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lunedì 4 settembre 2023

NON SIATE TRISTI COME QUELLI CHE SONO SENZA SPERANZA! / Lunedì XXII sett. T.O., dispari. 2023.


“Non siate tristi come quelli che sono senza speranza”,
dice san Paolo. Quanti oggi nella nostra parrocchia sperano davvero nella vita eterna? Quanti ospiti vedono la casa di riposo come il luogo di una missione di evangelizzazione? Quanti preparano i loro familiari anziani o ammalati alla morte e al giudizio di Dio? Quanti suggeriscono loro di abituarsi a ricevere i sacramenti quando non possono più uscire di casa o semplicemente sono ormai avanti negli anni? Quanti chiamano il sacerdote per l’olio degli infermi prima ancora che diventi “estrema unzione”? Anzi, quanti lo chiamano per questa unzione estrema? - “È ancora cosciente, si impressionerebbe…” - “Non abbiamo chiamato il sacerdote perché nulla lasciava presagire la fine…”.  E invece scopri che aveva 
superato gli ottant’anni con metastasi da tempo… 

Quanti credono che una volta compiuto il proprio dovere fino alla fine il Signore li chiamerà ad  una vita migliore? Quanti, come Papa Francesco, cercano di aumentare la  loro carità e il loro discernimento perché sanno che rimane loro meno (poco) tempo per convertirsi e che il demonio cercherà di sviarli fino alla fine?

Vedo spesso nelle famiglie che affrontano il mistero della morte di un loro caro, un grande vuoto di speranza cristiana. E questo fa dubitare seriamente della fede nella vita di tutti i giorni di coloro che oggi sono nel vigore degli anni, o anche negli anni della maturità in cui si aggiunge già il dono dell’esperienza. 

Quanti cantano “Maran athà” a Messa chiedendo di cuore al Signore di affrettare la venuta del suo Regno nel quale entreremo pienamente solo quando lasceremo il nostro servizio terreno perché è cosa migliore stare con lui?

Papa Francesco parla del “ministero dell’attesa del Signore” proprio degli anziani, questa preparazione personale che è anche testimonianza fondamentale per le giovani generazioni che la fede è il pilastro della vita, che la promessa del Signore è vera. Papa Benedetto XVI nella sua breve autobiografia ricorda la testimonianza dei suoi genitori nel loro ultimo periodo come la prova più tangibile per lui della vita eterna: tutt’e due erano come “fioriti” nell’amore, nella pace, nella carità, proprio nella sofferenza. Papa Giovanni Paolo II nella sua Lettera agli Anziani (1° ottobre 1999) | Giovanni Paolo II, conclude: “ Iube me venire ad te! ” (comanda che io venga a te!): è questo l'anelito più profondo del cuore umano, anche in chi non ne è consapevole. Dacci, o Signore della vita, di prenderne lucida coscienza e di assaporare come un dono, ricco di ulteriori promesse, ogni stagione della nostra vita. Fa' che accogliamo con amore la tua volontà, ponendoci ogni giorno nelle tue mani misericordiose. E quando verrà il momento del definitivo “ passaggio ”, concedici di affrontarlo con animo sereno, senza nulla rimpiangere di quanto lasceremo. Incontrando Te, dopo averti a lungo cercato, ritroveremo infatti ogni valore autentico sperimentato qui sulla terra, insieme con quanti ci hanno preceduto nel segno della fede e della speranza. E tu, Maria, Madre dell'umanità pellegrina, prega per noi “ adesso e nell'ora della nostra morte ”. Tienici sempre stretti a Gesù, Figlio tuo diletto e nostro fratello, Signore della vita e della gloria. Amen!


Prima Lettura   1 Ts 4, 13-18 Dio, per mezzo di Gesù, radunerà con lui coloro che sono morti.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicési

Non vogliamo, fratelli, lasciarvi nell’ignoranza a proposito di quelli che sono morti, perché non siate tristi come gli altri che non hanno speranza. Se infatti crediamo che Gesù è morto e risorto, così anche Dio, per mezzo di Gesù, radunerà con lui coloro che sono morti.

Sulla parola del Signore infatti vi diciamo questo: noi, che viviamo e che saremo ancora in vita alla venuta del Signore, non avremo alcuna precedenza su quelli che sono morti. Perché il Signore stesso, a un ordine, alla voce dell’arcangelo e al suono della tromba di Dio, discenderà dal cielo. E prima risorgeranno i morti in Cristo; quindi noi, che viviamo e che saremo ancora in vita, verremo rapiti insieme con loro nelle nubi, per andare incontro al Signore in alto, e così per sempre saremo con il Signore.

Confortatevi dunque a vicenda con queste parole.


Salmo Responsoriale   Dal Salmo 95  Il Signore viene a giudicare la terra.

Cantate al Signore un canto nuovo,  cantate al Signore, uomini di tutta la terra. In mezzo alle genti narrate la sua gloria, a tutti i popoli dite le sue meraviglie.

Grande è il Signore e degno di ogni lode, terribile sopra tutti gli dèi. Tutti gli dèi dei popoli sono un nulla, il Signore invece ha fatto i cieli.

Gioiscano i cieli, esulti la terra, risuoni il mare e quanto racchiude; sia in festa la campagna e quanto contiene, acclamino tutti gli alberi della foresta.

Davanti al Signore che viene: sì, egli viene a giudicare la terra; giudicherà il mondo con giustizia e nella sua fedeltà i popoli.     


Canto al Vangelo   Lc 4,18  Alleluia, alleluia. Lo Spirito del Signore è sopra di me; mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio. Alleluia.

Vangelo   Lc 4, 16-30 Mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio. Nessun profeta è bene accetto nella sua patria.

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto:

«Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la  liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi e proclamare l’anno di grazia del Signore».

Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».

Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?». Ma egli rispose loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: “Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui, nella tua patria!”». Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidòne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Elisèo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro».

All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.


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