Sul sito Aleteia, c'era un articolo del gesuita P. Robert McTeigue del 22
febbraio con questo titolo provocante. Mi è stato subito segnalato da un caro amico
un po’ perplesso, anche perché corrispondeva al Vangelo della domenica precedente
ed egli aveva ascoltato una omelia ben diversa. Il resto dell’articolo è più sfumato
ma non convince del tutto e lascia senza risposta la domanda: se Gesù non ha
porto l’altra guancia e non vuole che lo facciamo, perché allora ha detto
“porgi l’altra guancia?”
Infatti leggiamo: “In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete
inteso che fu detto: “Occhio per occhio e dente per dente”. Ma io vi dico di
non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra,
tu pórgigli anche l’altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la
tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà ad accompagnarlo
per un miglio, tu con lui fanne due. Da’ a chi ti chiede, e a chi desidera da
te un prestito non voltare le spalle.
Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico”. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste». (Mt 5, 38-48).
Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico”. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste». (Mt 5, 38-48).
P. McTeigue parte
da esempi di cattive interpretazioni del Vangelo e che esprimono una mentalità
da sconfitti, o da fede ormai totalmente secolarizzata, per condannarli. È
chiaro che Gesù è venuto a sconfiggere il Regno di Satana e non a stare
tranquillamente o codardamente nel suo cantuccio. P. McTeigue
cita in suo aiuto anche san Tommaso d’Aquino: “La Sacra Scrittura dovrebbe essere intesa
in base alla comprensione di Cristo e degli altri santi” e non letteralmente. È
vero che Gesù non ha mai voluto che uno si mutilasse quando dice: “se la tua
mano ti è di scandalo tagliala”. Il Vangelo è uno spirito e deve essere vissuto
come tale: uno spirito che anima la nostra vita e la spinge avanti. Però appunto,
cosciente dei rischi di ridurre il Vangelo ai nostri comodi, san Francesco
voleva che si osservassero il Vangelo e la Regola “sine glossa”. E lo stesso ci
dice papa Francesco : «Questa non è l’opinione di un papa né un’opzione pastorale tra altre
possibili; sono indicazioni della parola di Dio così chiare, dirette ed
evidenti che non hanno bisogno di interpretazioni che toglierebbero ad esse
forza interpellante. Viviamole “sine glossa”, senza commenti. In tal modo
sperimenteremo la gioia missionaria di condividere la vita con il popolo fedele
a Dio cercando di accendere il fuoco nel cuore del mondo». Così papa Francesco
nella Evangelii gaudium (n. 271), il suo messaggio
programmatico.
Da
lì due conseguenze:
A.
la
Scrittura non può essere annullata ed è la Verità anche se non riesco a
compierla. Deve rimanere l’orizzonte concreto che si realizzerà forse totalmente
solo in cielo ma che esiste e verso il quale cammino, con la nostalgia di
esserne ancora lontano. Infatti Gesù stesso nel Vangelo ci dichiara innanzitutto
la pienezza e poi subito dà una indicazione per il cammino quotidiano. Per esempio:
“Figlioli è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago che un
ricco entri nel regno dei cieli (=la pienezza). – ma chi allora potrà essere salvato?
– impossibile all’uomo ma non a Dio, ma voi che avete lasciato tutto avrete il
centuplo in questo mondo e la vita eterna nell’altro (=il cammino quotidiano
che non rimane senza ricompensa) (cfr. Matteo 19,16-30).
B.
Gesù
invitandoci a “porgere l’altra guancia” indica un metodo positivo ed efficace di
lotta contro il male che consiste proprio nel porgere l’altra guancia per disarmare
l’avversario. È un metodo attivo: infatti Gesù quando è schiaffeggiato dal
servo del sommo sacerdote durante il suo processo al Sinedrio dialoga con questo
servo: “perché mi schiaffeggi? Se ho parlato male mostrati il mio errore, se ho
parlato bene, perché mi schiaffeggi?”. Poi Gesù si lascerà condannare e andrà a
morire sulla croce proprio anche per quel servo che l’ha schiaffeggiato. Morire
sulla croce: questo non è porgere l’altra guancia e molto di più? La non violenza
di cui parla papa Francesco per le famiglie e la politica è una lotta attiva che
non si basa sulla minaccia, la violenza, sulle complicità a scapito del più debole
ma sul dialogo e la ricerca della verità, pronti a perdere qualcosa. Prendere l’esempio
della battaglia di Lepanto in cui la flotta turca minacciava l’Occidente per dire
che non bisogna porgere l’altra guancia come fa p. McTeigue non
è corretto. È vero che la difesa con le armi può essere legittima e i soldati che hanno affrontato la flotta turca hanno avuto
coraggio e sono da ringraziare. Ma se tutti i cristiani nella loro lotta contro la violenza fossero
stati pronti a porgere il collo alle scimitarre dei turchi, non per mancanza di
coraggio ma per pienezza di vita spirituale sarebbero stati più efficaci di qualunque
esercito con le armi. Infatti si riconosce che è stata la preghiera insistente alla
Madonna a ridonare coraggio ai popoli cristiani spaventati e a ottenere la
vittoria, più che le armi.
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