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lunedì 4 giugno 2018

SU, UCCIDIAMOLO! / lunedì IX° sett. T.O.



Gesù nella parabola di oggi mette in guardia i capi dei sacerdoti, gli scribi e gli anziani dalla tentazione di lasciare inaridirsi la fede, più preoccupati del funzionamento della struttura che di pregare con un cuore puro e centrato nel mistero di Dio. Dalle distrazioni sempre giustificate si passa pian piano a mettere il proprio io al centro di tutto. Il demonio è fine. Va per gradi. L’orgoglio s’installa, i doni di Dio diventano fonte di vanto personale, si cerca il primo posto, si fa fiducia nel proprio giudizio. Si diventa, o piuttosto ci si crede, il Migliore (“servitore di Dio”). “Servendo Dio” si diventa il Salvatore della situazione, la Guida, Colui che è ispirato e sa… Fin quando il demonio ci afferra al centro dell’anima e trionfa e ci si crede essere il Migliore (senza Dio), il Salvatore e la Guida (senza Dio): “Su, uccidiamolo e l’eredità sarà nostra!”
Ma succede davvero? Sì. L’affare della Chiesa in Cile ci fa vedere un processo progressivo molto avanzato in questo senso. Le condanne di vari fondatori, talvolta molto lodati all’inizio dalla stessa Chiesa, come Luis Figari in Perù con il “Sodalicio de vida cristiana”, Marcial Maciel in Messico con i “Legionarios de Cristo”, Monsignor Milingo dall’Africa in Italia, Monsignor Lefebvre in Francia, la “Chiesa Cattolica Ecumenica in Italia” che l’altro giorno ha “ordinato un sacerdote” nelle chiesetta degli Astroni, suscitando un comunicato congiunto di messa in guardia dei vescovi di Napoli e Pozzuoli, la tristissima vicenda di Gallinaro, ecc. ci convincono che il rischio è concreto.
Ci sono realtà meno appariscenti. Il cuore si riempie di tristezza quando, uno che è stato posto in alto, scelto per fare il pastore del popolo di Dio, ne diventa il traditore.
E invece il cuore si riempie di fiducia e di dolcezza quando si vede come hanno agito i santi. Convinti veramente dell’onnipotenza e dell’amore del Signore, hanno obbedito in tutto alla Chiesa e ai suoi pastori legittimi, anche quando erano ostacolati da coloro che avrebbero dovuto incoraggiarli, o almeno accompagnarli in una causa che sentivano venire dal Signore. Si può dire che tutti i Santi hanno subito prove del genere, preferendo rinunciare al loro progetto piuttosto che mettersi contro la Chiesa, i suoi Pastori e il suo Magistero. Sapevano che se il progetto veniva da Dio, Egli lo avrebbe realizzato in qualche modo, perché tutto è nelle sue mani. In genere queste prove sono avvenute quando erano all’inizio, ancora immaturi spiritualmente, pieni umanamente del loro carisma e dei bisogni dei poveri o delle anime da evangelizzare. Una coscienza più matura del proprio nulla, dei propri peccati, può aiutare a non opporre resistenza, ma quando si è giovani in età e nell’ideale, questo tipo di rinuncia per obbedienza è un puro atto d’amore e di fiducia nel Signore. La Storia dimostra che queste scelte sono molto feconde.
Tra quelli che sono stati ostacolati ingiustamente e a lungo, conosciamo tutti san Francesco, santa Caterina da Siena e la sua obbedienza riverente a un papa che, umanamente, si poteva solo definire un brigante, san Giovanni Bosco con il suo vescovo a Torino (meno conosciuta ma simile fu la sofferenza di san Michel Garicoits, fondatore dei preti del Sacro Cuore di Bétharram, vicino Lourdes, con il suo vescovo a Bayonne), Padre Pio, ecc.
Ma noi non siamo di coloro che hanno lasciato la Chiesa, che hanno ucciso Gesù nel loro cuore!
Purtroppo preti, consacrati, o laici che hanno veramente lasciato la Chiesa oppure la loro vocazione, non per debolezza ma per orgoglio, ce ne sono troppi. Ci sono anche quelli che, senza uscire fisicamente dall’obbedienza, dalla congregazione, dalla Chiesa, “hanno tirato i remi in barca” mettendo il loro io al centro di tutto, quelli che si sono “costruito una vita loro”.... Tra questi possiamo un po’ metterci tutti noi con un esame di coscienza salutare che ci permetta di ripartire nel cammino della conversione.

Prima Lettura   2 Pt 1, 1-7
Dio ci ha donato i beni grandissimi e preziosi a noi promessi, affinché per loro mezzo diventiate partecipi della natura divina. 
Dalla seconda lettera di san Pietro apostolo
Carissimi, grazia e pace siano concesse a voi in abbondanza mediante la conoscenza di Dio e di Gesù Signore nostro.
La sua potenza divina ci ha donato tutto quello che è necessario per una vita vissuta santamente, grazie alla conoscenza di colui che ci ha chiamati con la sua potenza e gloria. Con questo egli ci ha donato i beni grandissimi e preziosi a noi promessi, affinché per loro mezzo diventiate partecipi della natura divina, sfuggendo alla corruzione, che è nel mondo a causa della concupiscenza.
Per questo mettete ogni impegno per aggiungere alla vostra fede la virtù, alla virtù la conoscenza, alla conoscenza la temperanza, alla temperanza la pazienza, alla pazienza la pietà, alla pietà l’amore fraterno, all’amore fraterno la carità. 


Salmo Responsoriale   Dal Salmo 90
Mio Dio in te confido. 


Chi abita al riparo dell'Altissimo
passerà la notte all'ombra dell'Onnipotente,
Io dico al Signore: «Mio rifugio e mia fortezza,
mio Dio, in cui confido».

«Lo libererò, perché a me si è legato,
lo porrò al sicuro, perché ha conosciuto il mio n
ome.
Mi invocherà e io gli darò risposta;
nell’angoscia io sarò con lui.

Lo libererò e lo renderò glorioso.
Lo sazierò di lunghi giorni
e gli farò vedere la mia salvezza».


Canto al Vangelo 
  Ap 1,5 
Alleluia, alleluia.

testimone fedele, primogenito dei morti,
tu ci hai amati
e hai lavato i nostri peccati nel tuo sangue.
Alleluia.


Vangelo 
  Mc 12, 1-12
Presero il figlio amato, lo uccisero e lo gettarono fuori della vigna.
Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù si mise a parlare con parabole [ ai capi dei sacerdoti, agli scribi e agli anziani]: «Un uomo piantò una vigna, la circondò con una siepe, scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano.
A
l momento opportuno mandò un servo dai contadini a ritirare da loro la sua parte del raccolto della vigna. Ma essi lo presero, lo bastonarono e lo mandarono via a mani vuote. Mandò loro di nuovo un altro servo: anche quello lo picchiarono sulla testa e lo insultarono. Ne mandò un altro, e questo lo uccisero; poi molti altri: alcuni li bastonarono, altri li uccisero.
Ne aveva ancora uno, un figlio amato; lo inviò loro per ultimo, dicendo: “Avranno rispetto per mio figlio!". Ma quei contadini dissero tra loro: “Costui è l’erede Su, uccidiamolo e l’eredità sarà nostra!”. Lo presero, lo uccisero e lo gettarono fuori della vigna.
Che cosa farà dunque il padrone della vigna? Verrà e farà morire i contadini e darà la vigna ad altri. Non avete letto questa Scrittura: “La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata la pietra d’angolo; “questo è stato fatto dal Signore ed è una meraviglia ai nostri occhi”?».
E cercavano di catturarlo, ma ebbero paura della folla; avevano capito infatti che aveva detto quella parabola contro di loro. Lo lasciarono e se ne andarono.
  

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