Visualizzazioni totali

giovedì 14 settembre 2023

DIO LO ESALTÒ, PER LA SUA GLORIA / Esaltazione della Santa Croce, 14 settembre, 2023.


Oggi celebriamo con grande gioia la festa dell’Esaltazione della Santa Croce,
ma con una gioia seria, non superficiale. 

Con gioia perché attraverso la Croce di Cristo la Via della Vita è stata aperta per noi, perché ci “sono stati perdonati i peccati in virtù del suo nome”, perché abbiamo “conosciuto colui che è da principio", perché abbiamo “vinto il Maligno", perché siamo “forti e la parola di Dio rimane in” noi (vedi 1 Giovanni 2,12-14). Gioia immensa perché rivela un amore sconosciuto prima di Cristo ma che ormai dimora stabilmente nel suo Corpo e nel suo Spirito effuso su tutta la faccia della Terra.

Una gioia seria perché questa redenzione è costata a Gesù le sofferenze della crocifissione, sofferenze fisiche atroci, ma ancor più psicologiche e spirituali. 

Gioia seria perché queste sofferenze sono state causate dal mio peccato, sono colpa mia. Innalzandolo sulla croce, Dio lo fece serpente, colpa, peccato, “in nostro favore, perché in lui noi potessimo diventare giustizia di Dio” (2 Corinzi 5, 21).

Gioia seria perché sono invitato ad affidargli la mia debolezza, le mie paure, per camminare anch’io sulla Via che ha aperto: “Chi dice di rimanere in lui, deve anch'egli comportarsi come lui si è comportato” (1 Giovanni 2,6). Non si è soltanto fatto uomo per lavorare, predicare, avere successo, posizioni di privilegio con molti discepoli, come Maometto che è il modello di tutti i “cristiani” non convertiti, ma “umiliò se stesso, facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce". 

Ma per questa sua obbedienza nell’umiliazione “Dio lo esaltò”, è il Signore, giudice dei vivi e dei morti.


Prima Lettura  Nm 21, 4b-9  Chiunque sarà stato morso e guarderà il serpente, resterà in vita.

Dal libro dei Numeri

In quei giorni, il popolo non sopportò il viaggio. Il popolo disse contro Dio e contro Mosè: «Perché ci avete fatto salire dall’Egitto per farci morire in questo deserto? Perché qui non c’è né pane né acqua e siamo nauseati di questo cibo così leggero».

Allora il Signore mandò fra il popolo serpenti brucianti i quali mordevano la gente, e un gran numero d’Israeliti morì.

Il popolo venne da Mosè e disse: «Abbiamo peccato, perché abbiamo parlato contro il Signore e contro di te; supplica il Signore che allontani da noi questi serpenti». Mosè pregò per il popolo.

Il Signore disse a Mosè: «Fatti un serpente e mettilo sopra un’asta; chiunque sarà stato morso e lo guarderà, resterà in vita». Mosè allora fece un serpente di bronzo e lo mise sopra l’asta; quando un serpente aveva morso qualcuno, se questi guardava il serpente di bronzo, restava in vita.


Salmo Responsoriale  Dal Salmo 77  Non dimenticate le opere del Signore! 

Ascolta, popolo mio, la mia legge, porgi l’orecchio alle parole della mia bocca. Aprirò la mia bocca con una parabola, rievocherò gli enigmi dei tempi antichi.

Quando li uccideva, lo cercavano e tornavano a rivolgersi a lui, ricordavano che Dio è la loro roccia e Dio, l’Altissimo, il loro redentore.

Lo lusingavano con la loro bocca, ma gli mentivano con la lingua: il loro cuore non era costante verso di lui e non erano fedeli alla sua alleanza.

Ma lui, misericordioso, perdonava la colpa, invece di distruggere. Molte volte trattenne la sua ira e non scatenò il suo furore.


Seconda Lettura    Fil 2, 6-11 Cristo umiliò se stesso; per questo Dio lo esaltò. 

 Dalla lettera di San Paolo apostolo ai Filippési 

Cristo Gesù, pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l’essere come Dio, ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini. Dall’aspetto riconosciuto come uomo, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce. Per questo Dio lo esaltò e gli donò il nome che è al di sopra di ogni nome, perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra, e ogni lingua proclami: «Gesù Cristo è Signore!», a gloria di Dio Padre.


Canto al Vangelo Alleluia, alleluia. Noi ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo perché con la tua croce hai redento il mondo. Alleluia. 

  Vangelo  Gv 3, 13-17 Bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo.  

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo:

«Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna.

Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna.

Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui».


Nessun commento:

Posta un commento