Contro tutti gli approfittatori, contro la classe politica si invoca il carcere, la riduzione degli stipendi, il lavorare come gli ultimi operai per rendersi conto, ecc. Non è tutto sbagliato. La ripartizione equa delle risorse, il dare a tutti condizioni di vita degne, sono un’esigenza di base. Ma se c'è solo questo, si rimane chiusi nella sfera dei soldi, rivelando che tutti, sfruttatori e sfruttati, vivono per i soldi. Amos invoca un altro castigo per i crimini economici e sociali: cercare la Parola di Dio e non trovarla. Ma se sono beati così, mai sazi di accumulare, sui soldi bisogna colpire questa gente! E invece no. Il castigo è che quando aprono gli occhi e si accorgono del vuoto del loro cuore, cerchino un senso alla loro esistenza e non lo trovino perché non troveranno la Parola di Dio, non troveranno il sentiero della vita, prigionieri della loro profonda infelicità, esperti di ipocrisia e di ingiustizia del mondo ma analfabeti di speranza e di vita spirituale.
Matteo invece incontra la Parola Vivente. Se lascia tutto
è perché ha trovato meglio di quanto aveva. Ha fatto tutto per realizzarsi, per essere felice, ma non ha trovato la felicità. Ecco che
Gesù irradia la felicità, l’amore che cerca il suo cuore, un ideale per
cui valga la pena spendere la propria vita, la comunione che rompe la sua
profonda solitudine. E almeno per vedere chi è questo Gesù, capace di
cambiare così tanto il loro amico, molti altri pubblicani e peccatori vanno da Gesù
che li accoglie alla sua tavola.
Matteo trova la Parola perché è la Parola stessa che
lo ha cercato, lo ha chiamato. E di colpo il vuoto della sua vita è stato
riempito, colmato, abitato. Dall’ombra della morte Gesù lo fa alzare e lo mette
in cammino: Gesù vide Matteo “seduto al banco delle imposte … Ed
egli si alzò e lo seguì”.
Credo che oltre allo zelo, se chi ci incontra ci
vede “abitati”, “presi”, vede che le suore sono “donne sposate”, e non ci
vedono ripiegati su noi stessi e nemmeno sulla nostra ricerca di perfezione,
sarà attratto da Cristo, malgrado tutte le nostre imperfezioni e aridità. Per i
farisei l’educazione ricevuta poteva essere d'ostacolo a comprendere i modi di
agire di Gesù, come Nicodemo, ma la loro chiusura viene dall’essere
“devoti esteriori”, non abitati da Dio.
Prima
Lettura Am 8, 4-6. 9-12
Manderò la fame nel paese; non fame di pane ma di ascoltare le
parole del Signore.
Dal libro del profeta Amos
«Ascoltate questo,
voi che calpestate il povero
e sterminate gli umili del paese,
voi che dite: “Quando sarà passato il novilunio
e si potrà vendere il grano?
E il sabato, perché si possa smerciare il frumento,
diminuendo l’efa e aumentando il siclo
e usando bilance false,
per comprare con denaro gli indigenti
e il povero per un paio di sandali?
Venderemo anche lo scarto del grano”».
«In quel giorno
– oracolo del Signore Dio –
farò tramontare il sole a mezzogiorno
e oscurerò la terra in pieno giorno!
Cambierò le vostre feste in lutto
e tutti i vostri canti in lamento:
farò vestire ad ogni fianco il sacco,
farò radere tutte le teste:
ne farò come un lutto per un figlio unico
e la sua fine sarà come un giorno d’amarezza.
Ecco, verranno giorni
– oracolo del Signore Dio –
in cui manderò la fame nel paese;
non fame di pane né sete di acqua,
ma di ascoltare le parole del Signore».
Allora andranno errando da un mare all’altro
e vagheranno da settentrione a oriente,
per cercare la parola del Signore,
ma non la troveranno.
Salmo Responsoriale Dal Salmo 118
Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio.
Beato
chi custodisce i suoi insegnamenti
e lo cerca con tutto il cuore.
Con tutto il mio cuore ti cerco:
non lasciarmi deviare dai tuoi comandi.
Io mi
consumo nel desiderio
dei tuoi giudizi in ogni momento.
Ho scelto la via della fedeltà,
mi sono proposto i tuoi giudizi.
Ecco,
desidero i tuoi precetti:
fammi vivere nella tua giustizia.
Apro anelante la mia bocca,
perché ho sete dei tuoi comandi.
Canto al Vangelo Mt 11,28
Alleluia, alleluia.
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi,
e io vi darò ristoro, dice il Signore.
Alleluia.
Vangelo Mt 9, 9-13
Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati.
Misericordia io voglio e non sacrifici.
Dal
vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù, vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle
imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì.
Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori
e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo ciò, i farisei
dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai
pubblicani e ai peccatori?».
Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i
malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: “Misericordia io voglio e non sacrifici”.
Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori».
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