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mercoledì 18 settembre 2024

CRISTIANI SI DIVENTA, NON SI NASCE ! COME FARE PER DIVENTARLO?



Abbiamo visto che se non si formano cristiani oggi, in futuro non ci saranno più (La Gioia del Vangelo: SE NON SI FORMANO CRISTIANI IN QUESTA GENERAZIONE, ALLA PROSSIMA GENERAZIONE NON CI SARÀ CHIESA ). È un po' come la demografia: solo chi nasce oggi potrà avere quarant'anni nel 2064. Certo il Signore non lascerà morire la sua Chiesa e la conversione può avvenire a qualunque età. Ma nazioni intere hanno visto scomparire le loro Chiese un tempo fiorenti. Il paese nativo di sant’Agostino è diventato Souq Ahràs un paesino musulmano nell’est algerino e Ippona, dove era vescovo, è Annabà, mentre allora quella parte del Nord Africa era tutta cristiana.

E Gesù è molto chiaro (e possiamo dirlo: duro?): i suoi discepoli sono il sale della terra. Ma se il sale perde il sapore “A null'altro serve che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini”. (Matteo 5, 13). Ci siamo talmente appoggiati alla tradizione culturale che produceva automaticamente battezzati, iniziati poi all’Eucaristia, matrimoni e funerali celebrati in chiesa, che un professore specialista degli Atti degli Apostoli, prospettando il futuro della Chiesa, dimentica che si entra in essa attraverso la conversione ascoltando il kerigma. 

Il kerigma è l’annuncio che il Messia salvatore, mandato da Dio e costituito Signore di tutti, misura di ogni comportamento, è un condannato morto sulla croce. La croce di Cristo diventa il segno della salvezza. E quindi tutti quelli che entrano a far parte della Chiesa si sentono trafiggere il cuore, perché l’uomo senza la grazia non può guardare la croce come salvezza e ancora meno come ideale di vita. Ma, quel giorno di Pentecoste, di fronte alla gioia dei seguaci di Gesù che uscivano dal Cenacolo, diventa evidente per molti che lì c'è la verità e che loro hanno tanto resistito agli inviti dello Spirito nel loro cuore. Comprendono che è la loro durezza di cuore che gli ha fatto prendere le distanze da Gesù di Nazareth e non credere in lui. Non hanno creduto che possa essere il soccorso mandato da Dio per salvare il popolo. Questo rimprovero così profondo che sentono all’annuncio di Pietro è però frutto dell’Amore. Lo Spirito li incoraggia a chiedere agli Apostoli se c'è ancora una possibilità malgrado il loro tradimento. La risposta è positiva, abbondante, generosa, meravigliosa. Se credono in Gesù Cristo, si immergano nella potenza del suo amore, lo accettino come guida ricevendo il battesimo. 

Infatti "non si nasce cristiani, lo si diventa!" Lo diceva Tertulliano nel secondo secolo dopo Cristo. Poi, però, pian piano abbiamo creduto che si nasceva cristiani. Certo era necessario il battesimo per far parte della Chiesa, ma era un rito dato a neonati, senza nessuna preparazione né espressione personale di fede in Cristo, né dei piccoli battezzati ovviamente, ma neppure delle loro famiglie. Anche se la Chiesa latina ha giudiziosamente rimandato il dono degli altri due sacramenti, tutto si svolgeva senza richiedere la conversione. Normalmente la conversione consapevole avviene quando la persona è capace di decidere della sua vita. San Francesco si converte a 24 anni, santa Chiara a 17, sant’Ignazio di Loyola a 30 … È vero che santa Teresina si converte a 3 anni, e anche altri decidono di seguire Cristo da fanciulli, ma non sono la maggioranza. Ma soprattutto si ometteva la forza del kerigma che invita a fare una scelta di vita, ad accettare Gesù come Signore e Salvatore. Si parlava invece di grazia. Ma la grazia della fede, nella Scrittura, passa sempre attraverso l'ascolto del kerigma. "Ora, come potranno invocarlo senza aver prima creduto in lui? E come potranno credere, senza averne sentito parlare? E come potranno sentirne parlare senza uno che lo annunzi?" (Romani 10, 14).  "La fede dipende dunque dalla predicazione e la predicazione a sua volta si attua per la parola di Cristo".  (Romani 10,17). Se leggiamo gli Atti degli Apostoli, da quel giorno di Pentecoste, ogni nuova vita cristiana, ogni battesimo, ogni nuova comunità nascono dall’ascolto del kerigma. È vero che anch’io ho fatto l’esperienza del kerigma attraverso una confessione, prima di riceverlo come Parola, ma la Parola è stata un complemento necessario, una conferma che ha irrobustito la mia fede. E se il Signore è libero di scegliere altre vie, noi, “servi inutili”, dobbiamo fare quanto ci “è stato ordinato”. Troppe volte vogliamo trasformare in normalità ciò che è soltanto eccezionale o tollerato. I sacramenti sono culmine e fonte, non fonte e culmine. Presuppongono un cammino prima. (vedi Nota).

Concretamente, qual è il risultato di questa pastorale senza la base del kerigma e senza verificare la conversione prima di dare i sacramenti? La liturgia non esaurisce l'azione della Chiesa


Nota

 Sacrosanctum Concilium 

La sacra liturgia non esaurisce tutta l'azione della Chiesa. 

9. Infatti, prima che gli uomini possano accostarsi alla liturgia, bisogna che siano chiamati alla fede e alla conversione: «Come potrebbero invocare colui nel quale non hanno creduto? E come potrebbero credere in colui che non hanno udito? E come lo potrebbero udire senza chi predichi? E come predicherebbero senza essere stati mandati?» (Rm 10,14-15). Per questo motivo la Chiesa annunzia il messaggio della salvezza a coloro che ancora non credono, affinché tutti gli uomini conoscano l'unico vero Dio e il suo inviato, Gesù Cristo, e cambino la loro condotta facendo penitenza [24]. Ai credenti poi essa ha sempre il dovere di predicare la fede e la penitenza; deve inoltre disporli ai sacramenti, insegnar loro ad osservare tutto ciò che Cristo ha comandato [25], ed incitarli a tutte le opere di carità, di pietà e di apostolato, per manifestare attraverso queste opere che i seguaci di Cristo, pur non essendo di questo mondo, sono tuttavia la luce del mondo e rendono gloria al Padre dinanzi agli uomini.

... ma ne è il culmine e la fonte

10. Nondimeno la liturgia è il culmine verso cui tende l'azione della Chiesa e, al tempo stesso, la fonte da cui promana tutta la sua energia. ....



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