Gli apostoli vengono gettati in prigione dal sommo sacerdote sadduceo, perché annunciano la risurrezione di Gesù. Ma Dio li libera miracolosamente. I romani non si uniscono alla persecuzione di questo nuovo movimento. Perché Gesù è stato ucciso dai romani e gli apostoli no? La morte di Gesù è stata veramente opera di Dio. E Dio ha bisogno adesso di testimoni per annunciare a tutti il compimento delle sue promesse in Lui. Dio può tutto, ha tutto nelle sue mani e se mi abbandono a lui tutto ciò che vivo ha senso ed è utile per il Regno.
È improbabile che tu sia gettato in prigione per Cristo,
ma puoi sperimentare una sua promessa se ti abbandoni a lui: “non
preoccupatevi di come o di che cosa dovrete dire, perché vi sarà suggerito in
quel momento ciò che dovrete dire: non siete infatti voi a parlare, ma è lo
Spirito del Padre vostro che parla in voi”. (Matteo 10,19-20; vedi Luca 21, 14-15). Ed è un’esperienza molto
consolante e costruttiva per la fede.
Nel Vangelo di oggi Gesù completa il suo
dialogo con Nicodemo. La volontà di Dio di salvare tutti gli uomini è totale ed
efficace. Ha solo bisogno del mio sì libero di uomo. Infinita dignità e responsabilità
della mia libertà umana, del mio atto di fede! Gesù non dice che per
essere salvato devo essere buono. Nessuno è buono. È Dio che salva e rende buoni! Per salvarmi
non ha esitato a mandarmi suo Figlio Unigenito che si è lasciato condannare
sulla croce! Devo solo scegliere la luce. Questo però, mette in evidenza i miei
peccati. Se li riconosco e li affido a Gesù sono salvo. Purtroppo temiamo molto
di dire: ho sbagliato, è colpa mia. Troviamo tante scuse, buttiamo la colpa
sugli altri o scappiamo proprio dal discorso. A volte rifiutiamo addirittura il
confronto sul Vangelo… La verità è un cammino. Le piccole bugie d'orgoglio mi mettono su una brutta strada.
Se cerco Dio con sincerità e perseveranza, Lui si farà trovare. Ma il mondo nelle sue tenebre e nella nebbia di
voci contrastanti ci avvolge tutti e molti hanno veramente difficoltà a cercare
Dio. “I ragionamenti servono a mettere il piede nella porta perché non si
chiuda totalmente” diceva un teologo “ma la gente ha bisogno dei santi che rendono presente Dio al di là di ogni discorso”. Santo
è uno solo, è Dio. Ma chi si abbandona a Lui e vive in comunione con
lui è santo in quanto è il riflesso della sua luce, malgrado tutti i suoi limiti e difetti. Una condizione e un segno di questa comunione è l’umile
sincerità dell’accusa di sé stessi.
Prima
Lettura At 5, 17-26
Ecco, gli uomini che avete messo in carcere si trovano nel tempio a insegnare
al popolo.
Dagli Atti degli Apostoli
In quei giorni, si levò il sommo sacerdote con tutti quelli della sua parte, cioè la setta dei sadducèi, pieni di gelosia, e, presi gli apostoli, li gettarono nella prigione pubblica.
Ma, durante la notte, un angelo del Signore aprì le porte del carcere, li condusse fuori e disse: «Andate e proclamate al popolo, nel tempio, tutte queste parole di vita». Udito questo, entrarono nel tempio sul far del giorno e si misero a insegnare.
Quando arrivò il sommo sacerdote con quelli della sua parte, convocarono il sinedrio, cioè tutto il senato dei figli d’Israele; mandarono quindi a prelevare gli apostoli nella prigione. Ma gli inservienti, giunti sul posto, non li trovarono nel carcere e tornarono a riferire: «Abbiamo trovato la prigione scrupolosamente sbarrata e le guardie che stavano davanti alle porte, ma, quando abbiamo aperto, non vi abbiamo trovato nessuno».
Udite queste parole, il comandante delle guardie del tempio e i capi dei sacerdoti si domandavano perplessi a loro riguardo che cosa fosse successo. In quel momento arrivò un tale a riferire loro: «Ecco, gli uomini che avete messo in carcere si trovano nel tempio a insegnare al popolo».
Allora il comandante uscì con gli inservienti e li condusse via, ma senza violenza, per timore di essere lapidati dal popolo.
Salmo Responsoriale Dal Salmo 33
Il povero grida e il Signore lo ascolta.
Benedirò
il Signore in ogni tempo,
sulla mia bocca sempre la sua lode.
Io mi glorio nel Signore:
i poveri ascoltino e si rallegrino.
Magnificate
con me il Signore,
esaltiamo insieme il suo nome.
Ho cercato il Signore: mi ha risposto
e da ogni mia paura mi ha liberato.
Guardate
a lui e sarete raggianti,
i vostri volti non dovranno arrossire.
Questo povero grida e il Signore lo ascolta,
lo salva da tutte le sue angosce.
L’angelo
del Signore si accampa
attorno a quelli che lo temono, e li libera.
Gustate e vedete com’è buono il Signore;
beato l’uomo che in lui si rifugia.
Canto al Vangelo Gv 3,16
Alleluia, alleluia.
Dio ha tanto amato il mondo
da dare il Figlio unigenito,
perché chiunque crede in lui non vada perduto,
ma abbia la vita eterna.
Alleluia.
Vangelo Gv 3, 16-21
Dio ha mandato il Figlio nel mondo, perché il mondo sia salvato per mezzo di
lui.
Dal
vangelo secondo Giovanni.
In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il
Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la
vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il
mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è
condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel
nome dell’unigenito Figlio di Dio.
E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato
più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque
infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non
vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia
chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio».
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