231. Molte volte c’è un grande bisogno di
negoziare e così sviluppare percorsi concreti per la pace. Tuttavia, i processi
effettivi di una pace duratura sono anzitutto trasformazioni artigianali
operate dai popoli, in cui ogni persona può essere un fermento efficace con il
suo stile di vita quotidiana. Le grandi trasformazioni non si costruiscono alla
scrivania o nello studio. Dunque, «ognuno svolge un ruolo fondamentale, in un
unico progetto creativo, per scrivere una nuova pagina di storia, una pagina
piena di speranza, piena di pace, piena di riconciliazione».[216] C’è
una “architettura” della pace, nella quale intervengono le varie istituzioni
della società, ciascuna secondo la propria competenza, però c’è anche un
“artigianato” della pace che ci coinvolge tutti. A partire da diversi processi
di pace che si sviluppano in vari luoghi del mondo, «abbiamo imparato che
queste vie di pacificazione, di primato della ragione sulla vendetta, di
delicata armonia tra la politica e il diritto, non possono ovviare ai percorsi
della gente. Non è sufficiente il disegno di quadri normativi e accordi
istituzionali tra gruppi politici o economici di buona volontà. […] Inoltre, è
sempre prezioso inserire nei nostri processi di pace l’esperienza di settori
che, in molte occasioni, sono stati resi invisibili, affinché siano proprio le
comunità a colorare i processi di memoria collettiva».[217]
[216] Discorso nell’Incontro interreligioso con
i giovani,
Maputo – Mozambico (5 settembre
2019): L’Osservatore Romano, 6 settembre 2019, p. 7.
[217] Omelia nella S. Messa, Cartagena de Indias – Colombia (10 settembre 2017): AAS 109
(2017), 1086.
[218] Discorso alle Autorità, al Corpo
diplomatico e a rappresentanti della società civile, Bogotá – Colombia (7 settembre 2017): AAS 109
(2017), 1029.
[219] Conferenza Episcopale della
Colombia, Por el bien de Colombia: diálogo, reconciliación y desarrollo
integral (26 novembre 2019), 4.
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