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giovedì 16 marzo 2023

A CHE ETÀ È GIUSTO ESSERE CRESIMATI?


Nella Storia l’età della Cresima ha conosciuto una certa fluttuazione. 

È ovvio che tutti i sacramenti, compresi quelli dell’Iniziazione, ossia Battesimo, Cresima e Eucaristia, possono essere ricevuti ad ogni età. Ricordiamo con tanta gratitudine e gioia il Battesimo - Cresima - Eucaristia di Assunta di 92 anni! Ricordo anche una coppia, sposatasi promettendo di ricevere la Cresima al più presto. Al loro 25° di matrimonio è venuto fuori che la promessa non era compiuta. Si sono preparati. Come da una sorgente, la grazia si riversò sulla loro famiglia dopo la loro cresima: il figlio con la fidanzata hanno deciso anche loro di ricevere al più presto la cresima, la figlia ha fatto battezzare con convinzione i suoi tre figli, di 5, 3 e 1 anno! Questa storia raccontata ha fatto prendere coscienza dell’importanza della Cresima a un uomo che voleva fare il padrino ma non era cresimato.

Ma qual è l’età più giusta?

Nei primi tempi venivano alla fede degli adulti che ricevevano subito i tre Sacramenti dell’Iniziazione. Con loro si battezzava anche tutta la famiglia, adulti, giovani, bambini. Subito dopo l’annuncio del Kerygma veniva battezzato chi aderiva alla fede (Atti 2, la Pentecoste; Atti 8,26 e ss, Filippo e l’eunuco; Atti 10, Cornelio; ecc.). L’esperienza, in particolare con i fedeli che venivano dal paganesimo, impose però un periodo di istruzione e di prova, o catecumenato, prima del battesimo. 
Quando il Cristianesimo divenne religione ufficiale, il popolo intero divenne battezzato e il catecumenato cominciò a scomparire. Scomparso del tutto il catecumenato e l’Istituto dei penitenti, si battezzava essenzialmente bambini piccoli, figli di genitori già battezzati (vedere Prima Comunione - Cathopedia, l'enciclopedia cattolica ). Per lungo tempo la Cresima e la Prima Comunione sono state date ancora subito ai bambini. Poi si è cominciato a rimandare questi Sacramenti, secondo i periodi, a 10, 12, 14, 18 o anche 20 anni! L’età dipende dall'idea della necessaria "discrezione", cioè la maturità intellettuale e cristiana sufficienti. La Comunione si riceveva comunque dopo la Cresima. Nel 1910, Pio X abbassò l’età della Prima Comunione attorno ai 7 anni, considerati “età di ragione”. Questo comportò molti cambiamenti nella prassi pastorale e rimandò la Cresima a dopo la Comunione. Negli anni ‘50 del secolo scorso si riceveva spesso la prima Comunione la mattina e la Cresima il pomeriggio della stessa Domenica. Molti bambini e le loro famiglie non tornavano di pomeriggio, anche per il prolungato pranzo di festa. 

Oggi in Italia la Prima Comunione si fa a dieci anni, e può iniziare allora il percorso di preparazione alla Cresima. 

Un errore di visione del Sacramento si rispecchia nel vocabolario e spinge a rimandare l’età della Cresima. Se questa è solo “Confermazione” da parte del candidato del suo impegno con Cristo, e non dono di Grazia (i sandali e l’anello dati al Figlio Prodigo; Lc 15,11 ss.), è ovvio che qualche anno in più garantirebbe meglio che il ragazzo/a faccia una scelta libera e matura. Ma se l’accoglienza del nuovo membro nella Comunità dei credenti è un dono di Dio che comporta tre passaggi sacramentali, ritardare l’età della Cresima non ha senso. 

Altri motivi sbagliati spingono a rimandare l’età della Cresima. Uno è la poca fede, il poco desiderio di mettere al primo posto le cose di Dio. È diventato comune di cresimarsi in vista del Matrimonio, quasi “obbligati” dal proprio parroco e dagli stessi formulari della pratica matrimoniale (Certificato di Battesimo ad uso Matrimonio), perché di fatto è indispensabile essere cresimati per vivere bene il Matrimonio cristiano e la missione di genitori cristiani ( La Gioia del Vangelo: SOPPRIMERE I PADRINI AIUTERÀ AD EDUCARE I BAMBINI NELLA FEDE? 3/3). Un altro motivo è un errato concetto di libertà che genera quasi un senso di colpa nei genitori che temono di influenzare i loro figli. È ovvio che questo ragionamento è totalmente sbagliato. I genitori influenzano sempre i figli. Se invece di un valore propongo il vuoto ai miei figli essi riceveranno il messaggio che la fede non conta nella vita, la vita si riempie con altro. Di fatto sia i genitori che i padrini hanno promesso di educare il figlio nella fede e senza Cresima non sono riusciti a farlo. Se un figlio vede una fede vissuta nei suoi genitori e padrini sarà invogliato a proseguire ma egli potrà comunque rifiutare di completare la sua Iniziazione Cristiana. 

Perché desiderare dare la Cresima a dodici anni o poco più?

Anche se lungo i secoli cambia il rapporto genitori figli nella famiglia, dodici anni sono un passaggio nello sviluppo psicofisico dalla fanciullezza all'adolescenza che prepara il bambino ad affrontare il mondo, a lavorare come un adulto e anche a essere fecondo sessualmente. 

Gli ebrei hanno conservato anche ai nostri giorni il Bar Mitzvah, la maggiore età del bambino a dodici anni riguardo alla Legge, cioè la sua responsabilità morale riguardo ai precetti (Mitzvot) e alla vita adulta. È quello che Gesù dodicenne vive al Tempio. Conviene che al ragazzo, ragazza venga proposto a quell'età di completare la Grazia del suo Battesimo. Non significa che tutto finisca con la Cresima. Come per il Bar Mitzvah (letteralmente: figlio del precetto), inizia la vita adulta del credente. L’educazione alla fede dura tutta l’esistenza. 


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