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mercoledì 4 luglio 2018

PREFERIRE IL MALE / mercoledì XIII° sett. T.O.


Sappiamo che qualunque sia la santità del prete, mi può assolvere dai miei peccati, mi può dare il Corpo di Cristo. Però non devo adagiarmi su questo. Se la mia partecipazione non è sincera, non è animata da vera fede, il frutto per me è nullo. Amos ce lo dice oggi con parole forti. Non prendiamo sottogamba il suo avvertimento. Il Signore non è onorato da belle liturgie in sé, ma da cuori che si aprono al suo amore e per amore curano la liturgia.
È quello che ci dice ancora più forte il Vangelo con l’episodio degli indemoniati gadareni. La situazione in quella città è molto pesante. Per colpa di questi poveretti non si può nemmeno più passare per quella strada né andare al cimitero. Quindi la loro liberazione, anche costosa, sarebbe oggettivamente un grande beneficio per tutti. Ma le cose vanno diversamente. Perché?

Un particolare interessante che poi risulta essere la chiave per comprendere tutto: i demoni hanno un rapporto diretto con Gesù. Chiaramente è di odio, ma immediato. La gente invece sembra avere con Gesù solo un rapporto indiretto, mediato attraverso il racconto dei mandriani, attraverso i soldi, attraverso le situazioni personali. Non cercano di conoscerlo. Tutta la città gli chiede immediatamente di lasciare il loro territorio. Pensando ai due indemoniati e al problema che ha risolto, potrebbero cercare di dialogare con lui. Invece vedono Gesù solo attraverso il racconto impaurito dei mandriani e il fatto dei porci. Notiamo che i mandriani raccontano "ogni cosa e ... anche il fatto degli indemoniati". Chiaramente la loro vita sono i maiali e i padroni dei maiali e non pazzi che urlano giorno e notte. Paura e soldi: due tasti che fanno scattare reazioni molto forti e non lasciano più spazio all’incontro … Probabilmente così era anche il rapporto della gente con questi due indemoniati: non fratelli, nemmeno persone ma solo un problema, un fastidio. Certamente creano un fastidio, l’abbiamo già sottolineato, e stabilire un rapporto con loro non è facile. Eppure questo sarebbe la via per la soluzione. Almeno non dimenticare che sono dei fratelli, in tutto uguali a noi.
Invece cacciano Gesù perché propone una logica diversa da quella alla quale sono abituati. Viene a sconvolgere gli equilibri raggiunti e si sentono di fronte al vuoto. Meglio il male al quale si è abituati che il bene se significa novità, cambiamento, conversione, affidarsi. Meglio “portare la croce”, lamentandomi, soffrendo, ma “gestire io la situazione” seduto su certezze contraddittorie ma ben conosciute. Meglio il passato di catene che entrare in un cammino di liberazione che significa movimento, orizzonti nuovi. Meglio logiche disumane che la logica vera del Vangelo. Meglio la palude dei miei peccati che il rischio della santità. Meglio il mio padre il diavolo, che il vero Padre che sta nei cieli (Giovanni 8,31-59!). Non indemoniati ma facilmente influenzabili dal demonio!
Questo vuoto lo sentiamo spesso dopo una buona confessione, come me lo confidava  preoccupato un fedele qualche tempo fa: "dopo la confessione mi sento più tentato e quasi pronto a peccare per ritornare “normale”.

Prima Lettura   Am 5, 14-15. 21-24
Lontano da me il frastuono dei vostri canti; piuttosto scorra la giustizia come un torrente perenne. 
Dal libro del profeta Amos
Cercate il bene e non il male,
se volete vivere,
e solo così il Signore, Dio degli eserciti,
sarà con voi, come voi dite.
Odiate il male e amate il bene
e ristabilite nei tribunali il diritto;
forse il Signore, Dio degli eserciti,
avrà pietà del resto di Giuseppe.
«Io detesto, respingo le vostre feste solenni
e non gradisco le vostre riunioni sacre;
anche se voi mi offrite olocausti,
io non gradisco le vostre offerte,
e le vittime grasse come pacificazione
io non le guardo.
Lontano da me il frastuono dei vostri canti:
il suono delle vostre arpe non posso sentirlo!
Piuttosto come le acque scorra il diritto
e la giustizia come un torrente perenne». 

Salmo Responsoriale  
 Dal Salmo 49 
A chi cammina per la retta via mostrerò la salvezza di Dio. 
Ascolta, popolo mio, voglio parlare,
testimonierò contro di te, Israele!
Io sono Dio, il tuo Dio! 
Non ti rimprovero per i tuoi sacrifici,
i tuoi olocàusti mi stanno sempre davanti.
Non prenderò vitelli dalla tua casa
né capri dai tuoi ovili. 
Sono mie tutte le bestie della foresta,
animali a migliaia sui monti.
Conosco tutti gli uccelli del cielo,
è mio ciò che si muove nella campagna. 
Se avessi fame, non te lo direi:
mio è il mondo e quanto contiene.
Mangerò forse la carne dei tori?
Berrò forse il sangue dei capri? 
Perché vai ripetendo i miei decreti
e hai sempre in bocca la mia alleanza,
tu che hai in odio la disciplina
e le mie parole ti getti alle spalle?    

Canto al Vangelo 
  Gc 1,18
Alleluia, alleluia.
Per sua volontà il Padre ci ha generati
per mezzo della parola di verità,
per essere una primizia delle sue creature 
Alleluia.

Vangelo
   Mt 8, 28-34
Sei venuto qui a tormentarci prima del tempo?
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, giunto Gesù all’altra riva, nel paese dei Gadarèni, due indemoniati, uscendo dai sepolcri, gli andarono incontro; erano tanto furiosi che nessuno poteva passare per quella strada. Ed ecco, si misero a gridare: «Che vuoi da noi, Figlio di Dio? Sei venuto qui a tormentarci prima del tempo?».
A qualche distanza da loro c’era una numerosa mandria di porci al pascolo; e i demòni lo scongiuravano dicendo: «Se ci scacci, mandaci nella mandria dei porci». Egli disse loro: «Andate!». Ed essi uscirono, ed entrarono nei porci: ed ecco, tutta la mandria si precipitò giù dalla rupe nel mare e morirono nelle acque.
I mandriani allora fuggirono e, entrati in città, raccontarono ogni cosa e anche il fatto degli indemoniati. Tutta la città allora uscì incontro a Gesù: quando lo videro, lo pregarono di allontanarsi dal loro territorio. 

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