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giovedì 30 marzo 2017

LA PARABOLA DEL FIORE SENZA RADICI

Alcune settimane addietro avevo tagliato con le mani erba da un vaso e l’avevo buttata sul cemento. Un giorno ho avuto la sorpresa di trovarmi di fronte ad un bellissimo fiorellino giallo, … senza radici.

Miracolo della vita! Un semplice stelo d’erba, posato sul nudo cemento, aiutato dalla stagione ancora fresca e qualche pioggia, aveva avuto in sé la forza di far fiorire il bocciolo che già portava.

Evidentemente, già l’indomani il fiore non si è aperto interamente e oggi, sul cemento, c'è solo un filo d’erba diventato secco.

Così siamo noi. Il dono della vita in noi è capace di cose straordinarie, di meraviglie di entusiasmo, di sentimenti buoni e di amore. Ma senza radici, senza radicarci in Dio, tutto si esaurisce presto. 
Non lasciamoci ingannare dalla freschezza delle energie che possediamo ma curiamole con la saggezza di chi sa da chi ha ricevuto quel dono: Dio sempre, ma anche il nostro ambiente, la nostra famiglia di origine. Non a caso papa Francesco ripete che l’identità di uno dipende tanto dall’ “appartenenza”!


Non tagliamo le nostre radici. Siamo tutti esposti alla cultura di oggi che propone all’uomo di essere (ri)creatore di se stesso rinnegando Dio e la natura. L’autodeterminazione dell’età adulta è già prevista dalla Genesi: “L’uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà alla sua donna e i due saranno una carne sola”. Questo non significa essere il dio di se stesso. Infatti la mira del serpente contro Adamo ed Eva, non è di spingerli a provare un piacere in più, ma di essere come Dio senza e contro Dio (Genesi 2).

Le radici in Dio sono certamente la Parola di Dio di cui vive l'uomo, la preghiera e la vita nella comunità di fede che permette di avere Gesù in mezzo a noi, l'Assemblea Eucaristica che offre la Comunione al suo Corpo e al suo Sangue (Atti 2,42).

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