Alcune settimane addietro avevo tagliato con le mani erba
da un vaso e l’avevo buttata sul
cemento. Un giorno ho avuto la sorpresa di trovarmi di fronte ad un bellissimo
fiorellino giallo, … senza radici.
Miracolo della vita! Un semplice stelo d’erba, posato sul nudo cemento, aiutato dalla
stagione ancora fresca e qualche pioggia, aveva avuto in sé la forza di far fiorire il bocciolo che già portava.
Evidentemente, già l’indomani il fiore non si è aperto
interamente e oggi, sul cemento, c'è solo un filo d’erba diventato secco.
Così siamo noi. Il dono della vita in noi è capace di cose straordinarie,
di meraviglie di entusiasmo, di sentimenti buoni e di amore. Ma senza radici, senza
radicarci in Dio, tutto si esaurisce presto.
Non lasciamoci ingannare dalla
freschezza delle energie che possediamo ma curiamole con la saggezza di chi sa
da chi ha ricevuto quel dono: Dio sempre, ma anche il nostro ambiente, la nostra
famiglia di origine. Non a caso papa Francesco ripete che l’identità di uno dipende
tanto dall’ “appartenenza”!
Non tagliamo le nostre radici. Siamo tutti esposti alla cultura
di oggi che propone all’uomo di essere (ri)creatore di se stesso rinnegando Dio
e la natura. L’autodeterminazione dell’età adulta è già prevista dalla Genesi: “L’uomo
abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà alla sua donna e i due saranno una
carne sola”. Questo non significa essere il dio di se stesso. Infatti la mira
del serpente contro Adamo ed Eva, non è di spingerli a provare un piacere in più,
ma di essere come Dio senza e contro Dio (Genesi 2).
Le radici in Dio sono certamente la Parola di Dio di cui vive l'uomo, la preghiera e la vita nella comunità di fede che permette di avere Gesù in mezzo a noi, l'Assemblea Eucaristica che offre la Comunione al suo Corpo e al suo Sangue (Atti 2,42).
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