Ezechia si ammala mortalmente. Il Signore gli manda
il profeta Isaia affinché il passaggio di consegne avvenga in modo sicuro e
ordinato. Sempre fare il Testamento! Non favorire nessuno dei figli a meno che tutti
gli altri siano d’accordo. Queste cose, quando vengono dimenticate o trascurate
hanno effetti terribili poi. Vediamo anche questi effetti devastanti a livello delle
comunità nazionali o politiche. Molti leader hanno un ego smisurato e non preparano
la loro successione. Nel campo religioso, molti fondatori carismatici non sanno
passare il testimone oppure indicano come successore una personalità a loro fedele
che li ha completati nei loro limiti. Fu il caso anche per san Francesco che indicò
frate Elia perché era un grande organizzatore, ma non fu un
eccellente successore. È sua la costruzione della Basilica di Assisi con i
meravigliosi affreschi di Giotto. Ordinò ai frati di raccogliere ovunque potessero
offerte per questo scopo. Fra’ Egidio, uno dei primi compagni e Beato, si rifiutò e ruppe la cassa
delle offerte. Tra i frati ci furono molte tensioni. Un grido dell’epoca era: “Parigi,
rovini Assisi!” contro gli studi ecclesiastici superiori, perché molti frati
andavano a studiare in particolare a Parigi. Si creò la corrente degli “Spirituali”,
movimento che voleva l’osservanza rigida della Regola fino all’ideologia del “pauperismo”.
Entrò in polemica con il Papa stesso, accusandolo di tradire l’insegnamento del Vangelo
sulla povertà. Questo è un dilemma di sempre. È chiaro che la Chiesa non è mai totalmente fedele al Vangelo ma, oltre al punto teorico sbagliato degli Spirituali,
rompere la comunione con la Chiesa per un aspetto particolare è una infedeltà più
grave ancora al Vangelo.
Comunque gestire il “dopo fondatore” non è semplice.
La ricerca di una strada percorribile per tutti maturò con san Bonaventura Ministro
Generale (aveva studiato e insegnato a Parigi). Al Capitolo generale di Narbonne,
30 anni circa dopo la morte di san Francesco, furono approvate delle regole
(Costituzioni) che tracciavano una vita impegnata ma adatta ad una comunità ormai
cresciuta e con missioni nuove ricevute dal Papa. Questa capacità di sintesi e
di scelte realiste sono state un grandissimo dono per l’Ordine e per la Chiesa.
Infatti il Signore vuole la pace. “Misericordia
io voglio e non sacrificio”. Il Signore accetta la preghiera del Re Ezechia
e gli concede altri 15 anni di vita e nella sua generosità fa che siano anni di
pace.
Prima
Lettura Is 38, 1-6.21-22.7-8
Ho udito la tua preghiera e ho visto le tue lacrime.
Dal libro del profeta Isaìa
In quei giorni Ezechìa si ammalò mortalmente. Il profeta Isaìa, figlio di Amoz, si recò da lui e gli disse: «Così dice il Signore: “Da’ disposizioni per la tua casa, perché tu morirai e non vivrai”». Ezechìa allora voltò la faccia verso la parete e pregò il Signore dicendo: «Signore, ricòrdati che ho camminato davanti a te con fedeltà e con cuore integro e ho compiuto ciò che è buono ai tuoi occhi». Ed Ezechìa fece un gran pianto.
Allora la parola del Signore fu rivolta a Isaìa dicendo: «Va’ e riferisci a Ezechìa: “Così dice il Signore, Dio di Davide, tuo padre: Ho udito la tua preghiera e ho visto le tue lacrime; ecco, io aggiungerò ai tuoi giorni quindici anni. Libererò te e questa città dalla mano del re d’Assiria; proteggerò questa città”».
Isaìa disse: «Si vada a prendere un impiastro di fichi e si applichi sulla ferita, così guarirà». Ezechìa disse: «Qual è il segno che salirò al tempio del Signore?». «Da parte del Signore questo ti sia come segno che il Signore manterrà questa promessa che ti ha fatto. Ecco, io faccio tornare indietro di dieci gradi l’ombra sulla meridiana, che è già scesa con il sole sull’orologio di Acaz». E il sole retrocesse di dieci gradi sulla scala che aveva disceso.
Salmo Responsoriale Is 38,10-12.16
Spero in te, Signore, tu mi dai vita.
Io
dicevo: «A metà dei miei giorni me ne vado,
sono trattenuto alle porte degli inferi
per il resto dei miei anni».
Dicevo:
«Non vedrò più il Signore
sulla terra dei viventi,
non guarderò più nessuno
fra gli abitanti del mondo.
La mia
dimora è stata divelta e gettata lontano da me,
come una tenda di pastori.
Come un tessitore hai arrotolato la mia vita,
mi hai tagliato dalla trama.
Il
Signore è su di loro: essi vivranno.
Tutto ciò che è in loro
è vita del suo spirito.
Guariscimi e rendimi la vita».
Canto al Vangelo Gv 10,27
Alleluia, alleluia.
Le mie pecore ascoltano la mia voce, dice il Signore,
e io le conosco ed esse mi seguono.
Alleluia.
Vangelo Mt 12, 1-8
Il Figlio dell'uomo è signore del sabato.
Dal
vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù passò, in giorno di sabato, fra campi di grano e i suoi
discepoli ebbero fame e cominciarono a cogliere delle spighe e a mangiarle.
Vedendo ciò, i farisei gli dissero: «Ecco, i tuoi discepoli stanno facendo
quello che non è lecito fare di sabato».
Ma egli rispose loro: «Non avete letto quello che fece Davide, quando lui e i
suoi compagni ebbero fame? Egli entrò nella casa di Dio e mangiarono i pani
dell’offerta, che né a lui né ai suoi compagni era lecito mangiare, ma ai soli
sacerdoti. O non avete letto nella Legge che nei giorni di sabato i sacerdoti
nel tempio vìolano il sabato e tuttavia sono senza colpa? Ora io vi dico che
qui vi è uno più grande del tempio. Se aveste compreso che cosa significhi:
“Misericordia io voglio e non sacrifici”, non avreste condannato persone senza
colpa. Perché il Figlio dell’uomo è signore del sabato».
Nessun commento:
Posta un commento