Visualizzazioni totali

mercoledì 4 giugno 2025

COME LA CHIESA PUÒ AIUTARE I GIOVANI OGGI? / La risposta del Cardinale Battaglia. 04 - 06 - GIUGNO



Al mio post La Gioia del Vangelo: AFRAGOLA: MA VI SEMBRA NORMALE? / 30 maggio 2025., qualcuno mi risponde, un po' sotto forma di rimprovero, chiedendomi cosa faccio per i giovani.  Dialogando, abbiamo constatato che i giovani vicino a me sono sempre troppo pochi ma che non sono neppure assenti, sia nei gruppi e comunità che guido che nei vari contatti che posso avere.  Ma soprattutto, oltre il fare di più che è sempre necessario, conta l'autenticità. Il mio primo dovere è di annunciare il Vangelo nella sua integralità e di formare alla verità. 

Il vescovo Di Donna in un incontro mariano raccomandava di evangelizzare i giovani. Il Cardinale Battaglia al 50° del Cammino neocatecumenale a Napoli, affronta lo stesso argomento dei giovani nella sua omelia e si dona una risposta: 

Essere grati per il passato, e dire “sì” al futuro. La Chiesa attrae se è credibile. “E per essere credibile ha necessariamente bisogno di rimettere il Vangelo al centro e ripartire dal Vangelo. … Lì dove c'è la radicalità, i ragazzi te li ritrovi sempre. Dove ci sono i compromessi, dove c'è l’ambiguità, dove c'è la paura i ragazzi non ci saranno mai. Mai. … È importante come Chiesa, è importante come Cammino dentro la Chiesa, rimettere il Vangelo al centro, ripartire dal Vangelo. Essere missionari per annunciare la bellezza del Vangelo. Ma non con le parole, con la nostra vita. È lì la credibilità: la nostra vita, senza paure”. Nella prima lettura in cui vediamo Paolo sperimentare un momento di angoscia “si fa viva la parola di Gesù … «Non aver paura; continua a parlare e non tacere, perché io sono con te e nessuno cercherà di farti del male: in questa città io ho un popolo numeroso». Questo brano della bellissima omelia di don Mimmo ci incoraggia: Non i numeri ma la salvezza. 

La celebrazione si può trovare al link (412) "Umiltà, semplicità, lode" - YouTube . L'omelia inizia al minuto 32.

Conta quindi l’integralità del Vangelo. Nel suo principio e anche nelle sue applicazioni concrete: “Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato”. Abbiamo voluto battezzare tutti (e ancora oggi qualcuno vuole farlo)  ma al contempo siamo stati molto più pigri nell’insegnare ad osservare tutto ciò che Gesù ha comandato, se non addirittura abbiamo legittimato tutte le deformazioni e annacquamenti del Vangelo! Ora il battesimo senza la formazione cristiana è una sciagura. Bisognerà forse precisare ciò che si intende per formazione cristiana che non è roba di scuole alte. Ma constatiamo che san Paolo insiste continuamente per l’integralità del Vangelo. Sui principi di fondo del Vangelo c'è la famosissima diatribe con Pietro ad Antiochia in cui Paolo gli si oppone “a viso aperto perché evidentemente aveva torto” (Gàlati 2, 11). Sulla dottrina e la formazione approfondita Paolo non esita a comunicare tutta l’integralità del Vangelo e delle sue conseguenze, almeno ai presbiteri  “Per questo attesto solennemente oggi, davanti a voi, che io sono innocente del sangue di tutti, perché non mi sono sottratto al dovere di annunciarvi tutta la volontà di Dio” (Atti 20,27).

Voglio sviluppare un altro aspetto che è quello del ruolo insostituibile della famiglia per la Chiesa e l'evangelizzazione, in particolare dei giovani. Lo farò in un post successivo, attingendo al magistero già ricco di Leone XIV.  


Nessun commento:

Posta un commento