"accetta ciò che è bene: non offerta di tori immolati, ma la lode delle nostre labbra".
Perché la preghiera di lode è la migliore? Lodare
chi, poi? La nostra vita non è così piena e felice. Anzi, è piena di problemi e
sofferenze. Non è forse un abuso di potere da parte di Dio chiederci di lodarlo, o un esercizio per chi non ha nulla da fare, o da per chi si disinteressa della sorte delle persone?
Scopriamo invece che la preghiera di lode è segno di una fede matura che accetta da Dio tutto, perché Dio ha tutto in mano e difende i suoi, anche quando devono prendere la croce. È la preghiera di abbandono, dell’amore “agape”, non più solo amore di desiderio per avere di più (eros), o amore di trattativa : mi fai del bene, sono pronto a ricambiarti o a pagare il prezzo di altri benefici (filia). La preghiera di abbandono di Charles de Foucauld così bella e famosa è frutto di un suo lungo e stupendo cammino spirituale (Padre mio, io mi abbandono a te, fa di me ciò che ti piace. Qualunque cosa tu faccia di me Ti ringrazio. Sono pronto a tutto, accetto tutto. La tua volontà si compia in me, in tutte le tue creature. Non desidero altro, mio Dio. Affido l'anima mia alle tue mani Te la dono mio Dio, con tutto l'amore del mio cuore perché ti amo, ed è un bisogno del mio amore di donarmi di pormi nelle tue mani senza riserve con infinita fiducia perché Tu sei mio Padre). Ed è a tutti gli effetti una preghiera di Lode.
La preghiera di "abbandono – lode" è sommamente efficace. Ricordiamoci Paolo e
Sila nel carcere di Filippi (Atti 16). E il Vangelo ce lo conferma oggi: il cristiano non
provoca, non rischia inutilmente, ma sa che il Signore è a suo fianco, anche nella sua vita privata che manifesta in ogni momento la presenza del Risorto. Il
cristiano è accompagnato da Colui che è il Difensore e il Consolatore insieme. Se
io lascio parlare lo Spirito del Padre, le sue/mie parole sono molto più efficaci. Anche se forti, non sono mai polemiche.
Prima
Lettura Os 14, 2-10
Non chiameremo più dio nostro l'opera delle nostre mani.
Dal libro del profeta Osèa
Torna dunque, Israele, al Signore, tuo Dio,
poiché hai inciampato nella tua iniquità.
Preparate le parole da dire
e tornate al Signore;
ditegli: «Togli ogni iniquità,
accetta ciò che è bene:
non offerta di tori immolati,
ma la lode delle nostre labbra.
Assur non ci salverà,
non cavalcheremo più su cavalli,
né chiameremo più “dio nostro”
l’opera delle nostre mani,
perché presso di te l’orfano trova misericordia».
«Io li guarirò dalla loro infedeltà,
li amerò profondamente,
poiché la mia ira si è allontanata da loro.
Sarò come rugiada per Israele;
fiorirà come un giglio
e metterà radici come un albero del Libano,
si spanderanno i suoi germogli
e avrà la bellezza dell’olivo
e la fragranza del Libano.
Ritorneranno a sedersi alla mia ombra,
faranno rivivere il grano,
fioriranno come le vigne,
saranno famosi come il vino del Libano.
Che ho ancora in comune con gli idoli, o Èfraim?
Io l’esaudisco e veglio su di lui;
io sono come un cipresso sempre verde,
il tuo frutto è opera mia».
Chi è saggio comprenda queste cose,
chi ha intelligenza le comprenda;
poiché rette sono le vie del Signore,
i giusti camminano in esse,
mentre i malvagi v’inciampano.
Salmo Responsoriale Dal Salmo 50
La mia bocca, Signore, proclami la tua lode.
Pietà
di me, o Dio, nel tuo amore;
nella tua grande misericordia
cancella la mia iniquità.
Lavami tutto dalla mia colpa,
dal mio peccato rendimi puro.
Tu
gradisci la sincerità nel mio intimo,
nel segreto del cuore m’insegni la sapienza.
Aspergimi con rami d’issòpo e sarò puro;
lavami e sarò più bianco della neve.
Crea
in me, o Dio, un cuore puro,
rinnova in me uno spirito saldo.
Non scacciarmi dalla tua presenza
e non privarmi del tuo santo spirito.
Rendimi
la gioia della tua salvezza,
sostienimi con uno spirito generoso.
Signore, apri le mie labbra
e la mia bocca proclami la tua lode.
Canto al Vangelo Gv 16,14
Alleluia, alleluia.
Quando verrà lo Spirito della verità,
vi guiderà a tutta la verità,
e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.
Alleluia.
Vangelo Mt 10, 16-23
Non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro.
Dal
vangelo secondo Matteo
In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli:
«Ecco: io vi mando come pecore in mezzo a lupi; siate dunque prudenti come i
serpenti e semplici come le colombe.
Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai tribunali e vi
flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti a governatori e
re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani. Ma, quando vi
consegneranno, non preoccupatevi di come o di che cosa direte, perché vi sarà
dato in quell’ora ciò che dovrete dire: infatti non siete voi a parlare, ma è
lo Spirito del Padre vostro che parla in voi.
Il fratello farà morire il fratello e il padre il figlio, e i figli si
alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno. Sarete odiati da tutti a
causa del mio nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato.
Quando sarete perseguitati in una città, fuggite in un’altra; in verità io vi dico:
non avrete finito di percorrere le città d’Israele, prima che venga il Figlio
dell’uomo».
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