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domenica 11 agosto 2024

SENZA ESSERE ATTIRATI DAL PADRE NON C'È SALVEZZA / XIX DOM. T.O., B, 2024



Chi vuole la vita deve ricevere il Pane del cielo. Chi crede in Gesù e ne ha la possibilità è obbligato a ricevere con fede e assiduità il Sacramento eucaristico. Ma non né una magia né un gesto meccanico, è la fede in Gesù che abbraccia tutto il suo essere, la Via che egli ha aperto e quindi ingloba anche tutta la nostra vita. Egli è il Signore della nostra vita. Mentre il Corano è solo un libro, Gesù è vivo, apre un cammino, ci accompagna lui stesso. Cristiano è colui che aderisce a Gesù e lo segue.

Però Gesù si presenta senza titoli umani per appoggiare le sue pretese. Viene da una famiglia umilissima e semplice, anzi, inferiore per via della gravidanza misteriosa di Maria. Non ha studiato. Morirà fallito... Nulla che possa attirare realmente chi vuole conferme esterne. Chi non “vede” l’essenza di Gesù, non riceve nel cuore la conferma interiore dello Spirito Santo, non potrà consegnargli tutta la sua vita, la sua salvezza.  

Di fatto, con moltissime giustificazioni o stratagemmi, noi evitiamo di consegnargli tutti gli aspetti e dimensioni della nostra vita. Sentiamo che sarebbe un morire anche intuendo che questo morire è vita. In una sua poesia, Karol Wojtyla a 55 anni sente di "giungere alla riva dell’autunno” e come lo sguardo torna allora indietro verso “ciò che era vita ed è ancora vita” mentre vuole inoltrarsi nel mistero che lo attrae e “si scatena la lotta lungo la spaccatura che ognuno porta dentro di sé”. 

Ma una cosa è certa: senza vita interiore, senza dialogo con Dio (dia-logo significa due voci, cioè ascoltare e parlare) non si può avere fede. Ora molti sono ancora ingannati dalla “apparenza” di Gesù, cioè dai suoi titoli storici, sociali, dalle tradizioni familiari e comunitarie. La Cristianità, nata da tantissima testimonianza autentica, ha prodotto poi automaticamente molti battezzati. Ma nessuno diventa veramente cristiano senza un incontro personale con Cristo, senza “essere attirati dal Padre”. La Parola di Dio si realizza sempre. Chi vuole cortocircuitare il cammino spirituale, fermarsi sul terreno facile delle apparenze, inganna le persone e crea disastri, proponendo come buona e autentica una religione che è esattamente ciò che Gesù ha rifiutato. Lo scandalo del Santuario di Afragola di questi giorni, con un uomo "molto devoto di Sant'Antonio e della Chiesa", pronto a organizzare una rapina per mezzo della camorra per scagionare frati pedofili, dice fin dove il disastro di una evangelizzazione apparente può arrivare. Chi rifiuta di essere attirato dal Padre, entra quasi sempre in mormorazione.


Prima Lettura   1 Re 19, 4-8  Con la forza di quel cibo camminò fino al monte di Dio.

Dal primo libro dei Re

In quei giorni, Elia s'inoltrò nel deserto una giornata di cammino e andò a sedersi sotto una ginestra. Desideroso di morire, disse: «Ora basta, Signore! Prendi la mia vita, perché io non sono migliore dei miei padri». Si coricò e si addormentò sotto la ginestra.

Ma ecco che un angelo lo toccò e gli disse: «Alzati, mangia!». Egli guardò e vide vicino alla sua testa una focaccia, cotta su pietre roventi, e un orcio d'acqua. Mangiò e bevve, quindi di nuovo si coricò.

Tornò per la seconda volta l'angelo del Signore, lo toccò e gli disse: «Alzati, mangia, perché è troppo lungo per te il cammino». Si alzò, mangiò e bevve. Con la forza di quel cibo camminò per quaranta giorni e quaranta notti fino al monte di Dio, l'Oreb.


Salmo Responsoriale    Dal Salmo 33/34  Gustate e vedete com'è buono il Signore.

Benedirò il Signore in ogni tempo, sulla mia bocca sempre la sua lode. Io mi glorio nel Signore: i poveri ascoltino e si rallegrino.

Magnificate con me il Signore, esaltiamo insieme il suo nome. Ho cercato il Signore: mi ha risposto e da ogni mia paura mi ha liberato.

Guardate a lui e sarete raggianti, i vostri volti non dovranno arrossire. Questo povero grida e il Signore lo ascolta, lo salva da tutte le sue angosce.

L'angelo del Signore si accampa attorno a quelli che lo temono, e li libera. Gustate e vedete com'è buono il Signore; beato l'uomo che in lui si rifugia.

 

Seconda Lettura   Ef 4, 30 - 5, 2 Camminate nella carità come Cristo.

Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesini

Fratelli, non vogliate rattristare lo Spirito Santo di Dio, con il quale foste segnati per il giorno della redenzione.

Scompaiano da voi ogni asprezza, sdegno, ira, grida e maldicenze con ogni sorta di malignità. Siate invece benevoli gli uni verso gli altri, misericordiosi, perdonandovi a vicenda come Dio ha perdonato a voi in Cristo.

Fatevi dunque imitatori di Dio, quali figli carissimi, e camminate nella carità, nel modo in cui anche Cristo ci ha amato e ha dato se stesso per noi, offrendosi a Dio in sacrificio di soave odore.


Canto al Vangelo   Gv 6,51 Alleluia, alleluia. Io sono il pane vivo, disceso dal cielo, dice il Signore, se uno mangia di questo pane vivrà in eterno. Alleluia.

 Vangelo   Gv 6, 41-51 Io sono il pane vivo, disceso dal cielo.

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, i Giudei si misero a mormorare contro Gesù perché aveva detto: «Io sono il pane disceso dal cielo». E dicevano: «Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui non conosciamo il padre e la madre? Come dunque può dire: "Sono disceso dal cielo"?».

Gesù rispose loro: «Non mormorate tra voi. Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. Sta scritto nei profeti: "E tutti saranno istruiti da Dio". Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna.

Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».


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