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sabato 3 agosto 2024

APERTURA DEI GIOCHI A PARIGI. 01: UN AUTOGOL?


Una breve riflessione sull’apertura dei JO di Parigi e le sue conseguenze. Non potevo scrivere prima e forse è meglio così: ho potuto fare verifiche, ascoltare reazioni. 

Due punti: “L’ultima Cena” e altri particolari come offesa ai sentimenti dei cristiani il 26 luglio. Il blackout di Parigi nella notte del 27 al 28 luglio come “reazione di Dio” che “non lascia che ci si prenda gioco di lui.” (Gal 6,7).

Vediamo il primo punto. Abbiamo saputo da persone più acculturate di noi che la famosa parodia della “ultima Cena” non era tale ma era la rappresentazione (queer, con una bambina in mezzo!) di una cena degli dèi di cui abbiamo almeno due affreschi simili in Italia e vari quadri nei musei francesi e che comunque il quadro dell’Ultima Cena di Leonardo da Vinci non rispetta il dato del Nuovo Testamento, ecc.,.... C'è un solo problema: a parte la confessione del regista, poi rimangiata, che si trattava davvero di una parodia dell’Ultima Cena di Gesù con gli Apostoli, oggettivamente, quando il tuo spettacolo è visto da milioni di persone in tutto il mondo, è chiaro che non puoi aspettarti dal pubblico (e dal telecronista) una tale cultura da conoscere un quadro che finora i francesi stessi ignoravano. Per tutti, quella scena sul ponte con quella donna con l’aureola rappresentava una parodia blasfema dell’Eucaristia. Ho avuto la stessa reazione, dalla Polonia, di un cattolico. 

Non a caso i vescovi francesi con una dichiarazione molto equilibrata hanno lamentato tra l’altro che “La cerimonia di apertura proposta ieri sera dal COJOP (Comité Organisateur des Jeux Olympiques de Paris) ha regalato al mondo intero meravigliosi momenti di bellezza, di gioia, ricchi di emozioni e universalmente decantati. Questa cerimonia purtroppo prevedeva scene di derisione e di scherno del cristianesimo, che deploriamo profondamente. Ringraziamo i membri di altre fedi religiose che ci hanno espresso la loro solidarietà. Questa mattina pensiamo a tutti i cristiani di tutti i continenti che sono rimasti feriti dall'eccesso e dalla provocazione di certe scene. Vogliamo che capiscano che la celebrazione olimpica va ben oltre i pregiudizi ideologici di alcuni artisti” (traduzione mia dal Sito dei Vescovi francesi).

Vedendo la bruttezza e la boria di certe manifestazioni ho notato anch’io per contrasto la bellezza pulita degli atleti che sfilavano sulla Senna. Lo sforzo esigente dello sport è molto più nobilitante della gara alla provocazione. 

Vari canali televisivi stranieri hanno censurato parti della Cerimonia, chi per l’affronto ai valori cristiani, chi per lo sbandieramento dell’omosessualità. Questa Cerimonia, come tutti i Giochi, era una vetrina importantissima e costosissima per la Francia. Ricevere ospiti (e sono ospiti in qualche modo tutti i telespettatori) e offenderli nei loro sentimenti più profondi non è accoglienza. O il governo francese è connivente, oppure dimostra di non saper vigilare sulla regia di una manifestazione che coinvolge l’immagine mondiale della Francia. È quindi, in ogni caso, un autogol. Vedendo la Cerimonia, mi sono vergognato del mio paese.


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