Il Buon Pastore - P. Sieger Koder. |
In questa domenica, ogni anno, preghiamo per le vocazioni, in particolare quelle sacerdotali. Sono necessarie e … scarseggiano. Possiamo dire che quella scarsità dipende soprattutto dalla scarsa vitalità spirituale ed evangelica delle comunità cristiane nelle quali crescono i giovani che il Signore vuole chiamare. Il clima culturale dintorno non aiuta certo, ma l’essere cristiano significa rottura radicale – in radice anche se con mitezza e sapienza – con la mentalità comune.
Ognuno di noi è pastore nella fede, nella sua famiglia, nel suo ambiente. La comunità cristiana intera, come presenza di Cristo è pastore. Ma i pastori umani sono strumenti, sono gli “Amici dello Sposo”. Il Buon Pastore è soltanto lui, Gesù. Solo nel dono della sua vita abbiamo tutti la Vita, la Vita che vince la morte eterna. Ed Egli vuole una comunione diretta con ognuna delle sue pecore, con te. Una comunione simile a quella tra lui e il Padre.
Quando Gesù parla di pecore che "non provengono da questo recinto" ci impegna
a diffondere il Vangelo. Ma ci dice anche che chi cerca Dio con cuore sincero
fa già parte in qualche modo del gregge di Cristo. Non dice forse Gesù che il
Regno di Dio è simile a uno che ha trovato un tesoro in un campo, e vende tutto
quello che ha per comprare quel campo, sicuro che il tesoro una volta dissotterrato
lo ripagherà un milione di volte di quello di cui si è privato. Ci sono non cristiani che hanno veramente venduto tutto per il Regno
di Dio. Noi, pensando forse alla gratuità della salvezza, possiamo invece essere
sordi a queste parabole del Regno e “non vendiamo niente”, non vogliamo rompere
con niente, mentalità e relazioni, rimaniamo ingombrati in tempo e in pensieri,
preoccupazioni, da realtà che non solo impediscono al Regno di Dio di trovare
spazio in noi ma ce ne allontanano anche.
Prima
Lettura At 4, 8-12
In nessun altro c’è salvezza.
Dagli Atti degli Apostoli
In quei giorni, Pietro, colmato di Spirito Santo, disse loro:
«Capi del popolo e anziani, visto che oggi veniamo interrogati sul beneficio recato a un uomo infermo, e cioè per mezzo di chi egli sia stato salvato, sia noto a tutti voi e a tutto il popolo d’Israele: nel nome di Gesù Cristo il Nazareno, che voi avete crocifisso e che Dio ha risuscitato dai morti, costui vi sta innanzi risanato.
Questo Gesù è la pietra, che è stata scartata da voi, costruttori, e che è diventata la pietra d’angolo.
In nessun altro c’è salvezza; non vi è infatti, sotto il cielo, altro nome dato agli uomini, nel quale è stabilito che noi siamo salvati».
Salmo Responsoriale Dal Salmo 117
La pietra scartata dai costruttori è divenuta la pietra d’angolo.
Rendete grazie al
Signore perché è buono,
perché il suo amore è per sempre.
È meglio rifugiarsi nel Signore
che confidare nell’uomo.
È meglio rifugiarsi nel Signore
che confidare nei potenti.
Ti rendo grazie, perché
mi hai risposto,
perché sei stato la mia salvezza.
La pietra scartata dai costruttori
è divenuta la pietra d’angolo.
Questo è stato fatto dal Signore:
una meraviglia ai nostri occhi.
Benedetto colui che
viene nel nome del Signore.
Vi benediciamo dalla casa del Signore.
Sei tu il mio Dio e ti rendo grazie,
sei il mio Dio e ti esalto.
Rendete grazie al Signore, perché è buono,
perché il suo amore è per sempre.
Seconda Lettura 1 Gv 3,1-2
Vedremo Dio così come egli è.
Dalla
prima lettera di san Giovanni Apostolo
Carissimi, vedete quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati
figli di Dio, e lo siamo realmente! Per questo il mondo non ci conosce: perché
non ha conosciuto lui.
Carissimi, noi fin d’ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato
ancora rivelato. Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo
simili a lui, perché lo vedremo così come egli è.
Canto al Vangelo Gv 10,14
Alleluia, alleluia.
Io sono il buon pastore, dice il Signore;
conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me.
Alleluia.
Vangelo Gv 10, 11-18
Il buon pastore dà la propria vita per le pecore.
Dal
vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse: «Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la
propria vita per le pecore. Il mercenario – che non è pastore e al quale le
pecore non appartengono – vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, e
il lupo le rapisce e le disperde; perché è un mercenario e non gli importa
delle pecore.
Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me,
così come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e do la mia vita per le
pecore. E ho altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io
devo guidare. Ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge, un solo
pastore.
Per questo il Padre mi ama: perché io do la mia vita, per poi riprenderla di
nuovo. Nessuno me la toglie: io la do da me stesso. Ho il potere di darla e il
potere di riprenderla di nuovo. Questo è il comando che ho ricevuto dal Padre
mio».
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