Visualizzazioni totali

domenica 19 marzo 2023

LE SORPRESE DI DIO E I PREGIUDIZI. / IV DOM. QUAR. A., 2023.


Il Vangelo del Cieco nato, usato negli scrutini dei catecumeni per il loro battesimo, è ben conosciuto da molti di voi. Siamo tutti ciechi dalla nascita fino al momento in cui Gesù Salvatore ci illumina, e vediamo nella misura in cui ci illumina mentre camminiamo con Lui e la sua Parola. 

Le letture di oggi manifestano le “sorprese di Dio” e la reazione degli uni e degli altri a queste sorprese, mostrando come troppo spesso reagiamo in modo soltanto umano, spesso mossi da pregiudizi. Per accettare più facilmente le sorprese di Dio, bisogna non limitarsi alle apparenze ma cercare di vedere oltre.

Samuele ha condannato Saulo per la sua disobbedienza ma si vede che gli dispiace.  Dio gli impone di smettere di piangere per Saul e di andare a consacrare un altro re tra i figli di Iesse. Saul è ancora in carica e bisogna giocare di astuzia per evitare la sua collera. Iesse presenta a Samuele sette suoi figli. E Samuele che ha le sue idee e cerca un capo di guerra guarda questi figli palestrati. In particolare lo colpisce uno di loro. Ma - e questo è la salvezza di Samuele e di tutti noi - sta in preghiera continua, in dialogo con Dio, gli sottomette i suoi pensieri, ascolta la sua voce, si lascia guidare. Sorpresa, l’eletto del Signore non sta nei sette figli di Iesse! Ma Samuele crede alla Parola ricevuta e quindi è segno che ne manca uno. Iesse stesso si è dimenticato del suo ultimo figlio!!! La scelta di Davide da parte del Signore è davvero una sorpresa per tutti. Il figlio emarginato, unto dal Profeta non ne riceverà subito maggiore stima nella sua famiglia; vedi l’episodio dell’uccisione di Golia (1 Samuele 17,28). I pregiudizi sono duri da morire.

Nel Vangelo, i discepoli guardano al cieco nato attraverso un pregiudizio comune allora, non scomparso ovunque ai nostri giorni, magari rielaborato: questa cecità è il castigo di un peccato! Gesù invece porta su ogni situazione uno sguardo di speranza, sa che Dio è solo positività, Salvezza.

I genitori del cieco evitano di compromettersi con la verità malgrado il beneficio ricevuto che rivoluziona tutta la loro vita, perché li preoccupa soprattutto il non andare contro l’autorità, non vogliono trovarsi emarginati dalla comunità. 

Un aspetto, tragico e comico insieme, è che quando qualcuno tra i farisei ipotizza che Gesù viene da Dio perché ha reso la vista a un cieco nato e questo può venire solo da Dio, gli altri accettano di discuterne. Quando il cieco guarito emette la stessa ipotesi, viene rigettata perché viene da uno che non fa parte della cerchia. Contro di lui viene poi usato il Nome di Dio in modo intimidatorio : “Dà gloria a Dio!”

Davvero tragico è che i farisei pensano di sapere tutto: è la loro condanna. Gesù lo esprime dicendo: «Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: “Noi vediamo”, il vostro peccato rimane». Al contrario è meraviglioso pensare che se riconosco umilmente di dover essere illuminato, camminare e convertirmi, non ho peccato! Rimanendo fedele ai fatti compiuti da Dio nella sua vita, il cieco nato invece arriva all'illuminazione del cuore, alla fede. 


Prima Lettura  1 Sam 16, 1b.4a. 6-7. 10-13a Davide è consacrato con l'unzione re d'Israele.

Dal primo libro di Samuele    In quei giorni, il Signore disse a Samuele: «Riempi d’olio il tuo corno e parti. Ti mando da Iesse il Betlemmita, perché mi sono scelto tra i suoi figli un re». Samuele fece quello che il Signore gli aveva comandato.

Quando fu entrato, egli vide Eliàb e disse: «Certo, davanti al Signore sta il suo consacrato!». Il Signore replicò a Samuele: «Non guardare al suo aspetto né alla sua alta statura. Io l’ho scartato, perché non conta quel che vede l’uomo: infatti l’uomo vede l’apparenza, ma il Signore vede il cuore».

Iesse fece passare davanti a Samuele i suoi sette figli e Samuele ripeté a Iesse: «Il Signore non ha scelto nessuno di questi». Samuele chiese a Iesse: «Sono qui tutti i giovani?». Rispose Iesse: «Rimane ancora il più piccolo, che ora sta a pascolare il gregge». Samuele disse a Iesse: «Manda a prenderlo, perché non ci metteremo a tavola prima che egli sia venuto qui». Lo mandò a chiamare e lo fece venire. Era fulvo, con begli occhi e bello di aspetto.

Disse il Signore: «Àlzati e ungilo: è lui!». Samuele prese il corno dell’olio e lo unse in mezzo ai suoi fratelli, e lo spirito del Signore irruppe su Davide da quel giorno in poi.


Salmo Responsoriale  Dal Salmo 22

Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla.

Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla. Su pascoli erbosi mi fa riposare, ad acque tranquille mi conduce. Rinfranca l’anima mia.

Mi guida per il giusto cammino a motivo del suo nome. Anche se vado per una valle oscura, non temo alcun male, perché tu sei con me. Il tuo bastone e il tuo vincastro mi danno sicurezza.

Davanti a me tu prepari una mensa sotto gli occhi dei miei nemici. Ungi di olio il mio capo; il mio calice trabocca.

Sì, bontà e fedeltà mi saranno compagne tutti i giorni della mia vita, abiterò ancora nella casa del Signore per lunghi giorni. 


Seconda Lettura  Ef 5, 8-14 Risorgi dai morti e Cristo ti illuminerà. 

Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesini

Fratelli, un tempo eravate tenebra, ora siete luce nel Signore. Comportatevi perciò come figli della luce; ora il frutto della luce consiste in ogni bontà, giustizia e verità.

Cercate di capire ciò che è gradito al Signore. Non partecipate alle opere delle tenebre, che non danno frutto, ma piuttosto condannatele apertamente. Di quanto viene fatto in segreto da [coloro che disobbediscono a Dio] è vergognoso perfino parlare, mentre tutte le cose apertamente condannate sono rivelate dalla luce: tutto quello che si manifesta è luce. Per questo è detto: «Svégliati, tu che dormi, risorgi dai morti e Cristo ti illuminerà».


Canto al Vangelo  Cf Gv 8,12b Gloria a te, o Cristo, Verbo di Dio! Io sono la luce del mondo, dice il Signore, chi segue me, avrà la luce della vita. Gloria a te, o Cristo, Verbo di Dio!

Vangelo  Gv 9, 1-41 Il cieco andò, si lavò e tornò che ci vedeva.

Dal vangelo secondo Giovanni

[ In quel tempo, Gesù passando vide un uomo cieco dalla nascita ] e i suoi discepoli lo interrogarono: «Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?». Rispose Gesù: «Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è perché in lui siano manifestate le opere di Dio. Bisogna che noi compiamo le opere di colui che mi ha mandato finché è giorno; poi viene la notte, quando nessuno può agire. Finché io sono nel mondo, sono la luce del mondo».

Detto questo, [ sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco e gli disse: «Va’ a lavarti nella piscina di Sìloe», che significa “Inviato”. Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva.

Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima, perché era un mendicante, dicevano: «Non è lui quello che stava seduto a chiedere l’elemosina?». Alcuni dicevano: «È lui»; altri dicevano: «No, ma è uno che gli assomiglia». Ed egli diceva: «Sono io!». ] Allora gli domandarono: «In che modo ti sono stati aperti gli occhi?». Egli rispose: «L’uomo che si chiama Gesù ha fatto del fango, me lo ha spalmato sugli occhi e mi ha detto: “Va’ a Sìloe e làvati!”. Io sono andato, mi sono lavato e ho acquistato la vista». Gli dissero: «Dov’è costui?». Rispose: «Non lo so».

Condussero dai farisei quello che era stato cieco: era un sabato, il giorno in cui Gesù aveva fatto del fango e gli aveva aperto gli occhi. Anche i farisei dunque gli chiesero di nuovo come aveva acquistato la vista. Ed egli disse loro: «Mi ha messo del fango sugli occhi, mi sono lavato e ci vedo». Allora alcuni dei farisei dicevano: «Quest’uomo non viene da Dio, perché non osserva il sabato». Altri invece dicevano: «Come può un peccatore compiere segni di questo genere?». E c’era dissenso tra loro. Allora dissero di nuovo al cieco: «Tu, che cosa dici di lui, dal momento che ti ha aperto gli occhi?». Egli rispose: «È un profeta!». ] Ma i Giudei non credettero di lui che fosse stato cieco e che avesse acquistato la vista, finché non chiamarono i genitori di colui che aveva ricuperato la vista. E li interrogarono: «È questo il vostro figlio, che voi dite essere nato cieco? Come mai ora ci vede?». I genitori di lui risposero: «Sappiamo che questo è nostro figlio e che è nato cieco; ma come ora ci veda non lo sappiamo, e chi gli abbia aperto gli occhi, noi non lo sappiamo. Chiedetelo a lui: ha l’età, parlerà lui di sé». Questo dissero i suoi genitori, perché avevano paura dei Giudei; infatti i Giudei avevano già stabilito che, se uno lo avesse riconosciuto come il Cristo, venisse espulso dalla sinagoga. Per questo i suoi genitori dissero: «Ha l’età: chiedetelo a lui!».

Allora chiamarono di nuovo l’uomo che era stato cieco e gli dissero: «Da’ gloria a Dio! Noi sappiamo che quest’uomo è un peccatore». Quello rispose: «Se sia un peccatore, non lo so. Una cosa io so: ero cieco e ora ci vedo». Allora gli dissero: «Che cosa ti ha fatto? Come ti ha aperto gli occhi?». Rispose loro: «Ve l’ho già detto e non avete ascoltato; perché volete udirlo di nuovo? Volete forse diventare anche voi suoi discepoli?». Lo insultarono e dissero: «Suo discepolo sei tu! Noi siamo discepoli di Mosè! Noi sappiamo che a Mosè ha parlato Dio; ma costui non sappiamo di dove sia». Rispose loro quell’uomo: «Proprio questo stupisce: che voi non sapete di dove sia, eppure mi ha aperto gli occhi. Sappiamo che Dio non ascolta i peccatori, ma che, se uno onora Dio e fa la sua volontà, egli lo ascolta. Da che mondo è mondo, non si è mai sentito dire che uno abbia aperto gli occhi a un cieco nato. Se costui non venisse da Dio, non avrebbe potuto far nulla». [ Gli replicarono: «Sei nato tutto nei peccati e insegni a noi?». E lo cacciarono fuori.

Gesù seppe che l’avevano cacciato fuori; quando lo trovò, gli disse: «Tu, credi nel Figlio dell’uomo?». Egli rispose: «E chi è, Signore, perché io creda in lui?». Gli disse Gesù: «Lo hai visto: è colui che parla con te». Ed egli disse: «Credo, Signore!». E si prostrò dinanzi a lui. ] Gesù allora disse: «È per un giudizio che io sono venuto in questo mondo, perché coloro che non vedono, vedano e quelli che vedono, diventino ciechi». Alcuni dei farisei che erano con lui udirono queste parole e gli dissero: «Siamo ciechi anche noi?». Gesù rispose loro: «Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: “Noi vediamo”, il vostro peccato rimane».


Nessun commento:

Posta un commento