Ma anche quando i comandamenti sono conosciuti,
lo sono sotto la forma della “riduzione catechetica”. Uno scempio, perché ne altera fortemente
il senso. Quando qualcuno li scopre per la prima volta nella Bibbia rimane
sorpreso e, spero, invogliato ad approfondirne il senso.
Leggiamoli dal testo di Esodo 20,1- 20.
ESODO
20:1 Dio
allora pronunciò tutte queste parole:
7 Non pronuncerai invano il nome del
Signore, tuo Dio, perché il Signore non lascerà impunito chi pronuncia il suo
nome invano.
8 Ricordati del giorno di sabato per
santificarlo: 9 sei giorni faticherai e farai ogni tuo lavoro; 10
ma il settimo giorno è il sabato in onore del Signore, tuo Dio: tu non farai
alcun lavoro, né tu, né tuo figlio, né tua figlia, né il tuo schiavo, né la tua
schiava, né il tuo bestiame, né il forestiero che dimora presso di te. 11
Perché in sei giorni il Signore ha fatto il cielo e la terra e il mare e quanto
è in essi, ma si è riposato il giorno settimo. Perciò il Signore ha benedetto
il giorno di sabato e lo ha dichiarato sacro.
12 Onora tuo padre e tua madre, perché si
prolunghino i tuoi giorni nel paese che ti dà il Signore, tuo Dio.
13 Non uccidere.
14 Non commettere adulterio.
15 Non rubare.
16 Non pronunciare falsa testimonianza
contro il tuo prossimo.
17 Non desiderare la casa del tuo
prossimo.
Non
desiderare la moglie del tuo prossimo, né il suo schiavo, né la sua schiava, né
il suo bue, né il suo asino, né alcuna cosa che appartenga al tuo prossimo».
18 Tutto il popolo percepiva i tuoni e i
lampi, il suono del corno e il monte fumante. Il popolo vide, fu preso da
tremore e si tenne lontano. 19 Allora dissero a Mosè: «Parla tu a noi e
noi ascolteremo, ma non ci parli Dio, altrimenti moriremo!». 20 Mosè
disse al popolo: «Non abbiate timore: Dio è venuto per mettervi alla prova e
perché il suo timore vi sia sempre presente e non pecchiate».
Senza entrare in spiegazioni
complicate, paragonando questo testo alla “riduzione
catechetica” e che spesso è l’unico bagaglio ricevuto al catechismo e che condiziona
tutta la vita, notiamo che il primo comandamento occupa da solo più di un terzo del
testo (127 parole) mentre nella versione del catechismo ci sono poco più di
dieci parole! I tre primi comandamenti che riguardano il rapporto con Dio ne occupano
due terzi. Gli altri sette comandamenti occupano solo l’ultimo terzo
del testo.
Cosa cambia? Molto. Innanzitutto
nel primo comandamento Dio è il Dio della Storia che ha preso l’iniziativa di liberare
il suo popolo dalla schiavitù. Per questo motivo gli ordina/supplica di non ritornare agli idoli. Non è il Dio Creatore
infinitamente superiore (anche se lo è) che schiaccia la sua creatura e gli
impone la sua volontà: è il Dio Liberatore che gratuitamente sceglie un popolo e
che dà dignità all’uomo smarrito nel suo peccato o nella sua sfortuna. Non è il
Boss onnipotente, il Dio dei sottomessi (musulmani) nel senso in cui lo
percepiamo spesso. Se castiga il peccato dei padri nei figli, la sua
misericordia e benevolenza è – per seguire le cifre che dona la Bibbia – da
250 a 300 volte superiore alla sua ira. Nel terzo comandamento viene spiegato che
riposare il giorno di sabato (domenica per noi cristiani) non è solo obbedire a
Dio ma essere come Lui. Il quarto comandamento, a volte così difficile da
inculcare, è il primo comandamento al quale viene associato una ricompensa … E così
via.
Conviene conoscere bene i comandamenti! Sant’Ignazio di Loyola appena convertito si
rivelò subito capace di aiutare le persone a trovare la volontà di Dio
tanto da diventare famoso nella sua
città. Giustamente i preti del luogo si chiesero di che pasta fosse questo laico
e lo convocarono. Visto che non aveva studiato gli chiesero di
parlare dei dieci comandamenti. Ignazio parlò per più di un’ora del primo
comandamento e delle sue implicazioni nella vita quotidiana delle persone. Poi si
fermò per timore di prendere troppo tempo ai suoi ascoltatori e disse che, pur
avendo ancora molto da aggiungere, stava per passare al secondo comandamento. Risposero che gli bastava come esame quello che aveva esposto finora….
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