Diletti Figli e Figlie!
Abbiamo commentato, nel giorno della festa dell’Immacolata, il centenario
dell’apertura del Concilio Vaticano primo, che Pio IX, dopo qualche anno di
riflessione e di preparazione, aveva indetto ufficialmente con la Bolla
«Aeterni Patris» del 29 giugno 1868. Il Concilio ebbe breve storia, perché,
dopo Sédan e dopo l’annessione di Roma all’Italia (9 ottobre 1870), Pio IX lo
sospese e lo prorogò «sine die» (20 ottobre 1870); ma fu una storia, come
sapete, molto movimentata per le grandi discussioni, che ne caratterizzarono lo
svolgimento, e molto importante sia per il fatto della sua convocazione: da tre
secoli, dopo il Concilio di Trento (1545-1563), non s’era più riunito un
Concilio ecumenico; e sia soprattutto per le dottrine, che nel Vaticano primo
furono trattate e furono definite dogmaticamente, cioè con atti solenni e
straordinari del magistero ecclesiastico, e dichiarate così quali verità di
fede della Chiesa.
Merita tale avvenimento d’essere
commemorato? Certamente, come fatto storico. Ma lo merita ancor più per la sua
attualità, cioè per l’importanza che il Concilio Vaticano primo conserva nel
tempo nostro, non solo per la connessione, ch’esso ha col Concilio Vaticano
secondo, come tutti sanno, ma altresì per gli insegnamenti da quello allora
proclamati, i quali hanno anche lai nostri giorni un grande ed operante
rilievo. Questo vorremmo ricordarvi quest’oggi, senza alcuna pretesa
accademica: l’attualità del Concilio Vaticano primo.
I DOGMI Attuale, perché? Per le sue dottrine. Ora bisogna ricordare che i dogmi
della Chiesa possono essere attuali sotto un duplice aspetto: sotto un aspetto
relativo al loro contenuto di verità rivelata, in quanto cioè sono definizioni
autorevoli di un insegnamento divino contenuto nella Sacra Scrittura, o
derivato a noi dalla predicazione apostolica, per via di Tradizione (cfr. Dei
Verbum, 8, 9); sono la fede pensata, vissuta, celebrata dalla Chiesa, come
Popolo di Dio animato dallo Spirito Santo e ammaestrato da una testimonianza
autorizzata e qualificata, il Papa e i Vescovi con lui; e sotto questo aspetto
i dogmi della Chiesa sono sempre attuali, cioè sono sempre veri di quella
verità divina e soprannaturale, alla quale essi si riferiscono. La verità
divina non cambia; perciò i dogmi della fede sono sempre attuali, sono sempre
veri.
Ora a Noi pare che gli insegnamenti del Concilio Vaticano primo conservano
non solo l’attualità perenne della loro verità oggettiva, ma conservano altresì
l’attualità contingente della loro opportunità relativa al tempo nostro. Potrebbe
qualcuno pensare che il Concilio Vaticano secondo abbia confinato nella storia
passata, negli archivi dell’erudizione ecclesiastica, il Vaticano primo; e che
quel Concilio di Pio IX non abbia più nulla da dire, in tema d’attualità
soggettiva, d’opportunità contingente alla nostra sensibilità spirituale e alla
nostra maturità culturale. Invece non è così.
Non è così, perché come è stato spiegato, i due Concili Vaticani, primo e
secondo, sono complementari. Il primo doveva essere completato; è stato bruscamente
interrotto; e si pone logicamente e storicamente alla base del secondo; i
richiami, con cui questo secondo si collega al primo, lo dimostrano
chiaramente. Perciò, se è attuale il secondo, come infatti lo è, attuale è e
dev’essere parimente il primo, anche se l’uno differisca non poco dall’altro
per tanti motivi.
E non è così (cioè non è tramontata l’attualità del Concilio Vaticano
primo) per un’altra più forte ragione; per la ragione cioè che le verità
affermate da quel primo Concilio Vaticano sono presentissime alla nostra
moderna mentalità, sia pure per essere impugnate, discusse, sperimentate,
professate in piena coscienza ai giorni nostri.
Quali sono queste verità, ereditate dal Vaticano primo? Noi ora
semplifichiamo assai, come lo esige la semplicità popolare di questo familiare
discorso: le verità sono tre (o riguardano tre ordini di scienza religiosa). La
prima verità riguarda la fede, la «problematica» della fede. Tema vastissimo,
tema delicatissimo, tema attualissimo. Possiamo dire: tema decisivo non meno
per i figli del secolo ventesimo, che per quelli del decimonono. È il tema
trattato e definito dalla Costituzione, che, com’è costume nei documenti
pontifici, prende nome dalle parole con le quali comincia: «Dei Filius», votata
all’unanimità dai 667 membri del Concilio Vaticano primo, presenti alla terza
sessione pubblica il 24 aprile 1870, nella Basilica di S. Pietro (cfr. AUBERT,
Le Pontificat de Pie IX, p. 337; Dict. Th. C., XV-II, 2555 ss). Come lo ha
ricordato il Card. Parente nel suo discorso commemorativo, in questa
Costituzione: «si conferma la dottrina tradizionale su Dio Uno e Trino, sulla
libera creazione dal nulla, sulla Provvidenza che opera nel mondo. Si riafferma
il valore soprannaturale della rivelazione come Parola di Dio contenuta nella
Bibbia e nella Tradizione.
(... continua al post successivo del 20 luglio 2020)
(... continua al post successivo del 20 luglio 2020)
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