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giovedì 19 giugno 2025

SCRITTURA, TRADIZIONE, MAGISTERO: LA DEFINIZIONE DI OGNI CATTOLICO / Il Messaggio di Papa Leone ai vescovi del CELAM.



“Scrittura, Tradizione, Magistero”. Ecco i criteri che il Papa indica ai vescovi del CELAM (Consiglio Episcopale Latinoamericano e dei Caraibi) per cercare le nuove soluzioni pastorali

Ma sono i criteri di base che distinguono ogni cattolico dai non cattolici! Chi non appoggia la sua fede sulla Scrittura non è cattolico! Chi non tiene conto della Tradizione viva della Chiesa, non è cattolico! Chi non accoglie il Magistero con « l’ossequio dell'intelletto e della volontà » non è cattolico. Questi tre elementi sono inseparabili. Coloro che rifiutano per principio uno o più di questi elementi, in particolare il Magistero della Chiesa, chiaramente non sono cattolici. Ma molti nella Chiesa vogliono intendere a modo loro questi elementi. Per la Scrittura c'è chi si avvicina al "Sola Scrittura" dei protestanti, e chi invece vuole relativizzarne l’autorità. Per la Tradizione molti intendono cristallizzarla a un determinato momento della Storia della Chiesa, negando il suo carattere di Tradizione viva. Tutti poi negano l’autorità del Magistero che deve discernere per noi in modo sicuro, cosa rientra nel deposito della fede oppure no, in particolare i progressi nell’interpretazione della Scrittura e gli sviluppi della Tradizione. 

Ma perché il Papa menziona questi criteri evidenti a dei vescovi? Ricordiamo che proprio in America Latina, di fronte alle ingiustizie economiche, all’oppressione di regimi dittatoriali, e alle possibilità di sviluppo dei nostri tempi, la riflessione di teologi ha aperto una nuova corrente chiamata “Teologia della Liberazione”. Alcuni sono rimasti nel solco del Magistero arricchendo il cammino della Chiesa, altri hanno preso lo schema marxista come chiave di interpretazione di tutto, il che era un errore evidente e con conseguenze gravissime. Altri come P. Bergoglio, diventato poi il nostro caro Papa Francesco, e san Oscar Romero, non hanno mai aderito a questi errori, pur lasciandosi provocare dalle situazioni di povertà e di ingiustizia. In questa scia si pone Papa Leone. Leggiamo il suo testo sotto: 

TRE NUOVI PRESBITERI PER LA CHIESA DI GERUSALEMME, SEGNO DELLA FEDELTÀ DI DIO ANCHE IN TEMPI DIFFICILI / 14 giugno 2025



La Chiesa di Gerusalemme ha vissuto ieri, 14 giugno, una grande gioia con l’ordinazione presbiterale di tre nuovi sacerdoti, nella Solennità della Santissima Trinità. La celebrazione si è svolta presso il Centro Internazionale Domus Galilaeae, sulla riva del lago di Tiberiade, luogo caro al Cammino Neocatecumenale e simbolo di una chiamata rinnovata all’evangelizzazione. 

I tre ordinandi — John Oscar Nuñez, originario delle Filippine, Giacomo Pagliariccia, italiano, e Lucas Solbach, francese — sono stati ordinati sacerdoti per l’imposizione delle mani e la preghiera consacratoria di Sua Beatitudine Cardinale Pierbattista Pizzaballa, Patriarca latino di Gerusalemme. 

HOMOOÙSIOS. PERCHÉ USARE TERMINI NON BIBLICI / 10 NICEA, Gesù Cristo, ... nn. 15 - 17.


 

1.2. Riflessione sul ricorso all’espressione homooúsios

15. Uno dei contributi centrali di Nicea è la definizione della divinità del Figlio nei termini di una consustanzialità: il Figlio è “consustanziale” (homooúsios) al Padre, “generato dal Padre”, “cioè della stessa sostanza del Padre”.[21]La generazione del Figlio è altra cosa rispetto alla creazione, perché si tratta di una comunicazione dell’unica sostanza del Padre. Il Figlio è non solo pienamente Dio come il Padre, ma anche di una sostanza numericamente identica alla sua, poiché non vi è alcuna divisione nel Dio Uno.[22]Ripetiamolo: il Padre dona tutto al Figlio, secondo la logica di una vita divina che è agapē e che eccede sempre ciò che lo spirito umano può concepire. 

mercoledì 18 giugno 2025

COME TRARRE PROFITTO DALLE NOSTRE OPERE BUONE? / mercoledì XI sett. T.O., dispari, 2025.



Le due letture trattano lo stesso argomento: come trarre profitto dalle mie opere buone? Nella prima lettura san Paolo invita alla quantità=generosità nel dare perché Dio non si lascia vincere in generosità. Ma c'è un ostacolo che vanifica il valore delle nostre buone opere: cercare l’apparenza, la ricompensa dal plauso della gente. Nel dire che bisogna agire nel segreto, Gesù propone uno spirito. Non significa che gli altri non debbano mai vedere le tue opere buone. Molto spesso non si possono nascondere e se provengono da un cuore sincero, da una fede che cerca di fedele, diventano una testimonianza, uno stimolo per gli altri … (Ebrei 10, 24; Giacomo 2, 18; Giacomo 3, 13; 1 Pietro 2, 12; …). Ma sono condannati terribilmente coloro che non cercano Dio ma sé stessi sul palcoscenico religioso: “hanno già ricevuto la loro ricompensa”. Il curato d'Ars aveva ricevuto la massima onorificenza della Légion d'Honneur. Non solo non ne parlava, ma vendette l'insegna perché, diceva: "Se arrivo in paradiso con queste insegne, il Signore mi dirà: non entrare, hai già ricevuto la tua ricompensa!"


Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi  2Cor 9,6-11 

martedì 17 giugno 2025

NUOVO SANTUARIO DELLA MADONNA DI AREQUIPA / 17 giugno 2025.


Inaugurazione del nuovo Santuario della Madonna di Arequipa (nel sud del Perù). Sarà la chiesa più grande del Perù. Si riconosce lo stile dell'architettura. I Mosaici per la decorazione interna sono di un altro stile. 

RELIGIONE E SALUTE MENTALE. COSA DICE LA SCIENZA? / 17 giugno 2025



La religione vissuta comunitariamente e secondo le regole aiuta l’equilibrio mentale delle persone oppure no? 

Molti preferiscono non seguire le regole comunitarie ma la propria sensibilità, per maggiore autenticità e sincerità dicono, oppure rifuggono dagli incontri comunitari per una maggiore intimità con Dio. Chi ha problemi di equilibrio mentale si trova poi quasi sempre sfasato nella vita sociale e quindi spesso fa fatica ad integrarsi anche in una comunità di fede. Dobbiamo sconsigliare a queste persone di fare un cammino di fede? Freud (1856 - 1939) con la psicanalisi considerava la religione come una nevrosi ossessiva radicata nel desiderio infantile di una figura paterna dominante che potesse rassicurare di fronte alle sfide della vita, o imbrigliare le proprie potenzialità, eliminando così il rischio che comporta la crescita. Per migliorare la salute mentale collettiva bisognava abbandonare la religione. Un altro autore, Albert Ellis (1913 - 2007) affermava la “significativa correlazione tra la religione e il disturbo emotivo”. Nelle nostre società di fatto molti dicono che la religione non libera l’uomo ma lo schiavizza, che la pratica intensa di una religione può portare solo al fanatismo o manifesta un disturbo mentale già latente. 

lunedì 16 giugno 2025

LA ZAVORRA CHE SPEGNE LO ZELO / 16 giugno 2025.



Hai zelo per le anime? Lo zelo per le anime si misura dal desiderio che hai che tutti vadano in cielo e nessuno all’inferno. Un desiderio concreto: sei pronto a pagare di persona affinché le persone che incontri conoscano la salvezza, amino il Signore ed evitino la condanna? La salvezza è il bene supremo che irradia e rigenera la tua vita fin da adesso, ma si realizza totalmente solo all'ingresso in paradiso. Cosa sarebbe una vita riuscita sul piano terreno, anche seguendo i valori del Vangelo, se tu non entrassi nel Regno preparato per i Benedetti di Dio? Sarebbe tutto vano. 

Ora molti non conoscono Gesù come Salvatore, non conoscono la sua Via. Molti poi, vivono nell’illusione di poter essere “cristiani a modo loro”, decidendo ciò che è giusto e ciò che non lo è, ritenendo spesso superfluo partecipare alla vita della Chiesa e ai Sacramenti. San Pietro invece dice: "Quindi, fratelli, cercate di render sempre più sicura la vostra vocazione e la vostra elezione. Se farete questo non inciamperete mai". (2 Pietro 1, 10). Da parte dei cristiani di buona volontà ci sono spesso tre ostacoli che zavorrano il loro cammino, e in chi vorrebbe evangelizzare spegne lo zelo per le anime. 

domenica 15 giugno 2025

LA PACE TORNERÀ SE NON CI MUOVEREMO PIÙ COME PREDATORI MA COME PELLEGRINI / SS. Trinità, 2025.


Dio si presenta all’umanità come colui che viene in soccorso dell’uomo. Il grande inizio è con Abramo, un uomo ormai vecchio e senza speranza. Ma, lungo le generazioni, questa esperienza di salvezza fa crescere in alcuni il desiderio di conoscere Dio faccia a faccia. “Mostrami la tua gloria!” chiede Mosè. Ma questo non è possibile (Esodo 33, 17-23 ). Gesù si troverà nella stessa situazione con i suoi discepoli : “per il momento non siete capaci di portarne il peso”. Ma egli non chiude la porta, anzi, promette lo Spirito che “guiderà a tutta la verità”. Quindi per i cristiani, che vivono dopo la Pentecoste, le cose dovrebbero essere diverse. Gesù ha mostrato la sua gloria. L’effusione dello Spirito che scruta ogni cosa e anche le profondità di Dio (1 Corinzi 2, 10) permette di conoscere più profondamente Dio e anche sé stessi (Romani 8, 27; Ebrei 4, 12: lo Spirito “scruta i sentimenti e i pensieri del cuore”; Apocalisse 2, 23:  “io sono Colui che scruta gli affetti e i pensieri degli uomini”). Molto spesso però i battezzati sembrano indifferenti alla conoscenza di Dio e del proprio cuore, oppure come smarriti, incapaci di iniziare a camminare. Ma è un cammino necessario. Bisogna fare il primo passo e chiedere a Dio di guidarci. 

Una prima condizione fondamentale è prendere coscienza che siamo di passaggio, che siamo pellegrini, e che l’unica soluzione è di essere risolutamente “pellegrini dell’assoluto”. Questo non priva delle gioie o della pienezza della vita terrena, anzi. Il frutto è uno sguardo contemplativo che ci rivela la vera dimensione di ogni realtà e come ha detto Papa Leone nella Veglia di Pentecoste : “La terra riposerà, la giustizia si affermerà, i poveri gioiranno, la pace tornerà se non ci muoveremo più come predatori, ma come pellegrini. Non più ognuno per sé, ma armonizzando i nostri passi ai passi altrui. Non consumando il mondo con voracità, ma coltivandolo e custodendolo, come ci insegna l’Enciclica Laudato si’ “.


Dal libro dei Proverbi  Prv 8,22-31 

sabato 14 giugno 2025

50 ANNI DI PRESENZA MISSIONARIA, DI FEDE E DI COMUNIONE / Francobollo commemorativo nella Repubblica Dominicana. Giugno 2025.



Per il 50 anniversario dell’arrivo del Cammino neocatecumenale nella Repubblica Dominicana (nel 1974) le poste statali hanno emesso un francobollo commemorativo che rappresenta “La Piccola”, la “Madonna di Kiko”. Il Direttore delle Poste Dominicane ha affermato che questo gesto simboleggia un tributo alla fede e alla missione cristiana, sottolineando che in questo modo “con ogni lettera che attraverserà villaggi, città e oceani, viaggerà anche questa testimonianza di fede, di comunione e di missione”. Il Sacerdote spagnolo responsabile del Cammino nella Repubblica Dominicana, ringraziando, ha sottolineato che questa emissione onora “una storia viva di rinnovamento pastorale e presenza missionaria nelle periferie esistenziali della nostra società”.

venerdì 13 giugno 2025

SANT'ANTONIO "ARCA DEL TESTAMENTO", COSA SIGNIFICA? / Memoria di sant'Antonio di Padova, 13 giugno 2025.

Sant'Antonio predica seduto
sul noce a Camposampiero


Sant’Antonio fu chiamato “Doctor Evangelicus” da Pio XII proclamandolo Dottore della Chiesa nel 1949, e “Arca del Testamento” «peritissimo esegeta», «esimio teologo» dal Papa Gregorio IX quando predicò a lui e ai cardinali. Quattro anni più tardi, canonizzandolo, ricorderà quei giorni di quaresima: «personalmente sperimentammo la santità e l'ammirevole vita di lui, quando ebbe a dimorare con grande lode presso di noi.» 

giovedì 12 giugno 2025

RIFLETTENDO COME IN UNO SPECCHIO LA GLORIA DEL SIGNORE / Giovedì X sett. del T.O., dispari. 2025.




Sant’Ignazio durante la lunga convalescenza dopo la grave ferita riportata a Pamplona, cominciò a gustare le vite dei santi. Constatò che dopo la lettura di romanzi il piacere percepito durante la lettura gli lasciava solo il ricordo di un passatempo che lo aveva divertito. Dopo la lettura delle vite dei santi si sentiva accompagnato dalle loro parole e dalle loro gesta che continuavano a vivere in lui. 

Molti si annoiano nell’inattività e diventano così dipendenti dal cellulare, dai social, o da altre attività per riempire il vuoto della loro vita. Ma in fondo questo non lascia loro niente dentro. Ma c'è di peggio: molti battezzati andando a messa, appena finita la celebrazione non gli rimane nulla, come se un velo fosse steso sul loro cuore. 

Chi prega davvero non è mai solo. Sente di essere accompagnato e consigliato dallo Spirito di Gesù. Preghiamo affinché rifulga la luce di Cristo nei nostri cuori e nei cuori di tutti gli uomini. Troppi si rivolgono al Signore (alla Madonna) solo per avere una vita più tranquilla oppure, se sono più coraggiosi o hanno ricevuto una formazione moralista, si rivolgono al Signore per poter essere più perfetti, mentre quello che conta è di essere testimoni credibili. 


Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi   2Cor 3,15-4,1.3-6 

LA PATERNITÀ DIVINA STABILISCE ANCHE L'UNICITÀ DI OGNI PERSONA DIVINA / 09 NICEA, Gesù Cristo... nn. 13-14.



13. È essenziale tenere insieme a un tempo la divinità dello Spirito come “terzo” in Dio e il suo legame col Padre così come col Figlio. In effetti, ancora oggi persistono delle difficoltà a considerarlo come una Persona divina a sé e non come una semplice forza divina, magari cosmica. Si potrebbe perfino pensare di pregare il Padre e il Figlio lasciando fuori lo Spirito, contrariamente alla preghiera della Chiesa che si rivolge sempre al Padre, per mezzo del Figlio, nello Spirito Santo. Si riconoscerà una legittima importanza all’Eucaristia, alla Vergine Maria o alla Chiesa – senza tuttavia misurare quanto queste ultime realtà siano preziose precisamente perché sono vivificate dallo Spirito.[19]Al contrario, altri attribuiranno un posto centrale, se non esclusivo, allo Spirito Santo, fino a lasciare in secondo piano il Padre e il Figlio, cosa che ricade, paradossalmente, in una forma di riduzionismo pneumatologico, dal momento che Egli è Spirito del Padre e Spirito del Figlio (Gal 4,6; Rm 8,9). La grandezza sovrabbondante dello Spirito Santo espressa nella fede di Nicea è una protezione sicura contro questi riduzionismi. 

mercoledì 11 giugno 2025

COME AIUTARE I GIOVANI: DON BOSCO PUNIVA? / La missione della Chiesa tra i giovani.


Tutti conoscono D. Bosco, la sua grande opera verso i giovani - molti dei quali difficili, già feriti dalla vita - e conoscono almeno il nome del suo metodo detto “Sistema Preventivo" fondato su ragione, religione e amorevolezza. Meglio prevenire che punire. Ma oggi il verbo punire, in molte famiglie, scuole, parrocchie sembra cancellare anche il verbo correggere. Ora D. Bosco correggeva. Altrimenti avrebbe fallito con i giovani e sarebbe stato fuori dalla fede cristiana come purtroppo molti che si adeguano all’idea comune che rifiuta ogni idea di peccato originale. È l’ideologia di Jean Jacques Rousseau che propone come ideale dell’uomo il “Buon Selvaggio”, non corrotto dalla società e dall’educazione ma guidato dal suo solo istinto e dalla propria esperienza personale soggettiva. Essendo buono e perfetto per natura, l’uomo si deve sviluppare come essere autonomo, non condizionato da norme sociali, o da insegnanti. Tutti i mali presenti nell’uomo sono conseguenza della corruzione portata dalla società. È tutto il contrario dell’esperienza e della fede cristiana. All’epoca di D. Bosco le punizioni  corporali erano comuni. Lui li rifiutava totalmente come altri da sempre nella Chiesa. 
Egli si ispirò da s. Francesco di Sales, santo della dolcezza, motivo per cui i salesiani si chiamano “salesiani”! Il metodo di D. Bosco puntava a creare un ambiente positivo dove i giovani si sentissero stimolati a dare il meglio di sé, incoraggiati a rispettare gli altri e a scoprire le proprie potenzialità. 

PRIMA DI CONFESSARTI / da usare nell'esame di coscienza. Giugno 2025

Resta calmo e ama la natura.
Partecipa a gruppi per l'ambiente
e la sostenibilità e invita amici. 
Educa te stesso all'azione climatica
 e passa all'azione. 



Preghiera per la grazia  della conversione (Fonte Movimento Laudato Si)


Nel mio desiderio di riconciliazione con il creato, chiedo perdono a Dio e la grazia della conversione ecologica.

Riconosco i modi in cui ho scelto personalmente convenienza, egoismo e avidità rispetto alla giustizia ecologica e sociale. 

martedì 10 giugno 2025

CRISTO È CONTENTO DI DIRE ATTRAVERSO DI TE ALLE PERSONE: DIO TI AMA! / martedì X sett. T.O., dispari. 2025.



In Francia - ma non solo, anche in Italia - si costata che i musulmani sono fieri di esserlo, e così gli ebrei anche quando devono essere prudenti per l’antisemitismo imbecille che sta risorgendo. Invece molto spesso i cristiani non osano manifestare la loro fede, quasi vergognosi, e sono spesso insicuri, incapaci di rendere “ragione della speranza che è in voi”  (1 Pietro 3, 15).

I motivi possono essere molti. Uno di questi è che il Cristianesimo pur essendo molto conveniente per la vita dell’uomo, ha però una radice totalmente soprannaturale, celeste. Se non ho fatto un incontro personale con il Cristo risorto, se non mi lascio guidare dallo Spirito Santo, il Paràclito, come farò a dare testimonianza di qualcosa che non conosco? 

Ma oggi il Signore tocca un altro tasto: ci invita a scegliere da quale parte stare, di avere il coraggio della sincerità, del «sì» oppure del «no». Non si può essere «sì» e «no», non si può essere “può darsi”, “ non so”... Almeno non devo fermarmi fin quando non ho scoperto la verità. E la fede trasmessa si rafforza. 

Gesù nel Vangelo di oggi dice: “ Voi siete il sale della terra. Voi siete la luce del mondo”. A chi lo diceva? Non ai consacrati, a gente speciale, ma a gente comune, a gente semplice, non preparata. Perché Colui che annunciamo è il solo che conta, è lui la verità, e il suo Spirito ci educa, ci ispira un comportamento nuovo. La nostra speranza nei cieli è così grande che ci distacca dalla paura. Non importa se ancora portiamo questo tesoro in un vaso di creta fragili : manifesta ancora più chiaramente che questo tesoro viene da Dio e non da noi.

La domanda allora è: sei convinto di avere una missione? Senza Cristo, senza il riferimento costante al Vangelo, senza la sottomissione allo Spirito non potrai fare nulla, e se agisci partendo da te, farai solo danni. Ma l'aver ricevuto misericordia da Dio è anche essere chiamato a portare questa misericordia. Non devi fare cose grandi. Certamente Cristo che vive in te è contento di incontrare le persone che incontri, di dire loro con la parola e gesti semplici che il Padre li ama. E si vuole servire di te. 


Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi  2Cor 1,18-22 

lunedì 9 giugno 2025

MARIA MADRE DELLA CHIESA, VISTA DA DON BOSCO / Lunedì di Pentecoste 2025

L'immagine di Maria Ausiliatrice
che orna la nostra chiesa
nel periodo della sua festa.


Papa Francesco ha voluto il lunedì di Pentecoste Memoria di Maria Madre della Chiesa per indicare che Lei ci accompagna fin dall'inizio e lo farà fino all’ultimo giorno e si lascia guidare dallo Spirito Santo fino alla sua completa glorificazione, mostrandoci la via della nostra salvezza. 

È l’occasione per presentare una bella catechesi fatta dal salesiano venuto a celebrare con noi Maria Ausiliatrice, sulla sua icona. Infatti è stata dipinta su ordine e con le indicazioni di don Bosco come messaggio ai suoi ragazzi. 

Maria su sfondo di cielo con gli angeli che la attorniano è tradizionale: don Bosco era un evangelizzatore santo e completo. Voleva la santità dei suoi ragazzi partendo dalla loro umanità. Ma è la corporatura di Maria che sorprende e colpisce subito. Don Bosco voleva una Madonna simile alle mamme dei ragazzi, forte, abituata alla vita dura per portare avanti la famiglia e non una donna esile, di stile aristocratico, poco familiare per loro che avrebbe creato un senso di distanza. 

Don Bosco ha scelto i colori dei vestiti della Vergine e del suo Bambino. Colori non corrispondenti con i codici abituali delle icone ma colori vivaci gioiosi: la sua veste non è rossa, ma rosa, un rosa splendente. Il Bambino è vestito di verde e arancione. Una cosa nuova. Se i ragazzi avevano conosciuto parrocchie immobili, fredde verso di loro, quei colori nuovi parlano di una Chiesa diversa, amica, vicina ai loro gusti. 

La forza di Maria si deduce anche da un particolare : ci vuole molta forza per tenere un bambino di questa taglia in quella posizione. Ma questo è secondario. Conta la posizione stessa del Bambino come messaggio ai ragazzi: Egli si protende verso di voi sorridendo. Ed è quasi un ragazzino che potrebbe essere vostro compagno di giochi. 

Ecco come l’amore per il Signore e la Madonna e l’amore per i ragazzi permettono in santa libertà di inventare linguaggi nuovi per esprimere la fede e la devozione. Maria ci aiuti ad essere anche noi santamente creativi. 


Dal libro della Gènesi  Gn 3,9-15.20 

domenica 8 giugno 2025

PENTECOSTE: GESÙ DONA LA SUA GLORIA AGLI UOMINI / Domenica di Pentecoste 2025.



Finisce il tempo di Pasqua e ricomincia il tempo ordinario. Se dovesse significare la ripresa di una routine è completamente contraddittorio con il senso della Pentecoste che non è una fine ma un inizio. Per gli ambrosiani, dopo la Pentecoste inizia il tempo dello Spirito che culmina con il 15 agosto, festa dell’Assunzione di Maria in cielo. Viviamo anche noi con gli occhi rivolti alla Vergine, Madre della Chiesa, fedele sposa dello Spirito che viene glorificata in tutta la sua umanità. Papa Francesco ha voluto darci questo indirizzo, istituendo la memoria della Beata Vergine Maria Madre della Chiesa per il lunedì di Pentecoste. 

venerdì 6 giugno 2025

COSA FARÀ PAPA LEONE XIV PER L'UCRAINA? / Dichiarazione di Mons. S. Schevchuk del 14 maggio 2025.

Leone XIV e Sviatoslav Schevchuk


Mentre i russi bombardano ogni giorno città, case, chiese, ospedali, in Ucraina, uccidono civili e deportano bambini, Putin si straccia le vesti per le "azioni terroristiche ucraine" per due ponti caduti nelle regioni di Kursk e Bryansk mentre passava il treno, con, purtroppo, alcuni morti e feriti. Finora non ho sentito nessuna rivendicazione da parte ucraina. In questa situazione infinitamente tragica della guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina, cosa può fare Papa Leone? Come è visto questo nuovo Papa in Ucraina? Mons. Schevchuk ce lo spiega e tra altre cose, ricorda la presa di posizione dell'allora vescovo di Chiclayo Prevost nel 2022  ( (414) Quanto papa Leone XIV nel 2022 si espresse sulla guerra in Ucraina - YouTube ) ( Cosa diceva Prevost all'inizio della guerra tra Russia e Ucraina - Zona Bianca 2025 Video | Mediaset Infinity )

Sotto la dichiarazione di Schevchuk tradotta in italiano ( Leo XIV: Pope of Peace and Hope for Ukraine | Materials | Ukrainian Greek Catholic Church).


14 maggio 2025, 22:33179

Quando abbiamo sentito l'"Habemus Papam" e visto il nuovo Pontefice, è stata una sorpresa per molti. Ma nella prospettiva di Dio, nulla accade per caso: è il Signore che chiama il successore dell'apostolo Pietro, e i cardinali si limitano a discernere la Sua volontà.

Per l'Ucraina e la Chiesa greco-cattolica ucraina, il nome scelto – Leone – è stato un segno speciale. Papa Leone XIII (1878-1903) fu patrono delle Chiese cattoliche orientali, dedicato alla nostra educazione e al nostro sviluppo. Fu Papa durante gli anni di formazione di uno dei più grandi leader spirituali della nostra storia, il metropolita Andrej Šeptytskij, che guidò gli ucraini e la nostra Chiesa nel XX secolo. Oggi siamo una Chiesa che continua a vivere dell'eredità di quel periodo, preservata, arricchita e santificata attraverso le persecuzioni del XX secolo. Questo ci dà la speranza di una profonda comprensione dell'Ucraina nella missione del nuovo Pontefice. 

giovedì 5 giugno 2025

IL PADRE MANIFESTA L'IMMENSITÀ DEL FIGLIO E DELLO SPIRITO / 08 NICEA, Gesù Cristo, ... nn. 11-12



11. La rivelazione nel Cristo della paternità di Dio manifesta anche l’immensità del Figlio e dello Spirito. Se Dio Padre dona tutto, tranne la sua paternità, ciò significa che il Figlio e lo Spirito sono pienamente uguali al Padre nella loro divinità. Nel Simbolo il Figlio è “uno solo”, Egli è “Signore” (Kyrios, che traduce il Tetragramma nella Settanta), “Figlio di Dio”, “l’uni-genito” (ho monogenēs) nell’intimità del Padre, “Dio nato da Dio”, “luce nata dalla luce”, “Dio vero nato da Dio vero”, consustanziale (homooúsios) al Padre. Notiamo, ad esempio, che nel Quarto Vangelo, il Figlio è più volte chiamato theos: Gv 1,1; 5,18; 20,28. Il Figlio è generato “prima di tutti i secoli”, il che significa nel Simbolo che Egli è co-eterno col Padre (cf. Gv 1,1). Ciò prende di mira alcune posizioni di Ario, secondo il quale «c’era un tempo in cui [il Figlio] non era», «prima di essere nato Egli non era» e «Egli è divenuto a partire da ciò che non era»,[16] o ancora «il Figlio deriva dal nulla», in virtù del «volere e decisione del Padre».[17]È per questo che il Figlio può essere confessato come colui «per [il quale] tutto è stato fatto» (cf. 1Cor 8,6; Gv 1,3). Dio è così grande che il Padre è capace di generare un altro, che è uguale a lui secondo la divinità. Dio eccede tutto ciò che noi possiamo concepire e immaginare di Lui, dal momento che la sua unità assume una pluralità reale, che non rompe l’unità. 

COME AIUTARE I GIOVANI? LA FAMIGLIA / Il Magistero di Papa Leone. 05 - 06 - 2025



Come aiutare la società e in particolare i giovani? Un approccio di fondo è curare le famiglie. Non prendere i giovani solo come una categoria a parte ma curare le (loro) famiglie, curarli nelle loro famiglie, curarli nel rapporto che hanno con la loro famiglia. Anche se il cammino del popolo eletto e in particolare il Cristianesimo fa emergere la persona e la sua autonomia e libertà (il concetto stesso di persona come lo conosciamo è un’invenzione del Cristianesimo), ogni persona nasce e si sviluppa in una famiglia, e cresce tanto meglio se questa poggia sull’amore di Dio e le solide fondamenta che sono le caratteristiche del matrimonio cristiano. È quello che proclama chiaramente la Chiesa organizzando il Giubileo “delle Famiglie, dei Bambini, dei Nonni e degli Anziani”, unendo in un unico evento queste varie componenti. Per il Papa “le famiglie cristiane presenti in tutto il mondo (sono) membra vive del Corpo mistico di Cristo e primo nucleo ecclesiale a cui il Signore affida la trasmissione della fede e del Vangelo, specialmente alle nuove generazioni”. “La domanda profonda d’infinito scritta nel cuore di ogni uomo conferisce ai padri e alle madri il compito di rendere i propri figli consapevoli della Paternità di Dio, secondo quanto scriveva Sant’Agostino: «Come in Te abbiamo la sorgente della vita, così nella tua luce vedremo la luce» (Confessioni, XIII, 16)”. 

mercoledì 4 giugno 2025

PERCHÉ GESÙ È FELICE DI ANDARE IN CROCE ? / mercoledì VII sett. di Pasqua, 2025.

La preghiera sacerdotale di Gesù
nella visione orientale


In queste letture così dense fermiamoci su questa frase di Gesù che prega il Padre per i suoi discepoli, presenti e futuri: “per loro io consacro me stesso, perché siano anch'essi consacrati nella verità”. Gesù vuole che nelle difficoltà i cristiani trovino in lui un esempio perfetto, una vita immacolata, senza macchia, senza ombra. Quello che ha annunciato come verità, lui deve incarnarlo totalmente. Che si sappia che l’ideale presentato si è veramente realizzato nella vita di un uomo, fa parte del tesoro dell’Umanità, e che i compromessi suggeriti dal demonio non trovano posto in lui. Non è solo esempio, ma potenza, “potenza di una vita indefettibile" (Ebrei 7,16). “Perciò può salvare perfettamente quelli che per mezzo di lui si accostano a Dio, essendo egli sempre vivo per intercedere a loro favore” (Ebrei 7,25). Gesù va dunque andare in croce per noi! E cosa dice di questa prospettiva? Lo faccio perché i miei discepoli “abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia” Come si fa ad essere gioioso di andare in croce? Lo è perché amando fino in fondo sente, come uomo, la gioia di essere uno con Dio, di essere Dio, perché Dio è Carità (1 Giovanni 4, 16: “Noi abbiamo riconosciuto e creduto all'amore che Dio ha per noi. Dio è amore; chi sta nell'amore dimora in Dio e Dio dimora in lui”). San Francesco dice testualmente: “nella Carità che è Dio”.

Purtroppo, spesso per mancanza di iniziazione al Mistero di Dio, alcuni vedono fin dai primi anni la Chiesa come occasione di carriera, di profitto economico, di potere manipolatore sulle persone. Posso dare esempi di ciascuno di questi casi, presenti nel Nuovo Testamento. Accontentiamoci della frase di Paolo:  “Io so che dopo la mia partenza verranno fra voi lupi rapaci, che non risparmieranno il gregge; perfino in mezzo a voi sorgeranno alcuni a parlare di cose perverse, per attirare i discepoli dietro di sé”. Per questo bisogna vigilare. 


Dagli Atti degli Apostoli  At 20,28-38 

COME LA CHIESA PUÒ AIUTARE I GIOVANI OGGI? / La risposta del Cardinale Battaglia. 04 - 06 - GIUGNO



Al mio post La Gioia del Vangelo: AFRAGOLA: MA VI SEMBRA NORMALE? / 30 maggio 2025., qualcuno mi risponde, un po' sotto forma di rimprovero, chiedendomi cosa faccio per i giovani.  Dialogando, abbiamo constatato che i giovani vicino a me sono sempre troppo pochi ma che non sono neppure assenti, sia nei gruppi e comunità che guido che nei vari contatti che posso avere.  Ma soprattutto, oltre il fare di più che è sempre necessario, conta l'autenticità. Il mio primo dovere è di annunciare il Vangelo nella sua integralità e di formare alla verità. 

Il vescovo Di Donna in un incontro mariano raccomandava di evangelizzare i giovani. Il Cardinale Battaglia al 50° del Cammino neocatecumenale a Napoli, affronta lo stesso argomento dei giovani nella sua omelia e si dona una risposta: 

martedì 3 giugno 2025

MATURARE NELLA FEDE E VINCERE / I martiri ugandesi, 3 giugno 2025.



A volte le corrispondenze tra le letture, o tra le letture e il santo che celebri, lasciano meravigliati. Oggi è la memoria dei giovani ugandesi Carlo Lwanga e compagni, martiri. Sono il primo frutto di santità della missione dei Padri Bianchi mandati dal loro fondatore, il Cardinal Lavigerie, arcivescovo di Algeri. 

In pochi anni (al massimo 7; 1879 - 1886) questi giovani, paggi del re Muanga, hanno raggiunto una fede così matura da preferire la morte al rinnegare Gesù Cristo. “Non ritengo in nessun modo preziosa la mia vita, purché conduca a termine la mia corsa” dice Paolo. Si usa dare una corona ai laureati. Se uno si laurea a 17 anni, si dice: “che fortuna, è un genio, farà una brillante carriera”. Se non ci fosse la vita eterna, morire come questi martiri a 14, 20, o 30 anni, è solo una disgrazia. Ma è morire che è sempre una disgrazia se non c'è la vita eterna. Paolo VI nel canonizzare questi giovani disse “oh, Dio voglia che siano gli ultimi, tanto il loro olocausto è grande e prezioso!”,  ma ne esaltava i meriti e i frutti spirituali. Anche Gesù, trentenne,  avendo amato i suoi che erano nel mondo, sente di aver compiuto la sua corsa, di non essere più già nel mondo ma di venire al Padre. Paolo, dal canto suo, vuole solo portare a compimento “il servizio che mi fu affidato dal Signore Gesù, di dare testimonianza al vangelo della grazia di Dio”. L’uomo non sa il suo domani. Il segreto è di fidarsi di Dio e di Gesù il Signore, e dire “sì” ogni volta alla volontà del Padre che gli si presenta. 

Notiamo come san Paolo insiste più volte sulla necessità di predicare e istruire nella Via aperta da Gesù, sul dovere di “annunciarvi tutta la volontà di Dio”.

Essere cristiani non significa morire presto, anzi. Molti santi sono vissuti molto a lungo. Ognuno ha la sua vocazione  e missione. Ma tutti dobbiamo tendere all’unione totale con Dio, facendo la sua volontà, e con la testimonianza, l’annuncio e l’insegnamento, aiutare gli altri a convertirsi a Dio ed avere fede nel Signore Gesù. Infatti, “Questa è la vita eterna: che conoscano te, l'unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo”. Hai la vita eterna? Conosci davvero il Padre e colui che ha mandato, Gesù Cristo?


Dagli Atti degli Apostoli  At 20,17-27 

LA GRANDEZZA DELLA PATERNITÀ DI DIO PADRE... / 07 NICEA. Gesù Cristo, ... nn.9-10.



1.1. La grandezza della paternità di Dio Padre, fondamento della grandezza del Figlio e dello Spirito

9. Al punto di partenza della fede di Nicea si trova l’affermazione dell’unità di Dio. Il cristianesimo è fondamentalmente un monoteismo, che si pone in continuità con la rivelazione fatta a Israele. Ciononostante, il Simbolo non pone all’inizio semplicemente “Dio”, e ancor meno la natura divina una, bensì la Prima ipostasi divina che è il Padre. In quanto «creatore del cielo e della terra» (cf. Gn 1,1; Ne 9,6; Ap 10,6), Egli è Padre di tutte le cose.[11]Inoltre, il Cristo rivela l’inaudita paternità intra-divina di Dio, fondamento della sua paternità ad extra. Se il Cristo è Figlio divino, in una maniera unica, ciò implica una generazione in Dio: Dio il Padre dona tutto ciò che ha e tutto ciò che è. Dio non è un principio povero ed egoista: Egli è sine invidia.[12]La sua paternità, come la sua onnipotenza, è capacità di donarsi interamente. Questo dono paterno non è solamente un aspetto tra altri, ma definisce il Padre, che è interamente paternità.[13]Dio è Padre da sempre, e non è mai stato un Dio “solitario”.[14]Questa paternità del Dio Uno è il primo aspetto della fede cristiana che provoca lo stupore e di cui si tratta di celebrare l’immensità, riscoprendo Nicea 1700 anni dopo. Si tratta dunque di esplorarne le implicazioni per la comprensione del mistero trinitario. 

VI HO DETTO QUESTO PERCHÉ ABBIATE PACE IN ME! / Lunedì VII sett. di Pasqua, 2025.



Paolo incontra a Efeso persone che credono in Gesù come Messia. Ma nota immediatamente che manca qualcosa. Non basta un atto di fede cosciente in Gesù, anche se è la base di tutto. Infatti Paolo dirà in altro momento: “Cristo infatti non mi ha mandato a battezzare, ma a predicare il vangelo” (1 Corinzi 1, 17) e chiamerà l’annuncio della Buona Notizia di Gesù il suo “culto spirituale” (Cf. Romani 1, 9). Ma bisogna poi fare il passo di entrare pienamente nella Chiesa attraverso il Battesimo. Il battesimo di Giovanni era per la conversione e perdonava realmente i peccati, ma non dava la partecipazione alla natura di Dio. Vediamo delineato anche, in questo brano, il momento proprio della cresima con l’imposizione delle mani, che fa discendere su queste persone lo Spirito Santo. Purtroppo questo dono è  molto trascurato. 

Nella Sinagoga Paolo discute e cerca di persuadere. L’evangelizzazione, basata sulla grazia dello Spirito Santo, si rivolge anche all’intelligenza, comporta dialogo, catechesi, confronto, formazione. 

Nel Vangelo scopriamo qualcosa di sorprendente, di cui non teniamo abbastanza conto: la mancanza di fede degli apostoli. A Cesarea, Pietro, illuminato da Dio, riconosce in Gesù il Cristo. Eppure, durante l’ultima Cena gli apostoli dicono a Gesù : «Ecco, ora … crediamo che sei uscito da Dio». All’ultimo momento! Ma non basta, non è vera fede ancora, è fede bambina, non matura. Infatti Gesù risponde: «Adesso credete?», non illudetevi. Se non sei capace di seguirlo fino alla croce e la morte non hai ancora una fede matura.

Un ultimo punto : Gesù è attento ai sensi di colpa dei suoi discepoli. Dice: «mi lascerete solo; ma io non sono solo, perché il Padre è con me. Vi ho detto questo perché abbiate pace in me.» Sa che il senso di colpa non produce nulla di buono se non viene superato nella fede. Serve solo se è presa di coscienza che ci mette in cammino dietro a Gesù. Altrimenti uccide. “Forse che io ho piacere della morte del malvagio - dice il Signore Dio - o non piuttosto che desista dalla sua condotta e viva?” (Ezechiele 18, 23).


Dagli Atti degli Apostoli   At 19,1-8

lunedì 2 giugno 2025

UN SIMBOLO PER LA SALVEZZA / 06 NICEA, Gesù Cristo, ... nn. 7 - 8.



Capitolo 1

Un Simbolo per la salvezza:

dossologia e teologia del dogma di Nicea 

7. Celebrare Nicea nel suo 1700o anniversario, significa anzitutto meravigliarsi del Simbolo che il Concilio ci ha lasciato e della bellezza del dono offerto in Gesù Cristo, di cui è come l’icona in parole. Cominciamo dunque il nostro studio di Nicea percorrendo questo Simbolo in modo da ritrovare in esso la straordinaria immensità della fede trinitaria, della cristologia e della soteriologia che esprime, come anche le sue implicazioni antropologiche ed ecclesiologiche, prima di concludere con la sua portata ecumenica. Si tratta, per così dire, di un atto di teologia dossologica. Essa non mira a un approfondimento di ogni tema di questo concentrato della fede che è il Simbolo – compito che sarebbe stato comunque di poca utilità e anche impossibile nel quadro del presente lavoro –, ma cerca di mettere in luce la ricchezza degli enunciati e delle verità offerte dal credo niceno sul piano dogmatico, in particolar modo quelli che presentano maggior rilevanza e fecondità per questo periodo della storia della Chiesa e del mondo, proprio nel momento in cui celebriamo l’anniversario di Nicea. 

1. Cogliere l’immensità delle tre Persone divine che ci salvano: «Dio è Amore», infinitamente 

domenica 1 giugno 2025

ASCENSIONE: GESÙ LASCIA UNA CHIESA DEBOLE, IMPERFETTA, IMPREPARATA / Ascensione del Signore, 2025



Ascendendo in cielo Gesù completa la sua missione terrena. Risultato? La sua dipartita lascia un vuoto immenso com'è comprensibile ma soprattutto sembra che Gesù, malgrado la sua vittoria personale sulla morte e sul male, abbia fallito con i suoi discepoli:  egli dà l'avvio a una Chiesa debole, imperfetta, impreparata. Si vede nel tradimento di Giuda che, pur formato da Gesù stesso, lo tradisce. Giuda ci apre al mistero della libertà umana, il bene più grande per Dio. Ma agli occhi esterni appare come un fallimento per Gesù. Gli altri discepoli, dopo tutto quello che hanno sperimentato con lui, dopo la risurrezione e le ultime catechesi in cui parlava loro “delle cose riguardanti il regno di Dio”, chiedono ancora a Gesù al momento dell’Ascensione: «Signore, è questo il tempo nel quale ricostituirai il regno per Israele?». Non hanno proprio capito nulla! Invano Gesù ha predicato e agito: sono rimasti sulle loro posizioni di partenza, quelle insegnate nelle loro famiglie da piccoli. Il Vangelo di Matteo nota persino che pure in quel momento, “alcuni però dubitavano” (Matteo 28,17). Fino alla Pentecoste, sono ancora impauriti. 

Come farà a compiere la missione questo gruppo di persone debole, imperfette, impreparate, impaurite, ostinate nella loro mentalità vecchia, senza soldi, senza strutture, senza raccomandazioni né statuti ufficiali? Sono radicalmente insufficienti. Ma questo a prescindere da quello  che può fare, e farà, lo Spirito Santo. 

Questa è la Chiesa: noi (deboli, imperfetti, impreparati, impauriti, ostinati nella nostra mentalità vecchia, con troppi soldi, strutture e statuti ufficiali, onorificenze o comunque troppa attenzione a questi elementi) e lo Spirito Santo che è Signore e datore di vita. Però perché la Chiesa possa compiere la sua missione ci vuole la fede. È la fede che permette al risorto di agire in noi e attraverso di noi. È la radicale dipendenza da lui, consapevoli della nostra miseria e limitatezza, accettata, che gli permette di trasformarci e usarci. 

Viviamo questa settimana che ci separa dalla Pentecoste prendendo coscienza del nostro vuoto personale e del vuoto della Chiesa se non aperta allo Spirito Santo, ma pieni di gioia perché certi che il Signore compirà la sua promessa. 


Dagli Atti degli Apostoli  At 1,1-11