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martedì 7 marzo 2023

MENTRE IL MONDO STA PENSANDO A BARATTARE I TERRITORI UCRAINI, NOI DICIAMO: NO, NON POSSIAMO BARATTARE LE ANIME E LE VITE DEI NOSTRI FRATELLI E SORELLE.

Mons. Shevchuk nell'Atto di Consacrazione dell'Ucraina
al santuario mariano di Zarvanytsia


Parole dell'Arcivescovo Maggiore Greco-Cattolico di Kiev, S. Shevchuk nella preghiera per l'anniversario dell'invasione russa. 24.02.2013

Mons. Shevchuk, che non ha smesso in questa guerra così crudele e insensata di invitare tutti alla preghiera e alla conversione, interpreta il sentimento del popolo ucraino: non si può permettere all'invasore russo e al mondo di calpestare il diritto alla libertà fisica e spirituale del popolo ucraino, di ogni popolo. È esattamente il senso dell'Art. 11 della nostra Costituzione italiana che ripudia la guerra. 

Oggi l'Ucraina, il nostro popolo e la comunità mondiale ricordano un triste anniversario. Questo giorno, il 24 febbraio, è entrato nella nostra storia, specialmente qui, a Kyiv, come l'inizio dell'aggressione russa su vasta scala, come l'attacco dell’occupante russo alla nostra pacifica terra. Lo ricordiamo perché, come dice la nostra coscienza cristiana, non abbiamo il diritto di dimenticare.

Ricordiamo che la guerra non è iniziata un anno fa. Ricordiamo il suo triste e tragico inizio nel 2014. Ricordiamo Sloviansk e Kramatorsk: l'inizio della Via Crucis della nostra nazione. Ricordiamo l'occupazione russa della Crimea, il dramma dei nostri fratelli e sorelle in quel particolare fazzoletto della terra ucraina, la tragedia dell'intero popolo tataro di Crimea. Ricordiamo Savur-Mohyla. Ricordiamo Ilovaisk. Ricordiamo Debaltseve. A questo rosario, segnato dal sangue dei figli e delle figlie dell'Ucraina, il 24 febbraio dello scorso anno si è aggiunta la storia della nostra capitale Kyiv delle cupole d'oro, costruita dai nostri principi come una nuova Gerusalemme: città dove Dio abita con il suo popolo.

Probabilmente, ognuno dei qui presenti ha vissuto questa giornata a modo suo. Ma tutti, nessuno escluso, sono stati scossi dalla terribile parola "guerra". La nostra Cattedrale patriarcale si è immediatamente e miracolosamente trasformata in un'arca di Noè del Nuovo Testamento sulle rive del fiume Dnipro, e fin dai primi minuti di questa tragedia ha cominciato a riempirsi di gente. Le sue cripte si sono trasformate nei rifugi quando i razzi e le bombe cadevano su Kyiv e gli elicotteri nemici volavano sopra le nostre teste. Oggi lo ricordiamo e vogliamo trascorrere questo triste giorno dell'anniversario nella preghiera, nel digiuno e nella misericordia.

Uno dei Santi della Chiesa, Pietro Crisologo, ha affermato che la preghiera, il digiuno e la misericordia sono essenzialmente un'unica realtà spirituale. Ha detto che il digiuno è l'anima della preghiera, e la misericordia è la vita del vero digiuno. Ciò che, bussando al cielo, chiediamo nella preghiera, possiamo chiederlo nel digiuno, mentre attraverso gli atti di misericordia e amore riceviamo da Dio ciò per cui preghiamo.

In questa preghiera dobbiamo anzitutto ringraziare il Signore Dio che non ci ha abbandonato nei momenti più terribili, più drammatici della nostra storia, ma è stato ed è con noi. Ancor di più, in questi momenti drammatici Egli si è reincarnato nel corpo del nostro popolo sofferente. Ogni volta che abbiamo visto la morte, le ferite, il sangue, abbiamo contemplato nel corpo del nostro popolo le piaghe di Cristo crocifisso. Abbiamo potuto resistere grazie al fatto che Lui era con noi e in mezzo a noi. Quando qualcuno oggi chiede qual è il segreto della resilienza della nostra nazione, possiamo dire con convinzione: “Dio è in mezzo ad essa: non potrà vacillare. Dio la soccorre allo spuntare dell’alba” (Sal 45(46), 6). Quando il Signore Dio sarà in mezzo alla città, questa non vacillerà. Sono le parole scritte nella Cattedrale di Santa Sofia di Kyiv, sull’abside della Vergine Orante. E questa alba biblica, quando Kyiv non ha vacillato, è esattamente ciò che ricordiamo oggi.

Commemoriamo coloro che hanno difeso la Patria e hanno sacrificato la loro vita, a cominciare dai difensori di Hostomel e proseguendo con gli eroi di tutti gli altri campi di battaglia su terra e in mare. Ringraziamo Dio per l'esercito ucraino, per i nostri difensori che ci hanno donato la nostra vita. Oggi viviamo, lavoriamo e preghiamo perché in questo momento - vicino a Bakhmut e Avdiivka, vicino a Kupyansk e Vuhledar - qualcuno sta sacrificando la sua vita. Ricordiamo oggi nella preghiera tutti gli innocenti uccisi in Ucraina durante questo tragico anno: bambini, donne, anziani, nostri giovani. Ricordiamo coloro che sono stati torturati dai criminali russi a Bucha e Borodyanka e in tutti gli altri centri di tortura nei territori calpestati dal pesante stivale del nemico. In particolare, dobbiamo ricordare gli abitanti di Borodyanka, che erano finiti sotto le macerie negli scantinati dei grattacieli e che i soccorritori non sono riusciti a salvare. Vorrei citare per nome tutti coloro che hanno dato la vita per la Patria, gli innocenti che sono stati uccisi in Ucraina nel corso dell’ultimo anno! Sfortunatamente è impossibile, perché stiamo parlando di decine o addirittura centinaia di migliaia di persone. Tuttavia, crediamo che i loro nomi siano scritti in cielo. Chiediamo che in questo momento davanti al trono di Dio gli angeli leggano con noi il nome di ciascuno di loro.

Inoltre, questo giorno digiuniamo. Così dimostriamo solidarietà a quanti oggi non hanno da mangiare né da bere, a quanti si trovano nei territori occupati, sono tenuti prigionieri dai russi e gridano al cielo in attesa della liberazione. Mentre il mondo sta pensando a come barattare i territori ucraini, noi diciamo: no, non possiamo barattare le anime e le vite dei nostri fratelli e sorelle nel Donbas occupato, nella regione di Zaporizhzhia occupata e nella regione occupata di Kherson della Riva sinistra, come non possiamo non pregare per la Crimea occupata.

Diventino questa preghiera e il digiuno di oggi un sostegno per tutti coloro che stanno combattendo: i nostri eroici soldati, volontari, soccorritori, medici, tutti coloro che combattono ogni giorno per la vittoria dell'Ucraina.

Digiunando, vogliamo essere solidali con chi ha perso parenti, case e proprietà. Milioni di ucraini sono stati costretti a lasciare le loro case. Milioni di persone si sono trovate fuori dai confini della Patria. Attraverso questo digiuno ci uniamo insieme a tutti loro.

Questo giorno vogliamo fare buone azioni. Solo chi dona può ricevere, chi condivide l’ultima cosa che possiede non mancherà mai di nulla, perché è il Signore che moltiplica le nostre risorse, le forze e le opportunità. Allo stesso tempo, ringraziamo tutti coloro che sono stati solidali con l'Ucraina durante questo terribile anno, si sono precipitati in nostro aiuto, hanno cercato di nutrire gli affamati, dare da bere agli assetati, vestire gli ignudi, accogliere i viaggiatori nelle proprie case, come anche coloro che incessantemente hanno compiuto atti di misericordia nei confronti delle salme dei nostri defunti e caduti. Grazie alla solidarietà universale, oggi possiamo dire: nonostante questa guerra abbia causato, nel terzo millennio, una crisi umanitaria di dimensioni senza precedenti, grazie ai nostri donatori nei territori, difesi o liberati dall’esercito ucraino, nessuno è morto di fame, di sete o di freddo. Grazie alla solidarietà mondiale, stiamo sopravvivendo a questo terribile inverno nella storia dell'Ucraina, ma non possiamo dirlo dei territori occupati dove molte persone sono morte di fame, sete e freddo (il loro numero sarà probabilmente scritto dalla storia).

In questa giornata del ricordo preghiamo, digiuniamo e compiamo buone azioni. Sentiamo che il Signore Dio ci dona la vittoria per la quale bussiamo al cielo nella preghiera e chiediamo nel digiuno, e che possiamo ottenere attraverso le opere di misericordia. Avviciniamo la vittoria con il nostro lavoro e la nostra preghiera quotidiani.

Possiamo dire oggi che la Russia ha già perso ma noi non abbiamo ancora vinto. Pertanto, chiediamo al Signore Dio con le parole dell'antico troparion, con le quali glorifichiamo la Croce del Signore: “Dio, salva il Tuo popolo e la Tua eredità benedici, concedi al Tuo fedele popolo la vittoria sui suoi avversari e proteggilo con la Tua croce”. Amen.


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