Capitolo 1
Un Simbolo per la salvezza:
dossologia e teologia del dogma di Nicea
7. Celebrare Nicea nel suo 1700o anniversario, significa anzitutto meravigliarsi del Simbolo che il Concilio ci ha lasciato e della bellezza del dono offerto in Gesù Cristo, di cui è come l’icona in parole. Cominciamo dunque il nostro studio di Nicea percorrendo questo Simbolo in modo da ritrovare in esso la straordinaria immensità della fede trinitaria, della cristologia e della soteriologia che esprime, come anche le sue implicazioni antropologiche ed ecclesiologiche, prima di concludere con la sua portata ecumenica. Si tratta, per così dire, di un atto di teologia dossologica. Essa non mira a un approfondimento di ogni tema di questo concentrato della fede che è il Simbolo – compito che sarebbe stato comunque di poca utilità e anche impossibile nel quadro del presente lavoro –, ma cerca di mettere in luce la ricchezza degli enunciati e delle verità offerte dal credo niceno sul piano dogmatico, in particolar modo quelli che presentano maggior rilevanza e fecondità per questo periodo della storia della Chiesa e del mondo, proprio nel momento in cui celebriamo l’anniversario di Nicea.
1. Cogliere l’immensità delle tre Persone divine che ci salvano: «Dio è Amore», infinitamente
8. Il Simbolo di Nicea-Costantinopoli è strutturato attorno all’affermazione della fede trinitaria:
Crediamo in un solo Dio Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra,
E di tutte le cose visibili e invisibili,
E in un solo Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, Unigenito,
generato dal Padre prima di tutti i secoli, Dio da Dio, luce da luce,
Dio vero da Dio vero, generato non creato, consustanziale al Padre
Per mezzo di Lui tutte le cose sono state create; […]
E nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita, che procede dal Padre,
E con il Padre e il Figlio è coadorato e conglorificato,
E ha parlato per mezzo dei profeti […].[10]
[10] Seguiremo la versione greca del Simbolo Niceno-Costantinopolitano, salvo ulteriori precisazioni.
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