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domenica 17 settembre 2023

NON C'È SANTO SENZA PASSATO NÉ PECCATORE SENZA FUTURO / XXIV DOM T.O. A., 2023


“Rancore e ira sono cose orribili”.
In sé stessi. Un’immagine che mi parla è quella del cane legato alla catena. Per quanto possa essere più lunga la catena, il cane è sempre limitato,  legato al punto di attacco della catena e continuamente vi deve ritornare.

 Bisogna trasformare la rabbia in coraggio per lottare contro il male. La misericordia di Dio e del cristiano non è “perdonismo”, “misericordismo”. La conclusione del Vangelo è molto chiara. Il peccato non rimane impunito. Alcuni si sono scandalizzati per la condanna da parte della Giustizia Vaticana di militanti ecologisti che si erano incollati alla Pietà di Michelangelo in Vaticano per protestare contro l’inerzia dei governi di fronte al cambiamento climatico: pena di carcere sospesa e multa molto salata. Non è possibile che per un selfie, per la cultura “woke” che intende riscrivere il passato giudicandolo con i criteri dell’oggi o criteri molto personali, per la lotta - che condivido pienamente -  per una terra vivibile per tutti, ecc., si possa danneggiare impunemente il patrimonio artistico, la proprietà privata, le infrastrutture comunitarie, le persone stesse, facendoli passare come legittimi gesti di protesta. 

Ma sovrabbonda la misericordia su chi è debitore per i suoi peccati se chiede perdono, se si pente, se è pronto ad iniziare un percorso nuovo, che includerà riversare questa misericordia sugli altri. Non il colpo di spugna. Ma una creazione nuova. La Chiesa ha sempre voluto che la pena sia medicina al crimine o al delitto. Un grosso problema è che si insegna ai bambini ad amare solo col cuore, con i sentimenti, quando non con le sole emozioni. Dio ci insegna invece a amare con tutto il cuore ma anche con tutta l'intelligenza e con tutte le forze. L'amore squilibrato sul solo cuore porta a disastri, imprudenze, rigetto della fede. È un punto che sarà necessario chiarire meglio. Spero che questo semplice accenno sia però già illuminante per qualcuno. 

Per concludere con le letture di oggi, il cristiano sa che non esiste santo senza passato (è anche lui un peccatore perdonato), ma che non c'è peccatore senza futuro. 


Prima Lettura  Sir 27, 30 - 28, 9  Perdona l'offesa al tuo prossimo e per la tua preghiera ti saranno rimessi i peccati.

Dal libro del Siràcide

Rancore e ira sono cose orribili, e il peccatore le porta dentro. Chi si vendica subirà la vendetta del Signore, il quale tiene sempre presenti i suoi peccati. Perdona l’offesa al tuo prossimo e per la tua preghiera ti saranno rimessi i peccati. Un uomo che resta in collera verso un altro uomo, come può chiedere la guarigione al Signore? Lui che non ha misericordia per l’uomo suo simile, come può supplicare per i propri peccati? Se lui, che è soltanto carne, conserva rancore, come può ottenere il perdono di Dio? Chi espierà per i suoi peccati? Ricòrdati della fine e smetti di odiare, della dissoluzione e della morte e resta fedele ai comandamenti. Ricorda i precetti e non odiare il  prossimo, l’alleanza dell’Altissimo e dimentica gli errori altrui. 


Salmo Responsoriale  Dal Salmo 102  Il Signore è buono e grande nell'amore.

Benedici il Signore, anima mia, quanto è in me benedica il suo santo nome. Benedici il Signore, anima mia, non dimenticare tutti i suoi benefici.

Egli perdona tutte le tue colpe, guarisce tutte le tue infermità, salva dalla fossa la tua vita, ti circonda di bontà e misericordia.

Non è in lite per sempre, non rimane adirato in eterno. Non ci tratta secondo i nostri peccati e non ci ripaga secondo le nostre colpe.

Perché quanto il cielo è alto sulla terra, così la sua misericordia è potente su quelli che lo temono; quanto dista l’oriente dall’occidente, così egli allontana da noi le nostre colpe.


Seconda Lettura  Rm 14, 7-9 Sia che viviamo, sia che moriamo, siamo del Signore.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani

Fratelli, nessuno di noi vive per se stesso e nessuno muore per se stesso, perché se noi viviamo, viviamo per il Signore, se noi moriamo, moriamo per il Signore.

Sia che viviamo, sia che moriamo, siamo del Signore.

Per questo infatti Cristo è morto ed è ritornato alla vita: per essere il Signore dei morti e dei vivi. 


Canto al Vangelo  Gv 13,34 Alleluia, alleluia. Vi do un comandamento nuovo, dice il Signore: come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Alleluia.

Vangelo  Mt 18, 21-35 Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette.

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette.

Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi. Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa”. Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito.

Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: “Restituisci quello che devi!”. Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò”. Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito.

Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto. Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?”. Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto.

Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello».


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