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domenica 19 marzo 2017

LA SAMARITANA: RIFLESSIONI DOPO IL VIAGGIO IN TERRA SANTA / III° domenica di Quaresima

Eccoci tornati dalla Terra Santa! La Parola di Dio di questa domenica è così ricca che ci vorrebbe veramente almeno il tempo di un ritiro per spezzarla ma forse qualche riflessione breve ci può aiutare a passare con fede all’Eucaristia.

“I Giudei infatti non hanno rapporti con i Samaritani”. Duemila anni dopo, non si può andare liberamente e pacificamente in Samaria, ma solo con autorizzazioni speciali. Sulla cartina di Israele sono indicate delle zone sotto controllo dell’Autorità Palestinese di colore diverso a seconda che l’ordine pubblico sia comunque mantenuto da Israele o meno. Gesù invece abbatte le barriere. I discepoli, con una certa tensione, per necessità (comprare cibo) trattano con i samaritani. Gesù va oltre le barriere (parla-con-una-donna-samaritana-convivente) e trova accoglienza lì dove i benpensanti religiosi che siamo noi vedono solo situazioni da condannare e evitare. Gesù ci invita ad avere il suo stesso sguardo e atteggiamento. Certo, l'accoglienza del dono di Dio passerà attraverso la sincerità umile e coraggiosa (probabilmente si vergogna un po') della Samaritana: "non ho marito".

«I nostri padri hanno adorato su questo monte; voi invece dite che è a Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare». La Terra Santa è un luogo di eccezionale ricchezza e di eccezionali contrasti. Tra religioni e all’interno di ogni religione. Anche tra cristiani. È importante che custodiamo questi luoghi perché sono i testimoni della storicità degli eventi di salvezza, in particolare dell’evento Gesù di Nazareth, il Cristo. Ma se non manifestiamo incarnato in noi lo Spirito delle Beatitudini, se non siamo operatori di pace e portatori di perdono e speranza, con tutto quello che abbiamo fatto nel corso dei secoli, nessuno ci crede più. Come nessuno dei tuoi figli ti crede più se sei soltanto un cristiano di nome, solo un devoto di san Castrese con il medaglione sul petto, una devota della coroncina della misericordia o dei primi sabati del mese o di altre pratiche inventate da te e non si sente il soffio del Vangelo nella tua vita.

«Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia lui il Cristo?» Gli abitanti di Sicar, poveri contadini e paesani, hanno bisogno dell’annuncio dell’amore di Dio e della presenza del “Messia dei Giudei” e questa donna, l’ultima tra loro, l’ha ricevuto e glielo annuncia. E tu, in particolare oggi 19 marzo, papà, nonno, annunci l’amore di Dio ai tuoi figli e nipoti? Ne ha i il coraggio, la costanza, la credibilità? Lo spettacolo venerdì sera al Muro del Pianto (Ha-Kotel) e sabato mattina, delle famiglie, di adulti e giovani, vestiti a festa, che correvano per strada per non essere in ritardo, mi ha fatto pensare alle nostre celebrazioni: come sarebbe bello vedere più fratelli e sorelle, famiglie, vestiti a festa, correre per non essere in ritardo, giovani pieni di gioia ballare insieme sulla piazza cantando a Dio dopo il rito …. Certo gli ebrei che celebrano lo Shabat (il sabato) sono una parte sola del popolo, ma quelli che abbiamo visto al Muro sono un richiamo fraterno per noi.

Prima Lettura  Es 17, 3-7
Dacci acqua da bere.

Dal libro dell'Èsodo.In quei giorni, il popolo soffriva la sete per mancanza di acqua; il popolo mormorò contro Mosè e disse: «Perché ci hai fatto salire dall’Egitto per far morire di sete noi, i nostri figli e il nostro bestiame?».
Allora Mosè gridò al Signore, dicendo: «Che cosa farò io per questo popolo? Ancora un poco e mi lapideranno!».
Il Signore disse a Mosè: «Passa davanti al popolo e prendi con te alcuni anziani d’Israele. Prendi in mano il bastone con cui hai percosso il Nilo, e va’! Ecco, io starò davanti a te là sulla roccia, sull’Oreb; tu batterai sulla roccia: ne uscirà acqua e il popolo berrà».
Mosè fece così, sotto gli occhi degli anziani d’Israele. E chiamò quel luogo Massa e Merìba, a causa della protesta degli Israeliti e perché misero alla prova il Signore, dicendo: «Il Signore è in mezzo a noi sì o no?».

Salmo Responsoriale  
Dal Salmo 94

Ascoltate oggi la voce del Signore: non indurite il vostro cuore.
Venite, cantiamo al Signore,
acclamiamo la roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci a lui per rendergli grazie,
a lui acclamiamo con canti di gioia.

Entrate: prostràti, adoriamo,
in ginocchio davanti al Signore che ci ha fatti.
È lui il nostro Dio
e noi il popolo del suo pascolo,
il gregge che egli conduce.

Se ascoltaste oggi la sua voce!
«Non indurite il cuore come a Merìba,
come nel giorno di Massa nel deserto,
dove mi tentarono i vostri padri:
mi misero alla prova
pur avendo visto le mie opere». 

Seconda Lettura
 Rm 5, 1-2. 5-8
L'amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato. 


Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani.
Fratelli, giustificati per fede, noi siamo in pace con Dio per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo. Per mezzo di lui abbiamo anche, mediante la fede, l’accesso a questa grazia nella quale ci troviamo e ci vantiamo, saldi nella speranza della gloria di Dio.
La speranza poi non delude, perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato.
Infatti, quando eravamo ancora deboli, nel tempo stabilito Cristo morì per gli empi. Ora, a stento qualcuno è disposto a morire per un giusto; forse qualcuno oserebbe morire per una persona buona. Ma Dio dimostra il suo amore verso di noi nel fatto che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi.

Canto al Vangelo
  Cf Gv 4,42.15
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!

Signore, tu sei veramente il salvatore del mondo;
dammi dell'acqua viva, perché non abbia più sete.
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!   


Vangelo  Gv 4, 5-42 (forma breve: Gv 4,5-15.19-26)
Sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna.

Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù giunse a una città della Samarìa chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: qui c’era un pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo. Era circa mezzogiorno. Giunge una donna samaritana ad attingere acqua. Le dice Gesù: «Dammi da bere». I suoi discepoli erano andati in città a fare provvista di cibi. Allora la donna samaritana gli dice: «Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». I Giudei infatti non hanno rapporti con i Samaritani.
Gesù le risponde: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: “Dammi da bere!”, tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva». Gli dice la donna: «Signore, non hai un secchio e il pozzo è profondo; da dove prendi dunque quest’acqua viva? Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede il pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo bestiame?».
Gesù le risponde: «Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; ma chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna». «Signore – gli dice la donna –, dammi quest’acqua, perché io non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua». ] Le dice: «Va’ a chiamare tuo marito e ritorna qui». Gli risponde la donna: «Io non ho marito». Le dice Gesù: «Hai detto bene: “Io non ho marito”. Infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero».
Gli replica la donna: «Signore, vedo che tu sei un profeta! I nostri padri hanno adorato su questo monte; voi invece dite che è a Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare». Gesù le dice: «Credimi, donna, viene l’ora in cui né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre. Voi adorate ciò che non conoscete, noi adoriamo ciò che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. Ma viene l’ora – ed è questa – in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità: così infatti il Padre vuole che siano quelli che lo adorano. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e verità». Gli rispose la donna: «So che deve venire il Messia, chiamato Cristo: quando egli verrà, ci annuncerà ogni cosa». Le dice Gesù: «Sono io, che parlo con te». ]
In quel momento giunsero i suoi discepoli e si meravigliavano che parlasse con una donna. Nessuno tuttavia disse: «Che cosa cerchi?», o: «Di che cosa parli con lei?». La donna intanto lasciò la sua anfora, andò in città e disse alla gente: «Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia lui il Cristo?». Uscirono dalla città e andavano da lui.
Intanto i discepoli lo pregavano: «Rabbì, mangia». Ma egli rispose loro: «Io ho da mangiare un cibo che voi non conoscete». E i discepoli si domandavano l’un l’altro: «Qualcuno gli ha forse portato da mangiare?». Gesù disse loro: «Il mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera. Voi non dite forse: ancora quattro mesi e poi viene la mietitura? Ecco, io vi dico: alzate i vostri occhi e guardate i campi che già biondeggiano per la mietitura. Chi miete riceve il salario e raccoglie frutto per la vita eterna, perché chi semina gioisca insieme a chi miete. In questo infatti si dimostra vero il proverbio: uno semina e l’altro miete. Io vi ho mandati a mietere ciò per cui non avete faticato; altri hanno faticato e voi siete subentrati nella loro fatica».
Molti Samaritani di quella città credettero in lui per la parola della donna, che testimoniava: «Mi ha detto tutto quello che ho fatto». E quando i Samaritani giunsero da lui, lo pregavano di rimanere da loro ed egli rimase là due giorni. Molti di più credettero per la sua parola e alla donna dicevano: «Non è più per i tuoi discorsi che noi crediamo, ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo». ]


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