Preparando le letture mi son
detto: che bella preghiera fa Daniele nel chiedere perdono al suo Dio per i
peccati suoi e del popolo! E ho costatato con soddisfazione che più o meno anch’io
so chiedere perdono a Dio. Ma il Vangelo mi ha ricordato che se non perdono di cuore al
mio fratello, Dio non perdonerà le mie colpe. E ho visto che sono molto più bravo a chiedere perdono a Dio che a perdonare al
mio fratello. Sono anche più bravo a chiedere perdono a Dio che chiedere perdono
al mio fratello.
Con Dio è sempre più facile.
Lui non mi giudica! Ma se Dio mi da un unico spirito per chiedere perdono a Lui
e al fratello, la difficoltà che io provo nel fare la seconda cosa non è forse anche
segno che non ho questo spirito, e che mi illudo di chiedere perdono a Dio? Dice l’apostolo
Giovanni: “Chi infatti non ama il proprio fratello
che vede, non può amare Dio che non vede” (1 Giovanni 4, 20). Logicamente quindi, chi non chiede perdono al
fratello che vede, non chiede perdono a Dio che non vede!?!? Pensiamoci ….
Molti hanno interpretato il costante e potente annuncio
di misericordia proclamato di papa Francesco come una
via facilona, una via lassista, pericolosa (e sbagliata) che egli apre nella Chiesa.
Ma papa Francesco dall’inizio, e lo ripete in questi giorni, ha detto che la
misericordia non è la tintoria di Dio, la lavatrice. “Oh! cara amica, i miei figli, questi cari
cari angioletti scostumati ai quali bisogna permettere di godersi la loro infanzia
creando qualsiasi disordine senza nessuna responsabilità, sporcano tutto,
vestiti, tappeti, sedili della macchina, e quant’altro, ma amica cara, qual è
il problema? io ho il detersivo magico e possono continuare spensierati senza rispettare
nulla… Cari angioletti, come si fa a dire loro di no in qualche cosa?”.
Papa Francesco dice: bisogna saper riconoscere il miracolo che Dio compie in
noi salvandoci dalle conseguenze più gravi delle nostre scelte sbagliate, bisogna
provare vergogna del nostro peccato, imparare a detestarlo, senza stancarci di
chiedere perdono a Dio che è sempre pronto, sempre amorevole.
Prima Lettura Dn
3, 25. 34-45
Accoglici, Signore, con il cuore contrito e con lo spirito umiliato.
Accoglici, Signore, con il cuore contrito e con lo spirito umiliato.
Dal libro del profeta Daniele
In quei giorni, Azarìa si alzò e fece questa preghiera in mezzo al fuoco e aprendo la bocca disse:
«Non ci abbandonare fino in fondo,
per amore del tuo nome,
non infrangere la tua alleanza;
non ritirare da noi la tua misericordia,
per amore di Abramo, tuo amico,
di Isacco, tuo servo, di Israele, tuo santo,
ai quali hai parlato, promettendo di moltiplicare
la loro stirpe come le stelle del cielo,
come la sabbia sulla spiaggia del mare.
Ora invece, Signore,
noi siamo diventati più piccoli
di qualunque altra nazione,
oggi siamo umiliati per tutta la terra
a causa dei nostri peccati.
Ora non abbiamo più né principe
né profeta né capo né olocàusto
né sacrificio né oblazione né incenso
né luogo per presentarti le primizie
e trovare misericordia.
Potessimo essere accolti con il cuore contrito
e con lo spirito umiliato,
come olocàusti di montoni e di tori,
come migliaia di grassi agnelli.
Tale sia oggi il nostro sacrificio davanti a te e ti sia gradito,
perché non c’è delusione per coloro che confidano in te.
Ora ti seguiamo con tutto il cuore,
ti temiamo e cerchiamo il tuo volto,
non coprirci di vergogna.
Fa’ con noi secondo la tua clemenza,
secondo la tua grande misericordia.
Salvaci con i tuoi prodigi,
da’ gloria al tuo nome, Signore».
Salmo Responsoriale Dal Salmo 24
Ricòrdati, Signore, della tua misericordia.
Fammi conoscere, Signore, le tue vie,
insegnami i tuoi sentieri.
Guidami nella tua fedeltà e istruiscimi,
perché sei tu il Dio della mia salvezza.
Ricòrdati, Signore, della tua misericordia
e del tuo amore, che è da sempre.
Ricòrdati di me nella tua misericordia,
per la tua bontà, Signore.
Buono e retto è il Signore,
indica ai peccatori la via giusta;
guida i poveri secondo giustizia,
insegna ai poveri la sua via.
Canto al Vangelo Gl 2,12-13
Gloria e lode a te, o Cristo!
Ritornate a me con tutto il cuore, dice il Signore,
perché sono misericordioso e pietoso.
Gloria e lode a te, o Cristo!
Vangelo Mt 18, 21-35
Se non perdonerete di cuore al vostro fratello, il Padre non vi perdonerà.
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette.
Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi. Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa”. Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito.
Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: “Restituisci quello che devi!”. Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò”. Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito.
Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto. Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?”. Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto.
Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello».
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