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martedì 13 agosto 2024

COME ESSERE GIOIOSI DA CRISTIANI NEL MONDO DI OGGI?


Scrivo per incarico di un amico che me l'ha chiesto dopo avermi posto la domanda: "come essere gioiosi da cristiani con tutto quello che succede nel mondo?" Infatti il male è potente, diffuso e crudele come sempre o forse come non mai.

Ricordo un film su Gesù in occasione del Giubileo del 2000. Gesù e i suoi discepoli sono alle nozze di Cana. Ad un momento gli invitati fanno passi di danza. Un discepolo (lo zelota) rimane seduto, rintanato. Gesù chiede: “non balli?” E lui : “ballare con i Romani invasori sulla nostra terra, i Sommi sacerdoti corrotti, gli approfittatori vari … Venga la giustizia di Dio!”. E Gesù : “Se aspetti che vada tutto bene, non ballerai mai”.

Non si tratta per il cristiano di seguire il “carpe diem”, che traduciamo abitualmente: “cogli l’attimo” ossia approfitta delle possibilità di piacere e di gioia che la giornata ti presenta, in un senso egoistico, di deresponsabilizzazione verso i problemi degli altri e della società. “Carpe Diem” nel senso però di saper gustare i momenti buoni della vita è sanità mentale e anche spirituale. Chi vede tutto nero, chi si lamenta sempre, chi è solo pessimista o bacchettone non è sano sul piano  psicologico né spirituale. 

Chiesero a Papa Giovanni XXIII come poteva essere sempre così sereno malgrado le sue pesanti responsabilità da Vescovo di Roma. Rispose: “Ho nei cieli un Padre amorevole e onnipotente che si prende cura di me e degli uomini, ho il Signore Gesù Cristo e il suo Vangelo per indicarmi come fare del bene dalla mattina alla sera, e se,  poi, mi mostro cupo, voi vi preoccupate!”. Angelo Roncalli da giovane era un seminarista molto zelante ma scrupoloso e preoccupato. Ma l’esperienza dei suoi limiti e della sua miseria confrontati con la vita, con lo studio della Storia della Chiesa, e con l'esperienza della misericordia di Dio l’hanno portato pian piano a quella meravigliosa maturazione.

Infatti la gioia caratterizza la vita del credente in Cristo in un modo molto più profondo del semplice “carpe diem”, del saper cogliere il dono delle gioie semplici della vita. Il cristiano è gioioso profondamente, sempre, per la presenza dello Sposo e la sua Vittoria. La preghiera più autentica del cristiano è l'Eucaristia che significa ringraziamento. Il Dio che ha sostenuto Abramo e Sara con la sua promessa, fino a farli ridere con la nascita di Isacco (Itzkhak = egli ride), è Colui che ha fatto della famiglia di Abramo un popolo straordinario, unico, malgrado i suoi peccati. Il frutto di questo popolo rimane per sempre nel patrimonio dell’Umanità. Dal popolo ebraico sono nati i patriarchi e le grandi figure di donne fino a Maria di Nazareth e Gesù suo Figlio. Ma soprattutto Gesù è il Signore, ha ricevuto ogni potere in cielo e in terra e ci ha salvati. Possiamo soltanto lodare Dio per il suo amore fedele e per aver fatto di noi i suoi eletti. La gioia è la risposta di fede del credente. Diceva un prete commentando i misteri del Rosario: la follia d’amore di Dio per l’uomo è la croce (i Misteri Dolorosi), la follia d’amore dell’uomo per Dio è la fede (i Misteri Gloriosi), l’incontro di queste due follie d’amore è la gioia (i Misteri Gioiosi). 

Gesù e i suoi discepoli sperimentano la gioia, e gli Apostoli invitano i primi cristiani a rallegrarsi per la salvezza che sperimentano. "Rallegratevi nel Signore, sempre; ve lo ripeto ancora, rallegratevi". (Filippesi 4, 4). Troviamo questa parola "rallegratevi" 13 volte nella Bibbia, in riferimento ai benefici di Dio, anche quando questi benefici non sono umanamente piacevoli. Innanzitutto Gesù conclude così le Beatitudini: "Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti hanno perseguitato i profeti prima di voi". (Matteo 5,11-12; vedi anche Luca 6, 23; Luca 10, 20;  Romani 12, 15; Romani 15, 10; Filippesi 2, 18; 1 Pietro 4, 13). Troviamo la parola “gioia” 284 volte nella Bibbia, di cui 71 volte nel Nuovo Testamento ossia 26 volte nei Vangeli e 45 negli altri libri. La gioia viene soprattutto dalla presenza del Messia Salvatore, dallo sperimentare la salvezza per aver creduto e anche dal vedere che l’annuncio della Buona Notizia cambia i cuori e la vita di altri. 

Annunciando la sua morte e risurrezione Gesù dice agli Apostoli: “vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno vi potrà togliere la vostra gioia”. (Giovanni 16,22-23). Infatti, dopo l’Ascensione i discepoli “dopo averlo adorato, tornarono a Gerusalemme con grande gioia” (Luca 24,52), una gioia che le difficoltà, i momenti di dubbio o di paura non potranno sopraffare. Il Curato d'Ars diceva: "se non fossi gioioso, andrei a confessarmi". Non per moralismo ma perché Gesù è risorto. Gesù è il Signore.


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