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giovedì 14 luglio 2022

COSA SIGNIFICA CHE IL PESO DEL SIGNORE E' LEGGERO? / san Camillo de Lellis.

 


San Camillo de Lellis cercava la felicità, sicuramente pronto a pagarne il prezzo, ma ha trovato una vita pesante e infelice costretto a curarsi in un ospedale di quei tempi. La sua conversione fu difficile e travagliata in quanto tra l’altro aveva la schiavitù del gioco. Dopo aver tentato la vita religiosa cappuccina la dovette abbandonare per delle ulcere alle gambe. Ma ritornato in ospedale con la fede viva in Gesù Cristo ciò che prima era per lui un peso e una “morte” divenne il giogo soave e il peso leggero di Gesù e consacrò la sua vita alla cura degli ammalati.

Veramente Gesù può dare ristoro a tutti quelli che sono stanchi ed oppressi, ma solo se si entra nel mistero della sua croce. Il demonio cerca in tutti i modi di farcela rifiutare, di farcela comprendere in modo sbagliato. Quanti cristiani impegnati ma tristi perché non vedono i risultati sperati, si sentono falliti anche come cristiani, non comprendendo che quanto si richiede negli amministratori è che ognuno risulti fedele” (1Cor 4:2), non che facciano miracoli. Molto più comunemente i battezzati fanno fatica, pur credendo in Gesù Cristo e affermando che è il Signore, a vedere la loro vita come dono attraverso la (sua) croce e “bestemmiano” la croce giorno dopo giorno, le contrarietà, le difficoltà, le mancanze di comprensione e di rispetto, ecc.

"Ciò che mi sembrava amaro mi fu cambiato in dolcezza di anima e di corpo" dice san Francesco del cambiamento operato in lui dallo Spirito Santo.


Prima Lettura   Is 26, 7-9. 12. 16-19
Svegliatevi ed esultate voi che giacete nella polvere.

Dal libro del profeta Isaìa
Il sentiero del giusto è diritto,
il cammino del giusto tu rendi piano.
Sì, sul sentiero dei tuoi giudizi,
Signore, noi speriamo in te;
al tuo nome e al tuo ricordo
si volge tutto il nostro desiderio.
Di notte anela a te l’anima mia,
al mattino dentro di me il mio spirito ti cerca,
perché quando eserciti i tuoi giudizi sulla terra,
imparano la giustizia gli abitanti del mondo.
Signore, ci concederai la pace,
perché tutte le nostre imprese tu compi per noi.
Signore, nella tribolazione ti hanno cercato;
a te hanno gridato nella prova, che è la tua correzione per loro.
Come una donna incinta che sta per partorire
si contorce e grida nei dolori,
così siamo stati noi di fronte a te, Signore.
Abbiamo concepito,
abbiamo sentito i dolori
quasi dovessimo partorire:
era solo vento;
non abbiamo portato salvezza alla terra
e non sono nati abitanti nel mondo.
Ma di nuovo vivranno i tuoi morti.
I miei cadaveri risorgeranno!
Svegliatevi ed esultate
voi che giacete nella polvere.
Sì, la tua rugiada è rugiada luminosa,
la terra darà alla luce le ombre. 

Salmo Responsoriale   Dal Salmo 101
Il Signore dal cielo ha guardato la terra.

Tu, Signore, rimani in eterno,
il tuo ricordo di generazione in generazione.
Ti alzerai e avrai compassione di Sion:
è tempo di averne pietà, l’ora è venuta!
Poiché ai tuoi servi sono care le sue pietre
e li muove a pietà la sua polvere.

Le genti temeranno il nome del Signore
e tutti i re della terra la tua gloria,
quando il Signore avrà ricostruito Sion
e sarà apparso in tutto il suo splendore.
Egli si volge alla preghiera dei derelitti,
non disprezza la loro preghiera.

Questo si scriva per la generazione futura
e un popolo, da lui creato, darà lode al Signore:
«Il Signore si è affacciato dall’alto del suo santuario,
dal cielo ha guardato la terra,
per ascoltare il sospiro del prigioniero,
per liberare i condannati a morte».

Canto al Vangelo
    Mt 11,28
Alleluia, alleluia.

Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi,
e io vi darò ristoro, dice il Signore.
Alleluia.


Vangelo   
Mt 11, 28-30
Io sono mite e umile di cuore.

Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse:
«Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro.
Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero». 

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