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venerdì 7 luglio 2023

QUAL È LA DIFFERENZA TRA LA FEDE DI ABRAMO E QUELLA DEI CRISTIANI?


In genere la scoperta del sacrificio di Isacco è uno shock per tutti, per non dire un trauma.

Ricordo una signorina. Era nata nel 1910, lo stesso anno di madre Teresa di Calcutta ciò di cui andava molto fiera. A suo tempo era stata la prima presidente dell’Azione Cattolica nella sua parrocchia ed era molto stimata dalle sue coetanee. Era piena di devozione per Gesù, il suo dolce Gesù. Non voleva leggere l’Antico Testamento per tutte le cose brutte che vi erano riportate e in particolare tremava al pensiero di Abramo e Isacco sul monte Moria. Raccontando questo episodio a mia madre, le dicevo quanto era importante far leggere l’Antico Testamento alle persone. Lei, formata dagli scout negli anni ‘30, mi rispose: ”certo, ma basta meditare la Passione di Gesù che è molto più del sacrificio di Abramo”.

Tante volte, difendendoci dalla Parola, ci costruiamo immagini non veritiere di Dio e del suo Messia - il Dio dell’Antico Testamento cattivo, Gesù dolce e buono - che, purtroppo, diventano luoghi comuni, “verità” trasmesse nelle comunità parrocchiali, nell’iniziazione cristiana… Finiamo per fare del Cristianesimo una religione per bambini, e anche una "religione per donne”, mentre il Cristianesimo è per tutti ma è fondamentalmente una fede per adulti e, al seguito di Gesù e degli Apostoli, dovrebbe attirare molto di più uomini di quanto vediamo nella pratica. 

È vero che Dio chiede subito, fin da Abramo, nostro primo Padre nella fede, un affidamento totale che non escluda nulla della propria vita. Questa caratteristica è costante, si ritrova in tutti i personaggi della Bibbia. Il progresso morale che osserviamo in loro non riguarda la fede come esigenza. La fede è totale o non è fede. Un solo Dio e un affidamento senza riserve a lui. La "fede" che è centrata su se stessi e prega solo per ottenere protezione e grazie, non è fede. Certo Abramo impara a credere, a fidarsi, cresce fino a credere che Dio non rinnega i suoi doni e farà risorgere il figlio che gli chiede di offrire in olocausto. E così è per tutti: la fede è un cammino. Spesso c'è prima un periodo di approccio, di pre-fede. Poi viene il giorno in cui mi affido totalmente a Gesù come unico rivelatore di Dio e unico mio Signore. Inizia allora il cammino di fede: la sua luce in me e l’esperienza della vita con lui si espandono, si rafforzano. 

Quali sono allora le differenze di contenuto tra la fede di Abramo e quella di Gesù e dei  suoi seguaci? Perché Gesù dice che “Fra i nati da donna non vi è alcuno più grande di Giovanni, ma il più piccolo nel regno di Dio è più grande di lui”? (Luca 7, 28). Mi vengono subito in mente alcune caratteristiche essenziali

Abramo affida a Dio tutto ciò che ha di più prezioso. Il suo tesoro è Isacco e deve mettere Dio e l’obbedienza a Dio prima di Isacco. Camminando con Dio Abramo impara la preghiera di intercessione, ma la sua solidarietà non arriva ad immolarsi per i peccatori.

Invece l'obbedienza totale di Gesù al suo Padre lo porta a farsi carico delle sofferenze, delle malattie, e soprattutto dei peccati, tutti i peccati, degli uomini, conoscenti e non, amici e nemici. Questo esclude in lui ogni condanna anche se vede chiaro, ha discernimento. “Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui”. (Giovanni 3,17). Inoltre Gesù ha una fede missionaria. Non impara come Abramo a conoscere quel Dio e aspettare che compia le sue promesse. Gesù conosce già il Padre e vuole incendiare il mondo della sua conoscenza e del suo amore misericordioso donando la sua vita per le pecore (Giovanni 7, 29; 8, 55; 10, 15: “così come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore”). Infatti, Gesù porta a compimento le promesse del Padre. 

Dovremmo ritrovare queste caratteristiche nella nostra vita di discepoli di Gesù. 


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