Soprattutto con gli ultimi
233.
La promozione dell’amicizia sociale implica non solo l’avvicinamento tra gruppi
sociali distanti a motivo di qualche periodo storico conflittuale, ma anche la
ricerca di un rinnovato incontro con i settori più impoveriti e vulnerabili. La
pace «non è solo assenza di guerra, ma l’impegno instancabile – soprattutto di
quanti occupiamo un ufficio di maggiore responsabilità – di riconoscere,
garantire e ricostruire concretamente la dignità, spesso dimenticata o
ignorata, dei nostri fratelli, perché possano sentirsi protagonisti del destino
della propria nazione».[220]
234.
Spesso gli ultimi della società sono stati offesi con generalizzazioni
ingiuste. Se talvolta i più poveri e gli scartati reagiscono con atteggiamenti
che sembrano antisociali, è importante capire che in molti casi tali reazioni
dipendono da una storia di disprezzo e di mancata inclusione sociale. Come
hanno insegnato i Vescovi latinoamericani, «solo la vicinanza che ci rende amici
ci permette di apprezzare profondamente i valori dei poveri di oggi, i loro
legittimi aneliti e il loro specifico modo di vivere la fede. L’opzione per i
poveri deve portarci all’amicizia con i poveri».[221]
[220] Discorso alle Autorità, alla società civile e al Corpo
diplomatico, Maputo – Mozambico (5 settembre 2019): L’Osservatore Romano,
6 settembre 2019, p. 6.
[221] V
Conferenza Generale dell’Episcopato Latinoamericano e dei Caraibi, Documento
di Aparecida (29 giugno 2007), 398 (ed. it. EDB, Bologna 2014).
[222] Esort.
ap. Evangelii gaudium (24 novembre 2013), 59: AAS 105
(2013), 1044.
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