Nel brano di Osea l’amore del Signore si manifesta con
espressioni affettive stupende, di un Padre per il suo figlio. Dall’Egitto non viene
ricordata nessuna piaga, nessun prodigio compiuto da Dio, ma solo “dall’Egitto
ho chiamato mio figlio”.
Invece nel Vangelo di oggi, Gesù rivolto ai
discepoli dà indicazioni per la missione che sono tutti verbi di azione (17!, “predicate, guarite, risuscitate, purificate, scacciate, date, …” ).
C'è opposizione? No certamente. L’amore si manifesta
con la concretezza dell’obbedienza e delle opere. Chi pensa di amare solo perché
è capace di provare grandi sentimenti, è terribilmente ingannato, dice papa
Francesco. E il voler amare quando si è nell’aridità, è amare. Amare infatti è
donarsi. “Amare fino al punto che fa male” diceva Madre Teresa, “amare nella dimensione
della croce” dice Kiko Arguello. Svuotare se stesso, servo obbediente fino alla
morte e alla morte di Croce, dice la Scrittura. Però è chiaro che le due
dimensioni sono fatte per completarsi, anzi, sono necessarie l’una all’altra per
arrivare ognuna al pieno compimento. Invece se qualcuno inizia con le opere e l’obbedienza
e non permette al suo cuore di aprirsi a Dio, diventa come il fratello maggiore
della parabola che non ha mai disobbedito ma che “non entra nella casa”, nell’intimità
del suo Padre, benché questi esca a supplicarlo al ritorno del fratello minore.
Abbiamo paura di consegnarci a Dio totalmente. Desideriamo tanto amare ed essere
amati e al contempo abbiamo una grande paura di amare ed essere amati, diceva
Jean Vanier, parlando anche delle semplici relazioni umane. Molti non si chiedono
nemmeno chi è e cosa vuole il Dio che servono e al quale chiedono grazie e
protezione, luce per sentire la coscienza a posto.
Prima
Lettura Os 11, 1. 3-4. 8-9
Il mio cuore si commuove dentro di me.
Dal libro del profeta Osèa
Così dice il Signore:
«Quando Israele era fanciullo,
io l’ho amato
e dall’Egitto ho chiamato mio figlio.
Ma più li chiamavo,
più si allontanavano da me;
immolavano vittime ai Baal,
agli idoli bruciavano incensi.
A Èfraim io insegnavo a camminare
tenendolo per mano,
ma essi non compresero
che avevo cura di loro.
Io li traevo con legami di bontà,
con vincoli d’amore,
ero per loro
come chi solleva un bimbo alla sua guancia,
mi chinavo su di lui
per dargli da mangiare.
Il mio cuore si commuove dentro di me,
il mio intimo freme di compassione.
Non darò sfogo all’ardore della mia ira,
non tornerò a distruggere Èfraim,
perché sono Dio e non uomo;
sono il Santo in mezzo a te
e non verrò da te nella mia ira».
Salmo Responsoriale Dal Salmo 79
Fa’ splendere il tuo volto, Signore, e noi saremo salvi.
Tu,
pastore d’Israele, ascolta,
seduto sui cherubini, risplendi.
Risveglia la tua potenza
e vieni a salvarci.
Dio degli
eserciti, ritorna!
Guarda dal cielo e vedi
e visita questa vigna,
proteggi quello che la tua destra ha piantato,
il figlio dell’uomo che per te hai reso forte.
Canto al Vangelo Mc 1,15
Alleluia, alleluia.
Il regno di Dio è vicino;
convertitevi e credete nel Vangelo.
Alleluia.
Vangelo Mt 10, 7-15
Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date.
Dal
vangelo secondo Matteo
In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli:
«Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite
gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni.
Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi oro né
argento né denaro nelle vostre cinture, né sacca da viaggio, né due tuniche, né
sandali, né bastone, perché chi lavora ha diritto al suo nutrimento.
In qualunque città o villaggio entriate, domandate chi là sia degno e
rimanetevi finché non sarete partiti.
Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. Se quella casa ne è degna, la
vostra pace scenda su di essa; ma se non ne è degna, la vostra pace ritorni a
voi. Se qualcuno poi non vi accoglie e non dà ascolto alle vostre parole,
uscite da quella casa o da quella città e scuotete la polvere dei vostri piedi.
In verità io vi dico: nel giorno del giudizio la terra di Sòdoma e Gomorra sarà
trattata meno duramente di quella città».
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