Conversione significa obbedienza ai precetti del Signore.
Un dottore della Legge chiede a Gesù cosa deve fare per ereditare la Vita eterna. Una domanda rara da parte delle persone che incontriamo eppure fondamentale. Se non entri nella vita eterna sei fallito, la tua vita non ha senso. Ma non basta fare la domanda nel modo più esatto (“ereditare la vita”) come quel dottore che vuole tendere una trappola a Gesù. E tu? Hai sete di verità? Desideri veramente sapere come ereditare la vita eterna?
Gesù non polemizza. Racconta la parabola del Buon
Samaritano, che conosciamo bene.
Scopriamo che la reazione di difesa del dottore della Legge: «E chi è mio prossimo?» viene rovesciata da Gesù: “Chi di questi tre ti sembra sia stato
prossimo…”. Eppure questa parabola non schiaccia. Certo
scomoda gli orari di quel samaritano, tocca il suo portafoglio, ma lui continua
il suo viaggio l’indomani, i suoi affari, e Dio saprà ricompensarlo in tanti
modi, anche con soldi.
Quindi si può fare. “Questa parola è molto vicina a te, è nella
tua bocca e nel tuo cuore, perché tu la metta in pratica”. Tutto dipende dall’
avere compassione. Quante volte però, ogni giorno, vedo come il dottore della
legge e non con lo sguardo di Dio anche se la parola è molto vicina a me. Eppure
il Signore mi rassicura nella seconda lettura: sei stato creato in me, se
cammini con me non morirai perché io sono la Vita. E i Padri della Chiesa hanno insegnato che Gesù è il modello di ogni Buon Samaritano che mi porta
all’albergo o “ospedale da campo”, alla Chiesa per essere curato. Anzi, lui non fa
altre cose e se incontra una persona in difficoltà la aiuta. Egli
è il Buon Pastore che dedica la sua vita a cercare la pecora perduta e ferita.
Prima
Lettura Dt 30, 10-14
Questa parola è molto vicina a te, perché tu la metta in pratica.
Dal libro del Deuteronòmio
Mosè parlò al popolo dicendo:
«Obbedirai alla voce del Signore, tuo Dio, osservando i suoi comandi e i suoi decreti, scritti in questo libro della legge, e ti convertirai al Signore, tuo Dio, con tutto il cuore e con tutta l’anima.
Questo comando che oggi ti ordino non è troppo alto per te, né troppo lontano da te. Non è nel cielo, perché tu dica: “Chi salirà per noi in cielo, per prendercelo e farcelo udire, affinché possiamo eseguirlo?”. Non è di là dal mare, perché tu dica: “Chi attraverserà per noi il mare, per prendercelo e farcelo udire, affinché possiamo eseguirlo?”. Anzi, questa parola è molto vicina a te, è nella tua bocca e nel tuo cuore, perché tu la metta in pratica».
Salmo Responsoriale Dal Salmo 18
I precetti del Signore fanno gioire il cuore.
La legge del Signore è
perfetta,
rinfranca l’anima;
la testimonianza del Signore è stabile,
rende saggio il semplice.
I precetti del Signore
sono retti,
fanno gioire il cuore;
il comando del Signore è limpido,
illumina gli occhi.
Il timore del Signore è
puro,
rimane per sempre;
i giudizi del Signore sono fedeli,
sono tutti giusti.
Più preziosi dell’oro,
di molto oro fino,
più dolci del miele
e di un favo stillante.
Seconda Lettura Col
1, 15-20
Tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui.
Dalla
lettera di san Paolo apostolo ai Colossèsi
Cristo Gesù è immagine del Dio
invisibile,
primogenito di tutta la creazione,
perché in lui furono create tutte le cose
nei cieli e sulla terra,
quelle visibili e quelle invisibili:
Troni, Dominazioni,
Principati e Potenze.
Tutte le cose sono state create
per mezzo di lui e in vista di lui.
Egli è prima di tutte le cose
e tutte in lui sussistono.
Egli è anche il capo del corpo, della Chiesa.
Egli è principio,
primogenito di quelli che risorgono dai morti,
perché sia lui ad avere il primato su tutte le cose.
È piaciuto infatti a Dio
che abiti in lui tutta la pienezza
e che per mezzo di lui e in vista di lui
siano riconciliate tutte le cose,
avendo pacificato con il sangue della sua croce
sia le cose che stanno sulla terra,
sia quelle che stanno nei cieli.
Canto al Vangelo Gv 6,63.68
Alleluia, alleluia.
Le tue parole, Signore, sono spirito e vita;
tu hai parole di vita eterna.
Alleluia.
Vangelo Lc
10, 25-37
Chi è il mio prossimo?
Dal
vangelo secondo Luca
In quel tempo, un dottore della Legge si alzò per mettere alla prova Gesù e
chiese: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù gli
disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?». Costui rispose: «Amerai
il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la
tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso». Gli
disse: «Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai».
Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?». Gesù
riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gèrico e cadde nelle mani dei
briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono,
lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima
strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un levìta, giunto in quel luogo,
vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli
accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite,
versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un
albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li
diede all’albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te
lo pagherò al mio ritorno”. Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di
colui che è caduto nelle mani dei briganti?». Quello rispose: «Chi ha avuto
compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ così».
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