Mi è stato suggerito di fermarmi di nuovo su questa riflessione di san Benedetto che è riuscito in modo straordinario a definire per chi voleva vivere la vita cristiana in forma comunitaria uno stile di vita molto impegnato pur essendo moderato ed equilibrato. La saggezza di san Benedetto ci farà bene.
Come vi è uno zelo cattivo e amaro che
allontana da Dio e conduce all'inferno, così c'è uno zelo buono che allontana
dai vizi e conduce a Dio e alla vita eterna. In questo zelo i monaci devono
esercitarsi con amore vivissimo; e perciò si prevengano l'un l'altro nel
rendersi onore, sopportino con somma pazienza le infermità fisiche e morali
degli altri, si prestino a gara obbedienza reciproca. Nessuno cerchi il proprio
utile, ma piuttosto quello degli altri, amino i fratelli con puro affetto,
temano Dio, vogliano bene al proprio abate con sincera e umile carità.
Nulla assolutamente anteponiamo a Cristo e così egli, in compenso, ci condurrà tutti alla vita eterna.
Nulla assolutamente anteponiamo a Cristo e così egli, in compenso, ci condurrà tutti alla vita eterna.
Aggiungo anche questa frase di san Bernardino rivolta solo ai superiori di comunità e noi non siamo superiori di comunità, anzi non siamo superiori a nessuno:
"omnia videre, multa dissimulare, pauca corrigere", il che tradotto liberamente ma nel suo vero senso significa: "vedere tutto, far finta di niente 999 volte su 1000, solo ogni tanto correggere".
Il voler correggere sempre "per aiutare" viene dallo zelo amaro che viene dal demonio.
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