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venerdì 6 settembre 2024

UNA CHIESA POVERISSIMA MA VIVA A CUBA. COME MAI?

Messa per strada in Cuba
perché non c'è più la chiesa.



Ho letto con interesse e profitto questo articolo sulla situazione della Chiesa a Cuba (La Iglesia en Cuba requiere ayuda: hay menos acoso político, pero más carestía que nunca - ReL ). Vorrei fare una piccola riflessione ripartendo dalle cifre date alla fine dell'articolo: 

 La Chiesa cattolica a Cuba, in cifre:

- un paese con 10 milioni di abitanti,

- nonostante 65 anni di comunismo, solo il 20% dei cubani si dichiara ateo,

- 374 sacerdoti e 27 seminaristi, distribuiti in 14 diocesi (ossia un sacerdote, attivo oppure ammalato, ogni 27000 abitanti, e 2 seminaristi per diocesi, che sono in media di 700 000 abitanti. A Marano c'è un sacerdote ogni 4-5000 abitanti e ci lamentiamo).

- quasi 500 suore, ma solo 120 sono cubane; quasi 170 religiosi, in maggioranza stranieri;

- circa 3.700 laici e catechisti attivi.

- Dal 2021 sono andate via 11 congregazioni religiose... ma invece ne sono arrivate 10 nuove. 


Messa sotto un albero di mango.
Dietro c'è la cappella inagibile.


La situazione economica della Chiesa è molto difficile perché vive solo delle offerte dei fedeli che sono sempre più poveri, come tutto il popolo cubano. Ci sono sempre più chiese chiuse perché pericolanti o distrutte dagli uragani. Avere la Bibbia è un dono immenso perché tutto è costoso, tutto è raro.  

Eppure c'è molta attività catechetica, molti battesimi di adulti, molti matrimoni celebrati dopo anni di convivenza.

Ho avuto la grazia di vivere nel 1979-80 in Algeria, dove c'era una Chiesa povera, piccolissima isola nell’oceano musulmano, semplice, fraterna. La Chiesa coloniale aveva organizzato, fin dai primi anni sotto l'impulso del Cardinal Lavigerie, una rete assistenziale forte ed efficace, e delle scuole aperte sia ai figli dei coloni che ai figli degli autoctoni. Dopo l’indipendenza nel 1962 la Chiesa ha mantenuto il più possibile questi servizi a beneficio della popolazione. Nel 1976, ci fu una crisi politica e fu assassinato il vescovo ausiliare di Algeri, perché il Cardinale Duval troppo rispettato era intoccabile, e furono nazionalizzate tutte le istituzioni della Chiesa. Fu un duro colpo per molti religiosi e religiose che avevano dedicato la vita a servire con amore la gente e dovettero lasciare l'Algeria. Ma quella Chiesa umiliata e priva dei suoi mezzi tradizionali vide apparire conversioni e battesimi di musulmani.

La Chiesa usa tutti i mezzi che vede utili alla sua missione. San Paolo usa le lettere, le pergamene con la Scrittura, fa raccolte di aiuti per le comunità più povere... Ma la Chiesa è un messaggio, è uno Spirito. Come indica l’articolo ci sono urgenze materiali ma soprattutto comprendiamo che quello che conta è vigilare sul deposito della fede ed effondere lo Spirito Santo donato alla Chiesa il giorno di Pentecoste.  Se viene meno in noi lo spirito che nasce dalla croce di Cristo, non serviamo più.


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