamo! Il suo vescovo che radunava i preti per la settimana di esercizi spirituali gli disse: “lei non ha bisogno, torni a confessare”. È la capacità di stupirsi del papà o della mamma di fronte al dono della vita e della dignità divina dei loro figli perché Dio si è fatto loro fratello e li chiama a servire il suo Regno dando loro la vita eterna.
Dov’è allora il deserto che fa innamorare? È nel cuore dell’uomo e nella verità. Perché Dio abita nel cuore ed è Verità. È nella croce segno di debolezza e di amore infinito. Si possono dire tante preghiere e non incontrare Dio, non aprirsi a lui.

Prima Lettura   Os 2,16-18.21-22
Ti farò mia sposa per sempre. 
Dal libro del profeta Osèa
Così dice il Signore:
«Ecco, io la sedurrò,
la condurrò nel deserto
e parlerò al suo cuore.
Là mi risponderà
come nei giorni della sua giovinezza,
come quando uscì dal paese d’Egitto.
E avverrà, in quel giorno
– oracolo del Signore –
mi chiamerai: “Marito mio”,
e non mi chiamerai più: “Baal, mio padrone”.
Ti farò mia sposa per sempre,
ti farò mia sposa
nella giustizia e nel diritto,
nell’amore e nella benevolenza,
ti farò mia sposa nella fedeltà
e tu conoscerai il Signore».

Salmo Responsoriale   Dal Salmo 144
Canterò per sempre la fedeltà del tuo amore.
Ti voglio benedire ogni giorno,
lodare il tuo nome in eterno e per sempre.
Grande è il Signore e degno di ogni lode;
senza fine è la sua grandezza. 
Una generazione narra all’altra le tue opere,
annuncia le tue imprese.
Il glorioso splendore della tua maestà
e le tue meraviglie voglio meditare. 
Parlino della tua terribile potenza:
anch’io voglio raccontare la tua grandezza.
Diffondano il ricordo della tua bontà immensa,
acclamino la tua giustizia. 
Misericordioso e pietoso è il Signore,
lento all’ira e grande nell’amore.
Buono è il Signore verso tutti,
la sua tenerezza si espande su tutte le creature.

Canto al Vangelo 
  2 Tm 1,10 
Alleluia, alleluia.

Il Salvatore nostro Gesù Cristo ha vinto la morte
e ha fatto risplendere la vita per mezzo del vangelo. 
Alleluia.
Vangelo   Mt 9,18-26
Mia figlia è morta proprio ora; ma vieni e vivrà.
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, [mentre Gesù parlava,] giunse uno dei capi, gli si prostrò dinanzi e disse: «Mia figlia è morta proprio ora; ma vieni, imponi la tua mano su di lei ed ella vivrà». Gesù si alzò e lo seguì con i suoi discepoli.
Ed ecco, una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni, gli si avvicinò alle spalle e toccò il lembo del suo mantello. Diceva infatti tra sé: «Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò salvata». Gesù si voltò, la vide e disse: «Coraggio, figlia, la tua fede ti ha salvata». E da quell’istante la donna fu salvata.
Arrivato poi nella casa del capo e veduti i flautisti e la folla in agitazione, Gesù disse: «Andate via! La fanciulla infatti non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma dopo che la folla fu cacciata via, egli entrò, le prese la mano e la fanciulla si alzò. E questa notizia si diffuse in tutta quella regione. 

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