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mercoledì 26 dicembre 2018

PERCHE' SI FESTEGGIA SANTO STEFANO DOPO NATALE? / 26 dicembre

Martirio di Santo Stefano - Giulio Romano, Genova.

Da qualche giorno ho avuto contatti e commenti da un nuovo amico che si fa chiamare “Tenente Raf” molto contrariato da quello che fa il Papa. Ecco il suo ultimo commento:
L'islam è un nostro nemico, Padre, Bergoglio ci incoraggia ad accettare chi distruggerà il Cristianesimo. Ero Fraticello anch'io, per Grazia Ricevuta. Sono di Asiago ma vivo in Canada. Dio la benedica , io prego per Benedetto XVI.
Gli ho risposto così:
Caro Raf, Cristo è il Signore e né l’Islam né nessun altro nemico potrà distruggere il Cristianesimo. Nemmeno dall’interno quei battezzati cattolici che seguono tutt’altro che il Vangelo o peggio si sono dati al vero Nemico di Dio. Ce ne sono sempre alcuni, da quando il Cristianesimo stesso è nato. E nemmeno Satana con le sue legioni di angeli decaduti potranno distruggere il loro Creatore e i suoi eletti, perché sono sempre piccolissime  creature e il Cristo di Dio ha distrutto il potere di Satana sulla croce.
Certo, Satana potrà ingannare perfino gli eletti di Dio come dice la Scrittura e quindi dobbiamo essere attenti e mai presuntuosi. È un grande combattimento molto serio ma che si combatte essendo prudenti e semplici, non chiusi e appoggiati a difese umane. Si combatte con le stesse armi che ha usato Gesù. Anche se il mondo non ci comprende perché non ha compreso chi è Gesù. Se l’avessero compreso non avrebbero crocifisso il Signore della Gloria. Quindi papa Francesco ci invita solo ad essere cristiani, cioè a testimoniare il Vangelo di fronte a tutti gli uomini, anche musulmani.
Così prega la Chiesa oggi nella Messa: Donaci, o Padre, di esprimere con la vita il mistero che celebriamo nel giorno natalizio di santo Stefano primo martire e insegnaci ad amare anche i nostri nemici sull'esempio di lui che morendo pregò per i suoi persecutori.
Oggi all’Angelus il Papa ha detto:

… L’atteggiamento di Stefano che imita fedelmente il gesto di Gesù, è un invito rivolto a ciascuno di noi ad accogliere con fede dalle mani del Signore ciò che la vita ci riserva di positivo e anche di negativo. La nostra esistenza è segnata non solo da circostanze felici – lo sappiamo -, ma anche da momenti di difficoltà e di smarrimento. Ma la fiducia in Dio ci aiuta ad accogliere i momenti faticosi e a viverli come occasione di crescita nella fede e di costruzione di nuove relazioni con i fratelli. Si tratta di abbandonarci nelle mani del Signore, che sappiamo essere un Padre ricco di bontà verso i suoi figli.
Il secondo atteggiamento con cui Stefano ha imitato Gesù nel momento estremo della croce, è il perdono. Egli non maledice i suoi persecutori, ma prega per loro: «Piegò le ginocchia e gridò a gran voce: “Signore, non imputare loro questo peccato”» (At 7,60). Siamo chiamati ad imparare da lui a perdonare, perdonare sempre, e non è facile farlo, tutti lo sappiamo. Il perdono allarga il cuore, genera condivisione, dona serenità e pace. Il proto-martire Stefano ci indica la strada da percorrere nelle relazioni interpersonali in famiglia, nei luoghi di scuola, nei luoghi e di lavoro, in parrocchia e nelle diverse comunità. Sempre aperti al perdono. La logica del perdono e della misericordia è sempre vincente e apre orizzonti di speranza. Ma il perdono si coltiva con la preghiera, che ci permette di tenere fisso lo sguardo su Gesù. Stefano è stato capace di perdonare i suoi uccisori perché, pieno di Spirito Santo, fissava il cielo e aveva gli occhi aperti su Dio (cfr At 7,55). Dalla preghiera gli venne la forza di subire il martirio. Dobbiamo pregare con insistenza lo Spirito Santo perché effonda su di noi il dono della fortezza che guarisce le nostre paure, le nostre debolezze, le nostre piccolezze e allarga il cuore per perdonare. Perdonare sempre!
Invochiamo l’intercessione della Madonna e di Santo Stefano: la loro preghiera ci aiuti ad affidarci sempre a Dio, specialmente nei momenti difficili, e ci sostenga nel proposito di essere uomini e donne capaci di perdono.

Prima Lettura  Atti 6,8-10; 7,54-60
Ecco, contemplo i cieli aperti.
Dagli Atti degli Apostoli
In quei giorni, Stefano, pieno di grazia e di potenza, faceva grandi prodigi e segni tra il popolo. Allora alcuni della sinagoga detta dei Liberti, dei Cirenei, degli Alessandrini e di quelli della Cilìcia e dell’Asia, si alzarono a discutere con Stefano, ma non riuscivano a resistere alla sapienza e allo Spirito con cui egli parlava. E così sollevarono il popolo, gli anziani e gli scribi, gli piombarono addosso, lo catturarono e lo condussero davanti al Sinedrio.
Tutti quelli che sedevano nel Sinedrio, [udendo le sue parole,] erano furibondi in cuor loro e digrignavano i denti contro Stefano. Ma egli, pieno di Spirito Santo, fissando il cielo, vide la gloria di Dio e Gesù che stava alla destra di Dio e disse: «Ecco, contemplo i cieli aperti e il Figlio dell’uomo che sta alla destra di Dio».
Allora, gridando a gran voce, si turarono gli orecchi e si scagliarono tutti insieme contro di lui, lo trascinarono fuori della città e si misero a lapidarlo. E i testimoni deposero i loro mantelli ai piedi di un giovane, chiamato Saulo. E lapidavano Stefano, che pregava e diceva: «Signore Gesù, accogli il mio spirito». Poi piegò le ginocchia e gridò a gran voce: «Signore, non imputare loro questo peccato». Detto questo, morì.

Salmo Responsoriale  Dal Salmo 30
Alle tue mani, Signore, affido il mio spirito.
Sii per me una roccia di rifugio,
un luogo fortificato che mi salva.
Perché mia rupe e mia fortezza tu sei,
per il tuo nome guidami e conducimi. 
Alle tue mani affido il mio spirito;
tu mi hai riscattato, Signore, Dio fedele.
Esulterò e gioirò per la tua grazia,
perché hai guardato alla mia miseria. 
Liberami dalla mano dei miei nemici
e dai miei persecutori:
sul tuo servo fa’ splendere il tuo volto,
salvami per la tua misericordia.

Canto al Vangelo 
  Cf Sal 117,26.27
Alleluia, alleluia.

Benedetto colui che viene nel nome del Signore;
il Signore è Dio, egli ci illumina.
Alleluia.

  
Vangelo  Mt 10,17-22
Non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro.
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli:
«Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani.
Ma, quando vi consegneranno, non preoccupatevi di come o di che cosa direte, perché vi sarà dato in quell’ora ciò che dovrete dire: infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi.
Il fratello farà morire il fratello e il padre il figlio, e i figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno. Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato».


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