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lunedì 20 marzo 2017

SAN GIUSEPPE IL GIUSTO / 20 marzo

Oggi, 20 marzo, per la Chiesa è san Giuseppe. Perché, se ieri 19 all’angelus, anche Francesco, ha festeggiato i papà?: Quando una festa cade lo stesso giorno di una festa di valore più grande, essa si celebra il primo giorno utile successivo come per esempio quest’anno san Giuseppe caduto di domenica.

Quello che ci interessa è che la liturgia ci permette di contemplare quel giusto, troppo sconosciuto.

Perché san Giuseppe è chiamato “giusto” nel Vangelo?: Perché non vuole applicare la legge! Detto così può scioccare ed è intenzionale, ma non è nemmeno totalmente corretto. È vero che alcuni “rigoristi” di Nazareth avrebbero concluso in quel modo: Giuseppe non vuole applicare la legge, perché “Mosè ci ha comandato di lapidare donne come queste”. Infatti la gravidanza di Maria dall’esterno sembra un adulterio nei confronti di Giuseppe.

Ora, invece, Giuseppe applica in pieno la legge che è fondata sulla Hesed, la bontà misericordiosa. Però di fatto non gli sarà stato facile. È toccato nel più profondo del suo essere, del suo progetto di vita: la sua sposa è incinta e lui non è il padre. Ha un enorme, sicuramente per lui schiacciante sospetto: Maria è stata amata da un altro uomo e non è stata una violenza se no l’avrebbe denunciata. Invece il suo silenzio lo protegge, forse lo ama a sua volta. Eppure Giuseppe non passa dal sospetto all’accusa, ancora meno alla condanna (udite trasmissioni televisive sui vari “casi criminali” e tutto quanto popolo dello “share” che avidamente le segue). Giuseppe decide di rispettare Maria al di là di se stesso, di togliersi da una cosa troppo grande per lui, di non imporre la sua presenza, di non vendicare il suo onore offeso, di non affermare alcun diritto di “proprietà”. Ha intuito che tutto questo viene dallo Spirito Santo? Il testo evangelico sembra suggerire che lo apprende solo dall’angelo. In ogni caso la sua è una pienezza non scontata che rivela un uomo abituato già profondamente ad ascoltare lo Spirito nel proprio cuore e ad obbedirgli. Se non fosse stato così profondamente umile come avrebbe obbedito alla voce dell’angelo? È vero che il messaggio dell’angelo lo rassicura e gli offre una missione grande, ma che anche lo crocifigge, lo spoglia di sé, come Maria.

La sua fede si è formata su quella di Abramo pronto a sacrificare il proprio figlio, il figlio che egli ama, il figlio della promessa che, dopo averlo fatto tanto aspettare, Dio sembra rinnegare. In questo buio assurdo Abramo spera contro ogni speranza. Obbedisce e vince! E Giuseppe si è formato su quella fede e quella obbedienza umile di cui non si può vantare in nessun modo. Infatti la fede di Maria e di Giuseppe non è da meno anche se forse non ci siamo soffermati abbastanza sulle loro reali difficoltà. E Gesù impara dalla loro fede.
Essere modelli per le nuove generazioni in particolare è un dovere di ogni cristiano, di ogni padre …


Prima Lettura  2 Sam 7,4-5.12-14.16
Il Signore Iddio gli darà il trono di Davide suo padre.
 

Dal secondo libro di Samuèle  
In quei giorni, fu rivolta a Natan questa parola del Signore:
«Va’ e di’ al mio servo Davide: Così dice il Signore: “Quando i tuoi giorni saranno compiuti e tu dormirai con i tuoi padri, io susciterò un tuo discendente dopo di te, uscito dalle tue viscere, e renderò stabile il suo regno.
Egli edificherà una casa al mio nome e io renderò stabile il trono del suo regno per sempre. Io sarò per lui padre ed egli sarà per me figlio.
La tua casa e il tuo regno saranno saldi per sempre davanti a te, il tuo trono sarà reso stabile per sempre”». 
   

Salmo Responsoriale  
Dal Salmo 88
In eterno durerà la sua discendenza.

Canterò in eterno l’amore del Signore,
di generazione in generazione
farò conoscere con la mia bocca la tua fedeltà,
perché ho detto: «È un amore edificato per sempre;
nel cielo rendi stabile la tua fedeltà».

«Ho stretto un’alleanza con il mio eletto,
ho giurato a Davide, mio servo.
Stabilirò per sempre la tua discendenza,
di generazione in generazione edificherò il tuo trono».

«Egli mi invocherà: “Tu sei mio padre,
mio Dio e roccia della mia salvezza”.
Gli conserverò sempre il mio amore,
la mia alleanza gli sarà fedele». 

Seconda Lettura   
Rm 4,13.16-18.22
Egli credette, saldo nella speranza contro ogni speranza.
 
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani  
Fratelli, non in virtù della Legge fu data ad Abramo, o alla sua discendenza, la promessa di diventare erede del mondo, ma in virtù della giustizia che viene dalla fede.
Eredi dunque si diventa in virtù della fede, perché sia secondo la grazia, e in tal modo la promessa sia sicura per tutta la discendenza: non soltanto per quella che deriva dalla Legge, ma anche per quella che deriva dalla fede di Abramo, il quale è padre di tutti noi – come sta scritto: «Ti ho costituito padre di molti popoli» – davanti al Dio nel quale credette, che dà vita ai morti e chiama all’esistenza le cose che non esistono.
Egli credette, saldo nella speranza contro ogni speranza, e così divenne padre di molti popoli, come gli era stato detto: «Così sarà la tua discendenza». Ecco perché gli fu accreditato come giustizia.  

Canto al Vangelo  
 Sal 83,5
Gloria a te, o Cristo, Verbo di Dio.
Nel tempo pasquale: Alleluia, alleluia.

Beato chi abita nella tua casa, Signore:
senza fine canta le tue lodi.
Gloria a te, o Cristo, Verbo di Dio.

  
Vangelo  Mt 1,16.18-21.24a
Giuseppe fece come gli aveva ordinato l'angelo del Signore.

Dal vangelo secondo Matteo
Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo.
Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto.
Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore. 


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