Dei bambini a pochi giorni della Prima Comunione ancora dicono: sono emozionato/a perché per la prima volta incontrerò Gesù! Ma se il tuo primo incontro con Gesù è stato nel battesimo, in tutte le preghiere che hai fatto, tutte le volte che in famiglia o con la classe di catechismo vi siete radunati nel nome di Cristo, nella Parola, ad ogni Messa…
12. Il nostro primo incontro con la sua Pasqua è l’evento che
segna la vita di tutti noi credenti in Cristo: il nostro battesimo. Non è
un’adesione mentale al suo pensiero o la sottoscrizione di un codice di
comportamento da Lui imposto: è l’immergersi nella sua passione, morte,
risurrezione e ascensione. Non un gesto magico: la magia è l’opposto della
logica dei sacramenti perché pretende di avere un potere su Dio e per questa
ragione viene dal tentatore. In perfetta continuità con l’incarnazione, ci viene
data la possibilità, in forza della presenza e dell’azione dello Spirito, di
morire e risorgere in Cristo.
13. Il modo in cui accade è commovente. La preghiera di
benedizione dell’acqua battesimale [3] ci
rivela che Dio ha creato l’acqua proprio in vista del battesimo. Vuol dire che
mentre Dio creava l’acqua pensava al battesimo di ciascuno di noi e questo
pensiero lo ha accompagnato nel suo agire lungo la storia della salvezza ogni
volta che, con preciso disegno, ha voluto servirsi dell’acqua. È come se, dopo
averla creata, avesse voluto perfezionarla per arrivare ad essere l’acqua del
battesimo. E così l’ha voluta riempire del movimento del suo Spirito che vi
aleggiava sopra (cfr. Gen 1,2) perché contenesse in germe la forza di
santificare; l’ha usata per rigenerare l’umanità nel diluvio (cfr. Gen
6,1-9,29); l’ha dominata separandola per aprire una strada di liberazione nel
Mar Rosso (cfr. Es 14); l’ha consacrata nel Giordano immergendovi la carne del
Verbo intrisa di Spirito (cfr. Mt 3,13-17; Mc 1,9-11; Lc 3,21-22). Infine, l’ha
mescolata con il sangue del suo Figlio, dono dello Spirito inseparabilmente
unito al dono della vita e della morte dell’Agnello immolato per noi, e dal
costato trafitto l’ha effusa su di noi (Gv 19,34). È in quest’acqua che siamo
stati immersi perché per la sua potenza potessimo essere innestati nel Corpo di
Cristo e con Lui risorgere alla vita immortale (cfr. Rm 6,1-11).
La Chiesa: sacramento del Corpo di Cristo
14. Come il Concilio
Vaticano II ci ha ricordato (cfr. Sacrosanctum Concilium, n. 5) citando
la Scrittura, i Padri e la Liturgia – le colonne della vera Tradizione – dal
costato di Cristo dormiente sulla croce è scaturito il mirabile sacramento di
tutta la Chiesa. [4] Il
parallelo tra il primo e il nuovo Adamo è sorprendente: come dal costato del
primo Adamo, dopo aver fatto scendere su di Lui un torpore, Dio trasse Eva,
così dal costato del nuovo Adamo, addormentato nel sonno della morte, nasce la
nuova Eva, la Chiesa. Lo stupore è per le parole che possiamo pensare che il
nuovo Adamo faccia sue guardando la Chiesa: “Questa volta è osso dalle mie
ossa, carne dalla mia carne” (Gen 2,23). Per aver creduto alla Parola ed essere
scesi nell’acqua del battesimo, noi siamo diventati osso dalle sue ossa, carne
dalla sua carne.
15. Senza questa incorporazione non vi è alcuna possibilità di
vivere la pienezza del culto a Dio. Infatti, uno solo è l’atto di culto
perfetto e gradito al Padre, l’obbedienza del Figlio la cui misura è la sua
morte in croce. L’unica possibilità per poter partecipare alla sua offerta è
quella di diventare figli nel Figlio. È questo il dono che abbiamo ricevuto. Il
soggetto che agisce nella Liturgia è sempre e solo Cristo-Chiesa, il Corpo
mistico di Cristo.
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