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venerdì 24 marzo 2017

TORNA ISRAELE / venerdì III° settimana di Quaresima

Dio invita a tornare. Il tempo non torna indietro e grande saggezza è “insegnaci a contare i nostri giorni” perché “la vita dell’uomo è come un soffio” come “l’erba che al mattino fiorisce alla sera si è seccata”. Il passato in ogni caso non può essere riscritto.

Ma Dio è il Vivente, egli è la Sorgente d’Acqua viva che rinnova le forze dello stanco per una nuova vita.

Tornare all’essenziale, convertire i nostri passi. Diceva il Cardinale Ratzinger: “quando la Chiesa smarrisce la sua strada deve ritornare alle sue origini per ripartire, elaborando una nuova sintesi”. Papa Francesco insiste sul valore perenne e sempre nuovo, sempre carico di forza del kerigma. Anche sul piano semplicemente umano si sa che spesso l’uomo vive male e si ammala per una sorta di fuga in avanti, perché incapace di riconsiderare le sue scelte e i suoi modi di vivere inquinati. Anni fa un collettivo di medici cattolici aveva lanciato un invito a “meno medicine e più perdono”.

Nella prima lettura per bocca del Profeta, Dio invita a tornare a Lui, che è Padre, e ai suoi comandi. Gesù provocato dalla domanda dello scriba riporta la legge alle sue fondamenta: “Ascoltare! Amare Dio! Amare il prossimo!”

Quanti problemi nella mia vita! E quante volte questi problemi, che bisogna certamente affrontare, non li vedo attraverso l’Amore di Dio e del mio prossimo, non mi lascio guidare ascoltando la voce di Dio per risolverli. Anzi, dimentico Dio per i problemi che mi assalgono, il prossimo che sarebbe il mio compagno di salvezza e il servizio a lui il mio biglietto per il paradiso, diventa un “nemico” che mi crea problemi, mi impedisce di risolvere quelli che ho già come vorrei. Non mi rendo conto che quello scocciatore è colui che ci impedisce di “chiamare dio nostro l’opera delle nostre mani”.

“Nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo”. Perché? Forse perché si sentono un po’ svergognati dalla domanda che hanno fatto mentre la risposta è così evidente, da tutti conosciuta, forse sono spiazzati dall’amicizia con la quale Gesù incoraggia lo scriba, forse si fanno un bel esame di coscienza sulle loro giornate e conversazioni occupate a tante cose “serissime” e così poco a quelle essenziale: “Ascoltare! Amare Dio! Amare il prossimo!”


Prima Lettura    Os 14, 2-10
Non chiameremo più dio nostro l'opera delle nostre mani.

Dal libro del profeta Osèa
Così dice il Signore:
«Torna, Israele, al Signore, tuo Dio,
poiché hai inciampato nella tua iniquità.
Preparate le parole da dire
e tornate al Signore;
ditegli: “Togli ogni iniquità,
accetta ciò che è bene:
non offerta di tori immolati,
ma la lode delle nostre labbra.
Assur non ci salverà,
non cavalcheremo più su cavalli,
né chiameremo più “dio nostro”
l’opera delle nostre mani,
perché presso di te l’orfano trova misericordia”.
Io li guarirò dalla loro infedeltà,
li amerò profondamente,
poiché la mia ira si è allontanata da loro.
Sarò come rugiada per Israele;
fiorirà come un giglio
e metterà radici come un albero del Libano,
si spanderanno i suoi germogli
e avrà la bellezza dell’olivo
e la fragranza del Libano.
Ritorneranno a sedersi alla mia ombra,
faranno rivivere il grano,
fioriranno come le vigne,
saranno famosi come il vino del Libano.
Che ho ancora in comune con gli ìdoli, o Èfraim?
Io l’esaudisco e veglio su di lui;
io sono come un cipresso sempre verde,
il tuo frutto è opera mia.
Chi è saggio comprenda queste cose,
chi ha intelligenza le comprenda;
poiché rette sono le vie del Signore,
i giusti camminano in esse,
mentre i malvagi v’inciampano». 

Salmo Responsoriale
   Dal Salmo 80
Io sono il Signore, tuo Dio: ascolta la mia voce.

Un linguaggio mai inteso io sento:
«Ho liberato dal peso la sua spalla,
le sue mani hanno deposto la cesta.
Hai gridato a me nell’angoscia
e io ti ho liberato.

Nascosto nei tuoni ti ho dato risposta,
ti ho messo alla prova alle acque di Merìba.
Ascolta, popolo mio:
contro di te voglio testimoniare.
Israele, se tu mi ascoltassi!

Non ci sia in mezzo a te un dio estraneo
e non prostrarti a un dio straniero.
Sono io il Signore, tuo Dio,
che ti ha fatto salire dal paese d’Egitto.

Se il mio popolo mi ascoltasse!
Se Israele camminasse per le mie vie!
Lo nutrirei con fiore di frumento,
lo sazierei con miele dalla roccia».

Canto al Vangelo 
   Mt 4,17
Gloria e lode a te, o Cristo!

Convertitevi, dice il Signore,
perché il regno dei cieli è vicino.
Gloria e lode a te, o Cristo!

Vangelo 
  Mc 12, 28-34
Il Signore nostro Dio è l'unico Signore: lo amerai.

Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?». 
Gesù rispose: «Il primo è: “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. Il secondo è questo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Non c’è altro comandamento più grande di questi». 
Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocàusti e i sacrifici». 
Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo. 

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