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domenica 15 giugno 2025

LA PACE TORNERÀ SE NON CI MUOVEREMO PIÙ COME PREDATORI MA COME PELLEGRINI / SS. Trinità, 2025.


Dio si presenta all’umanità come colui che viene in soccorso dell’uomo. Il grande inizio è con Abramo, un uomo ormai vecchio e senza speranza. Ma, lungo le generazioni, questa esperienza di salvezza fa crescere in alcuni il desiderio di conoscere Dio faccia a faccia. “Mostrami la tua gloria!” chiede Mosè. Ma questo non è possibile (Esodo 33, 17-23 ). Gesù si troverà nella stessa situazione con i suoi discepoli : “per il momento non siete capaci di portarne il peso”. Ma egli non chiude la porta, anzi, promette lo Spirito che “guiderà a tutta la verità”. Quindi per i cristiani, che vivono dopo la Pentecoste, le cose dovrebbero essere diverse. Gesù ha mostrato la sua gloria. L’effusione dello Spirito che scruta ogni cosa e anche le profondità di Dio (1 Corinzi 2, 10) permette di conoscere più profondamente Dio e anche sé stessi (Romani 8, 27; Ebrei 4, 12: lo Spirito “scruta i sentimenti e i pensieri del cuore”; Apocalisse 2, 23:  “io sono Colui che scruta gli affetti e i pensieri degli uomini”). Molto spesso però i battezzati sembrano indifferenti alla conoscenza di Dio e del proprio cuore, oppure come smarriti, incapaci di iniziare a camminare. Ma è un cammino necessario. Bisogna fare il primo passo e chiedere a Dio di guidarci. 

Una prima condizione fondamentale è prendere coscienza che siamo di passaggio, che siamo pellegrini, e che l’unica soluzione è di essere risolutamente “pellegrini dell’assoluto”. Questo non priva delle gioie o della pienezza della vita terrena, anzi. Il frutto è uno sguardo contemplativo che ci rivela la vera dimensione di ogni realtà e come ha detto Papa Leone nella Veglia di Pentecoste : “La terra riposerà, la giustizia si affermerà, i poveri gioiranno, la pace tornerà se non ci muoveremo più come predatori, ma come pellegrini. Non più ognuno per sé, ma armonizzando i nostri passi ai passi altrui. Non consumando il mondo con voracità, ma coltivandolo e custodendolo, come ci insegna l’Enciclica Laudato si’ “.


Dal libro dei Proverbi  Prv 8,22-31 

Così parla la Sapienza di Dio: 

«Il Signore mi ha creato come inizio della sua attività, prima di ogni sua opera, all’origine. Dall’eternità sono stata formata, fin dal principio, dagli inizi della terra.

Quando non esistevano gli abissi, io fui generata, quando ancora non vi erano le sorgenti cariche d’acqua; prima che fossero fissate le basi dei monti, prima delle colline, io fui generata, quando ancora non aveva fatto la terra e i campi né le prime zolle del mondo.

Quando egli fissava i cieli, io ero là; quando tracciava un cerchio sull’abisso, quando condensava le nubi in alto, quando fissava le sorgenti dell’abisso, quando stabiliva al mare i suoi limiti, così che le acque non ne oltrepassassero i confini, quando disponeva le fondamenta della terra, io ero con lui come artefice ed ero la sua delizia ogni giorno: giocavo davanti a lui in ogni istante, giocavo sul globo terrestre, ponendo le mie delizie tra i figli dell’uomo».  Parola di Dio.


Salmo R. O Signore, quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra!

Quando vedo i tuoi cieli, opera delle tue dita, la luna e le stelle che tu hai fissato, che cosa è mai l'uomo perché di lui ti ricordi, il figlio dell'uomo, perché te ne curi? R.

 Davvero l'hai fatto poco meno di un dio, di gloria e di onore lo hai coronato. Gli hai dato potere sulle opere delle tue mani, tutto hai posto sotto i suoi piedi. R.

 Tutte le greggi e gli armenti e anche le bestie della campagna, gli uccelli del cielo e i pesci del mare, ogni essere che percorre le vie dei mari. R.


Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani Rm 5,1-5

Fratelli, giustificati per fede, noi siamo in pace con Dio per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo. Per mezzo di lui abbiamo anche, mediante la fede, l’accesso a questa grazia nella quale ci troviamo e ci vantiamo, saldi nella speranza della gloria di Dio.

E non solo: ci vantiamo anche nelle tribolazioni, sapendo che la tribolazione produce pazienza, la pazienza una virtù provata e la virtù provata la speranza.

La speranza poi non delude, perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato.  Parola di Dio.

 

Dal Vangelo secondo Giovanni  Gv 16,12-15

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:

«Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso.

Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future.

Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».


4 commenti:

  1. Buonasera Fra Sereno nel libro di proverbi. Penso scritto dal re Salomone ispirazione di Dio capitolo 8;

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  2. Capito 8;22-31parla di qualcuno creato prima di ogni cosa, a chi si riferisce? È anche nei prprimi capitoli dalla Genesi parla di un artefice prima dalla creazione della terra

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  3. Lo dice il testo: si tratta della Sapienza. Il senso di creare non è chiaro anche se attraverso la traduzione greca dei LXX ha permesso, per esempio ad Ario, condannato dal Concilio di Nicea 1700 anni fa, di dire che il Figlio nella Trinità, non è Dio ma una creatura del Padre.
    Invece rileggi bene la Genesi: nei primi capitoli è chiaro che Dio creò dal nulla (bara') ed è lui l'unico artefice. Il suo spirito che aleggia sulle acque non suppone affatto che ci sia qualcuno esteriore a lui che sia artefice e questo avviene quando già Dio ha creato il cielo e la terra, anche se essa è informe e deserta. Il Signore ti benedica

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