Quest’anno il Concorso Balcone Fiorito ha subito
gli effetti del lockdown e non ci sono state premiazioni. Anche il progetto di
piantare alberi (1 per ogni abitante di Marano) e far scoprire l’importanza
fondamentale degli alberi nel ciclo della vita e contro il
cambiamento climatico, si è fermato.
Ringrazio di cuore tutti coloro che hanno perseverato nell’abbellire posti loro privati affacciati sulla via pubblica, oppure curano aiuole comuni. Qualcuno avrà anche
approfittato del lockdown per iniziare un orto d’appartamento, coltivando
verdure biologiche.
Ma sopratutto abbiamo costatato che il lockdown ha favorito una
purificazione dell’aria, una fioritura libera di fiori selvatici, forse una
maggiore riuscita delle covate di uccelli, e un lavoro più libero delle api, ecc.
Quindi diamo il Primo Premio “Balcone fiorito 2020” al Covid-19? Paradossale
ma non insensato.
Mentre oggi si destinano somme senza precedenti alle spese militari
(compresi i più grandi programmi di modernizzazione nucleare), i malati, i
poveri, gli emarginati e le vittime dei conflitti sono colpiti in modo
sproporzionato dalla crisi attuale. Finora, le crisi interconnesse stanno
allargando il divario non solo tra ricchi e poveri, ma anche tra le zone di
pace, di prosperità e di giustizia ambientale e le zone di conflitto, di
privazione e di devastazione ecologica. È un problema di coscienza molto serio,
per tutti, ma sopratutto per i credenti. Gesù ha detto: “ciò che avete fatto al
più piccolo di questi miei fratelli l’avete fatto a me, ciò che non avete fatto
al più piccolo è a me che non l’avete fatto” e fa dipendere da questo il nostro andare in paradiso o all’inferno (Matteo 25). Ma c'è qualcosa in più:
siamo interdipendenti. Che lo vogliamo o no, siamo già tutti nella stessa barca e tutti attori del
destino comune. Il Covid-19 dimostra che l’egoismo e la superficialità non
pagano. Nessuno può illudersi che chiudendosi nel proprio egoismo, personale o
nazionale, alzando i muri, sarà preservato per sempre.
Purtroppo a livello dei governi, sembra che l'amicizia politica e la
concordia internazionale cessino sempre più di essere il bene supremo che le
nazioni desiderano e per il quale sono pronte a impegnarsi. Invece
di essere uniti per il bene comune contro una minaccia comune che non conosce
confini, molti leader stanno approfondendo le divisioni internazionali e
interne. In questo senso, la pandemia, attraverso morti e complicazioni
sanitarie, recessione economica e conflitti, rappresenta la tempesta perfetta!
Abbiamo bisogno di una leadership globale che possa ricostruire legami di
unità, rifiutando al contempo il capro espiatorio, la recriminazione reciproca,
il nazionalismo sciovinista, l'isolazionismo e altre forme di egoismo. Come ha
detto Papa Francesco lo scorso novembre a Nagasaki, dobbiamo "rompere il clima
di sfiducia" e prevenire "l'erosione del multilateralismo"[4].
Nell'interesse della costruzione di una pace sostenibile, dobbiamo promuovere
una "cultura dell'incontro" in cui uomini e donne si scoprano l'un
l'altro come membri di una stessa famiglia umana, condividano lo stesso credo.
Solidarietà. Fiducia. Incontro. Bene comune. Non-violenza. Noi crediamo che
questi siano i fondamenti della sicurezza umana.
La pandemia dovuta al Covid-19, la recessione economica e il cambiamento
climatico rendono sempre più chiara la necessità di dare priorità alla pace
positiva rispetto a concetti ristretti di sicurezza nazionale. San Giovanni
XXIII segnalò già oltre cinquant’anni fa la necessità di questa trasformazione
ridefinendo la pace in termini di riconoscimento, rispetto, salvaguardia e
promozione dei diritti della persona umana (Pacem in terris, 139). Ora più che
mai è giunto il momento che le nazioni del mondo passino dalla sicurezza
nazionale con mezzi militari alla sicurezza umana come preoccupazione primaria
della politica e delle relazioni internazionali. Ora è il momento che la
comunità internazionale e la Chiesa sviluppino piani audaci e fantasiosi per
un'azione collettiva commisurata alla portata di questa crisi. Ora è il momento
di costruire un mondo che rifletta meglio un approccio veramente integrale alla
pace, allo sviluppo umano e all'ecologia.
E noi, piccoli? Facciamo ciò che è alla nostra portata: Innanzitutto pregare! Poi convertirci verso chi vive con noi a comportamenti positivi di pace, di giustizia
sociale ed ecologica.
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